*’Strategie’ Anti-fuga* — [Parte Prima]

Qualora non si riesca ad affrontare i propri demoni nell’immediato, c’è sempre l’occasione di poterli studiacchiare un minimo, prima di combatterli a viso aperto; di avvicinarglisi quel tanto che ci basta a coglierne le innumerevoli sfaccettature – seppur da una prospettiva piuttosto sfocata. Possiamo tentare di cogliere anche solo un guizzo di quella sentita speranza che si nasconde dietro a un fottutissimo marasma (perdonate il francesismo!) di formule chimiche e/o matematiche. Si può cercare di riderci su e, nel contempo, di godersi quella splendida gioventù di cui gli stessi studenti universitari – me compresa – vengono di fatto investiti sin dal momento in cui hanno messo piede nel “mondo dei grandi”. In quel mondo che loro stessi si sono scelti – a meno di specifiche eccezioni.

Quasi un paio di anni fa, quando ero ancora alla ricerca di un relatore che mi calcolasse, avevo optato (come tanti sapranno) per il professore di C. Organica II. Un professore a mio avviso stimabilissimo, molto esigente e altrettanto in gamba. Un professore il cui atteggiamento, perlomeno sulle prime, mi aveva profondamente delusa. Ciononostante, al netto del fatto che io, a tutt’oggi, non abbia ancora compreso perché “quel” chimico mi avesse fatto fare un viaggio a vuoto fino alla Sapienza soltanto per rifilarmi un panegirico finito con un no alla mia umilissima richiesta di farmi da relatore, e al netto del fatto che avessi detto di non volerlo vedere mai più (ovviamente alla luce della rabbia del momento)… non ho comunque mai smesso di provare ammirazione per quel suo modo tanto entusiastico di spiegare la materia. In realtà, dopo qualche tempo gli avevo già “perdonato” (se così si può dire) quello sgarro e, fin dal momento in cui mi sono decisa a frequentare la magistrale in C. Organica, sapevo che in ogni caso l’avrei rincontrato. E che, cervello permettendo, avrei dovuto sostenere l’esame di C. Organica IV proprio con lui, sotto i suoi occhi tanto vigili – ma, incredibile a dirsi, anche piuttosto divertiti qualora allo studente di turno capitasse di dire/scrivere una castroneria.

Non sapevo certo cosa aspettarmi, quando stamattina mi sono presentata di fronte alla solita aula con l’unico scopo di osservare la mia paura da un po’ più lontano (alias, dalla prospettiva del professore) rispetto a quando mi ci dovrò scontrare in prima persona. Insomma, non pensavo certo di divertirmi, assistendo a un esamone del genere. Della serie: la mia prima strategia anti-fuga (chi ha letto il post precedente, sa!) ha funzionato meglio di quanto mi aspettassi. Perché se alcune volte non si sa proprio da dove cominciare, muoversi comunque e cercare di vedere come se la cavano gli altri studenti può essere un toccasana. Soprattutto quando scopri che pure loro hanno le tue stesse debolezze, o che comunque non sono poi così “geni” come avevi creduto. E il fatto che anche il docente sia perfettamente consapevole della difficoltà di questo esame, tanto da buttarla sul ridere quando per lo studente il gioco si fa duro perché magari non riesce a ricordare, cercando in tutti i modi di aiutarlo (in Triennale era decisamente più “cattivo”, argh!), anche se magari il finale non è dei più felici, mi ha sicuramente regalato tanta speranza e, forse, quel pizzico di coraggio in più per “buttarmi” a capofitto in quello strano mondo.

L’elemento disturbatore della mattinata? Diciamo che non è stato proprio il massimo quando anche il docente di Organica V (materia che mi toccherà seguire quest’anno – I’ll send an S.O.S to the world, direbbero i The Police) è entrato in aula all’improvviso e si è messo a interrogare in quella stessa aula i suoi studenti.

Il risultato?

