Ricordi di un romanzo (e non solo…)

Ricordi di un romanzo, esame di maturità e non solo…

Il mese scorso ho ovviato alla consueta “tradizione” di pubblicare un post il terzo giorno come soglio fare ogni mese eccetto nel mese “feriale” di Agosto e quello in cui compio gli anni – semplicemente perché non ho mai pensato di scrivere qualcosa durante quella “speciale giornata” (sono del 3 Luglio) – perciò quest’oggi ho deciso di sfruttare il mio tempo libero postando un romanzo che per me ha un significato particolare: Fahrenheit 451

Due anni fa, contro “il volere” della mia professoressa di inglese che lo disprezzava enormemente, avevo deciso di portare questo romanzo all’esame di stato, concentrandomi sull’aspetto del condizionamento umano a fronte delle condizioni ambientali e/o familiari nelle quali il protagonista del romanzo, il piromane Guy Montag, s’imbatte, ritrovandosi a doverle affrontare durante un periodo molto cruciale della sua esistenza. Il titolo del mio percorso mi sembrava abbastanza d’effetto e forse fin troppo ardito, da un certo punto di vista. Devo dire, però, di aver trattato il romanzo come un vero e proprio “caso di studio”, connesso ad un aspetto di natura sociologica/psicologica. 

Comunque, avevo letto il romanzo per ben due volte e ne ero rimasta talmente affascinata tanto da cercare una possibile tematica originale da affrontare collegandola alle varie discipline. La mia professoressa di Italiano aveva proposto a noi studenti la lettura di questo libro alla fine del quarto anno di liceo ed io, dato il curioso titolo dello stesso, avevo deciso di buttarmi nella lettura di un classico che scoprii essere di Ray Bradbury, uno dei “re” della letteratura americana annessa al genere fantascientifico.

La copertina della mia “tesina” plastificata era stata concepita pensando al cosiddetto “effetto domino”. Tramite i riquadri dal contorno rosso avevo infatti cercato di riprodurre il moto delle tessere del domino che progressivamente cadono creando una sorta di “disordine entropico”. La cosa più buffa fu che all’esame, nell’introduzione, mancai di “rivelare” alla commissione questo particolare. Ero davvero impaziente di dimostrare quanto sapevo portando a frutto i miei studi, nonché di fare una bella figura di fronte alla mia famiglia e ai miei amici (ovviamente, i prof erano inclusi).

E adesso, a distanza di due anni, posso persino azzardare un collegamento con l’Analisi matematica, un collegamento che al tempo non avrei – per ovvi motivi – trovato possibile. All’università, in effetti, ci era stato spiegato che “il principio di induzione” poteva essere esplicato con la metafora dell’effetto domino. In pratica se vale una data asserzione matematica in un caso specifico, la stessa dovrà valere anche per altri casi, affinché si possa dimostrare la tesi iniziale “decantata” dalla suddetta espressione matematica.

Agli esami di maturità, da un lato fu davvero un colpo di testa iniziare con Fisica, ma al professore esterno brillarono letteralmente gli occhi quando lo dissi alla commissione: non se lo aspettava e per “premiarmi di questo mio coraggio”, aveva preventivato di non mollarmi poi così presto… In effetti, dopo un tempo indefinito che non saprei calcolare così su due piedi, la professoressa esterna di Italiano è dovuta intervenire dicendogli se gentilmente poteva concedermi agli altri professori, scatenando l’iralità – e l’approvazione – dell’intera commissione! Come ultima materia (furbescamente, lo ammetto) scelsi Inglese, scatenando persino il curioso intervento della professoressa esterna di Francese, che inaspettatamente mi propose, tanto per rincarare la dose, una domanda in Inglese (caso strano, la stessa cosa mi era successa all’esame delle medie!). 

Tornando al romanzo e tralasciando i miei preziosi ricordi… Eccone una piccola sinossi.

 

Montag fa il pompiere in un mondo dove gli incendi anziché essere spenti vengono appiccati. Armato di lanciafiamme, fa irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li brucia. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine.

Finché, dall’incontro con una ragazza  sconosciuta, Clarisse Mclellan, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di un mondo diverso. In una realtà distopica in cui leggere libri e possederne è reato, riusciranno almeno le parole a salvarsi dalla distruzione, dai roghi del potere?

 

A tratti, il romanzo scende nel malinconico e nella tristezza di un mondo in cui domina la solitudine, ma il finale del libro è decisamente un finale aperto alla speranza di un mondo in cui il cambiamento, seppure difficile, è sicuramente possibile. Qualche mese fa, nella piccola libreria sublacense che è stata aperta nello scorso Aprile, ho acquistato il bellissimo graphic novel del romanzo, creato dal fumettista e illustratore Tim Hamilton. Credo proprio che tra qualche giorno riprenderò finalmente a leggere partendo da questo originale graphic novel, che tra l’altro rappresenta proprio il perfetto punto di congiunzione tra la mia passione per il disegno e, appunto, quella per la lettura.

"Ricordi di un romanzo" - Graphic Novel
“Ricordi di un romanzo…” – Graphic Novel
Alcune scene tratte dal romanzo in stile fumetto
Alcune scene tratte dal romanzo in stile fumetto..
Parte 1: Il focolare e la salamandra
Parte 1: Il focolare e la salamandra

 

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

2 Risposte a “Ricordi di un romanzo (e non solo…)”

  1. Fahrenheit 451 è uno di quei romanzi di genere che chiunque dovrebbe leggere, anche se non ama la fantascienza.
    Assieme a Cronache Marziane è il miglior lavoro di Bradbury, uno di quei libri che ti restano dentro.

    Alla maturità io di Fisica portai l’antimateria, che non era nel programma, per cui, come buona parte della mia tesina, feci tutto per conto mio. Per inglese invece portai il dottor Jekyll e Mr. Hyde.

    1. Sono d’accordo. Il romanzo l’ho letto tutto d’un fiato ed insieme a quello de “lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Haddon è uno di quei libri che mi rimarrà per sempre nel cuore.
      Cronache Marziane non l’ho letto, ma spero un giorno di poterlo fare… Al momento, lo aggiungo nella lunghissima “lista di attesa” di quei romanzi ancora intonsi che sono riposti nei miei cassetti! Per Fisica, inizialmente il mio professore di Scienze mi aveva suggerito di portare le onde elettromagnetiche, ma dato che tale argomento non era nel programma, non ho voluto rischiare e alla fine ho portato un qualcosa che riguardava i conduttori e gli isolanti… Insomma, sicuramente un argomento ben più semplice da “maneggiare” rispetto all’altro! Jekyll e Hyde… Lessi il libro anni fa e mi piacque davvero molto!

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