“Recap” dell’Estate ’23 ♫ (I)

Pochissimi giorni fa, come forse avrete sentito da qualche parte, è stato assegnato (anche) il Premio Nobel per la Chimica – più precisamente per la sintesi dei cosiddetti Quantum Dots, alias ‘Punti Quantici’. A me personalmente è bastato giusto il termine ‘quantici’ per farmi sbarrare gli occhietti e decidere di NON approfondire oltre.

La clickchemistry era decisamente più caruccia, vero? (il P. Nobel assegnato lo scorso anno, sì). Ebbene, non siamo certamente capitati in questa sede per discutere di Meccanica Quantistica & assimilati, e quindi della tanto incasinata (e bistrattata, per lo meno da parte mia!) Chimica-Fisica (Quantistica). Per questa trattazione speciale vi rimando ai patiti (nonché esperti) del settore, anche perché qua, almeno quest’oggi, si discuterà di “tutto” tranne che di Fisica Chimica dei Materiali (giusto per essere un pelino più pignoli)!

In fin dei conti, non mi hanno forse abbastanza punita per la mia impertinenza impartendomi fior fior di rudimenti di Chimica-Fisica IV e di Fisica 2.0. – La Vendetta Elettrochimica?

Or bene, adesso che abbiamo rinnovato, come nostro solito, le consuete piaghe d’Egitto (lo sapete che se non lo faccio non sono contenta, no?), posso dire di essere tornata su questi lidi per cercare di fare un “esperimento”. Non so se riuscirò o meno a pubblicare questo post entro la fine di questa (intensissima) giornata (e se quindi il suddetto esperimento andrà a buon fine), ma in ogni caso non è giusto arrendersi prima di incominciare, no?

Eh be’, cara Eleonora, magari potresti anche riuscire ad arrivarci, al nocciolo della questione, se non ti mettessi qua a tergiversare (come fai sempre, tra l’altro) sul fatto che anche quest’oggi hai ascoltato ben tre ore di registrazioni inerenti al cosiddetto, celeberrimo corso di “Chimica Organica IV” (ebbene sì, la sto riseguendo), quindi hai ripetuto tutta la Teoria di Debye-Hückel includendoci pure la Dinamica Molecolare e poi, non contenta, hai persino ricopiato una parte degli appunti inerenti al Metodo di Ising per renderli più (in)comprensibili e, sottolineamolo, senza sclerare, direte voi.

Della serie: vorresti forse una medaglia al valore per questo?

Che? Io una medaglia al valore? Ma ovviamente no, ma cosa andate a pensare (il mio ego ferito, nel frattempo: invece sì, IO la voglio eccome!!!) ?

Okay, adesso giuro che la smetto. Soltanto che ogni tanto (ma giusto ogni tanto!) mi sento più scema del solito, quindi mi sembra giusto assecondare questo moto di “follia” attraverso la scrittura.

E adesso, veniamo pure all’argomento di questo breve post. Forse non vi sorprenderà sapere che pure quest’estate ho fatto il pieno di musica (buona o non buona? De gustibus!). E questa volta, YouTube mi ha regalato una playlist quasi tutta italiana.

Ebbene sì. Questa volta, è toccato ad alcuni cantautori/cantanti italiani che per tanto e tanto tempo non avevo considerato, dato che io mio cervello è composto dal 90% di prog rock. 

Cominciamo, quindi, dalla mia prima ossessione estiva. Questa volta è toccato alla sigla di Lupin III, un famosissimo (e bellissimo) cartone che a tutti quanti sarà capitato di vedere almeno una volta nella vita, e che ogni tanto ripropongono sulla rete Mediaset.  Ebbene sì, questa canzonetta del 1982, cantata da Irene Vioni (la musica e l’arrangiamento sono invece di Franco Micalizzi), accompagnata dall’orchestra Castellina-Pasi, secondo me è un capolavoro. Nella sua semplicità, riesce a trascinarti fino alla fine in un ritmo che instilla il me il profondo desiderio di buttarmi a pesce in mezzo a una pista da ballo (se soltanto sapessi ballare il Valzer Viennese e… se esistesse una controfigura con cui ballarlo!). La fisarmonica è infatti lo strumento principe del Liscio e del Ballo da Sala, discipline ormai riconosciute dalla Federazione Italiana Danza Sportiva (eh, il mio amore per questo sport ritorna sempre, come potete notare!). A quanto pare, della canzone esisterebbe anche una versione strumentale (che recupererò presto, visto che l’ho scoperto solo ora)!

Il prossimo cantante – di cui ho ascoltato quasi tutta la discografia – è Eduardo De Crescenzo. Certamente non è tra i più famosi, ma forse quasi tutti si saranno imbattuti in Ancora, una struggente canzone d’amore (scritta da Franco Migliaccio e Claudio Mattone) che ormai conosco a memoria. Tra l’altro, questo brano partecipò al XXXI Festival di Sanremo, nel 1981. La canzone suddetta fa parte dell’omonimo album (Ancora, appunto), e personalmente credo sia il miglior disco di De Crescenzo. Escludendo Ancora, Uomini semplici (reprise compresa) e Al Piano Bar Di Suzy, nello specifico, li ho ascoltati fino allo sfinimento, tant’è che alla fine, anche se forse potrà sembrare strano ad alcuni, Uomini Semplici è diventata proprio la mia preferita!

Concludo questo primo post (diciamo che facciamo una grossa “furbata”, almeno posso dire che “l’esperimento” di oggi sia andato a buon fine!) con il grande Michele Zarrillo (anche di lui ho ascoltato parecchie canzoni). Tutti, o quasi, conosceranno la famosa Cinque Giorni, di cui ormai sono veramente ossessionata. Anche questa canzone partecipò al quarantaquattresimo Festival di Sanremo (1994), ed è stata scritta dal cantante con la collaborazione di un certo Vincenzo Incenzo. Il brano, a mio avviso di una profondità disarmante (è stato persino tradotto in spagnolo!), figura nell’ottimo disco Come Uomo Tra Gli Uomini.

 

To Be Continued…

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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