Nella lavagna di sinistra si discuteva di Organica V, mentre in quella di destra di Organica IV. Potete immaginare che casino. Un’accozzaglia di voci e di formule che mi hanno rimbambita. Cioè, ho capito che quei due prof sono pappa e ciccia, però che cavolo! In quel momento mi è proprio sembrato di tornare ai tempi di Organica II.

Come diavolo ho fatto a sostenere un esame del genere, con quel casino di doppie voci (la mia e dell’altro studente di turno, già) in sottofondo? E i professori come cavolo facevano/fanno a seguire per filo e per segno tutto quello che dicevamo/diciamo? Forse questi organici (a parte la follia che li contraddistingue) hanno dei superpoteri di cui noi poveretti non siamo a conoscenza? Eppure, malgrado tutto, l’esame riuscii a darlo comunque. Sul come abbia fatto… chiedetelo a qualche entità superiore perché io, a essere onesta, non ne ho la più pallida idea! Certo, il solo pensiero che probabilmente dovrò sostenere altri due esami in questo modo, be’… non è che sia proprio consolatorio!

E non so nemmeno se potrebbe mai essere di buon auspicio che una ragazza nuova con la quale ho fatto conoscenza proprio oggi mi abbia registrato sul telefono come “Eleonora + cognome della docente di Chimica-Fisica IV” perché, come le ho confidato, dovrei (purtroppo) scontrarmi anche con questa materia di cui non capisco una beata mazza – e lei, a quanto sembra, sarebbe disposta a mandarmi le slides con appunti aggiuntivi (note a margine: io ormai accetto tutto, malgrado abbia tremila dispense su ‘sta roba, talmente sono disperata 😂). E se almeno da un lato la cosa mi ha fatto sorridere (quando mi ha registrata in quel modo, non ho potuto fare a meno di esclamare “Ad averla, quella testa!” – alias, la testa della prof –), dall’altra parte mi è parsa un pochino inquietante.

Appena un po’, parafrasando i PFM.

Una cosa è sicura: quando ho visto il quaderno del professore di Organica V, ho capito che questi organici hanno un senso dell’umorismo particolarmente spiccato (in realtà che ce l’avessero un po’ tutti i chimici l’ho compreso sin dall’inizio!). Perché acquistare un quadernone della Comix con su scritto “Non riesco a visualizzare la mia voglia di studiare” mi ha fatto piuttosto sorridere.

Eh, quello là sì che ha capito tutto, sigh sob! E la signora che mi ha fatto le fotocopie delle slides della suddetta materia ci ha capito ancora di più. Sapete quante ne ho dovute far stampare?

Erano più di 700 (per giunta non le avevo contate e quando l’ho saputo mi è preso quasi un coccolone).

E l’avermi salutato con un “bellissimo” Auguri! quando mi ha restituito il paccone, mi ha fatto venir fuori un sorriso mezzo tirato accompagnato da una risatina sommessa.

Perché in realtà, come le ho fatto notare, avrebbe dovuto farmeli doppi, quegli auguri, dato che in mezzo a cotante reazioni organiche strambe mi tocca anche sopportare ulteriori stramberie fotocopie di Chimica-Fisica IV strapiene di materia oscura supercompatta (giusto per rimanere in tema, perché sono pure andata a cercare l’Aula Majorana nel Dipartimento di Fisica per le future lezioni e da fuori ho sentito mezza frase riguardo a questa fantomatica materia oscura supecompatta – che, per inciso, mi ha fatto scappare a gambe levate)!

Ho scoperto un’altra cosa, però. A quanto pare, non sono l’unica a fuggire (persino in tempo reale!) quando le cose si fanno difficili (e a riderci su). E non dico altro.

Anzi, sì. Da oggi in poi, mi affiggerò per bene nella mente questa bella frasetta pronunciata dal professore di Organica IV durante gli esami di oggi:

 

Qui non siamo davanti a un plotone di esecuzione, dovete stare tranquilli.

 

Cosa rispondo io?

E sia.

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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