«Ma non dovevamo vederci più?»

Esiste una famosa canzuncella (o forse dovrei meglio definirla come l’ennesimo capolavoro della musica italiana, anno 1976) dell’altrettanto famoso Lucio Battisti la cui intro recita così:

 

Ancora tu?

Non mi sorprende, lo sai… Ancora tu?

Ma non dovevamo vederci più?

 

Dovete sapere che, ogni singola volta che mi mettevo “in ghingheri” per studiare la tanto assurda materia di cui ormai avrete piene le tasche (avete capito che si tratta proprio di Chimica-Fisica, n’est pas?), questo brano di Battisti risuonava a viva forza nella mia mente. Ed è persino partito in automatico il giorno stesso dell’esame. Se avessi avuto tanta fantasia (e altrettanto tempo), sarei stata ben felice di modificare la canzone inserendovi dentro tutta la mia ironia (chissà che non possa farlo, un bel giorno!) riguardo all’ennesima situazione scomoda che mi è toccato affrontare – e che alla fine della fiera ho fronteggiato, di fatto, egregiamente (perlomeno da un punto di vista prettamente psicologico!). Diciamo pure che, perlomeno da una parte, la dea bendata non è stata dalla mia: mi sono stati chiesti due degli argomenti più incasinati dell’intero corso (per quanto quello stesso caos fosse un po’ [un po’ tanto, a dire il vero] sparpagliato ovunque).

Il risultato? Come avevo maturato prima ancora che i docenti mi dicessero la votazione, mi è stato dato un 24 che poteva, se magari avessi avuto un pizzico di fortuna in più, tramutarsi in un qualcosa di leggermente superiore. A ogni modo, questa volta non la voglio fare tanto lunga. Ho già avuto modo di sfogarmi abbondantemente fuori di qui, e in questi giorni di “pausa” dallo studio (ho sostenuto l’esame cinque giorni fa) sto maturando sempre di più che prendere un voto del genere in una materia nella quale sono presenti mille formule, qualche orrida dimostrazione (ce ne sono di carine, anche, e non pensavo che l’avrei mai detto!) e fior di principi di quantomeccanica che al solito sfuggono alla nostra comprensione (siamo evidentemente troppo “normali” per capirci DAVVERO qualcosa!), dovrebbe essere considerata ai più come una sorta di benedizione! Sì, un pochino mi è dispiaciuto il fatto che non mi siano stati chiesti i miei argomenti preferiti, ma d’altra parte… venire a conoscenza del fatto che persino un bravissimo studente (che io ho sempre reputato uno dei “geni” del nostro corso di studi) ha toppato a questo esame per ben due volte, non può che farmi apprezzare ancora di più gli innumerevoli sforzi fatti in questo periodo per assolvere un esame che credevo mostruoso. E tutto fra i tanti viaggi giornalieri, altrettante ore di lezione e i tanti salti mortali per tentare di finire in tempo il programma in vista dell’esame.

Insomma, io e la Chimica-Fisica avevamo stretto un bel patto, quando la ragazzina imberbe e sognatrice che era in me (come se adesso fossero passati secoli!) frequentava ancora la triennale: come decantato dal grande Battisti (che fra l’altro, poco prima che la malattia lo strappasse alla vita, stava per laurearsi in Matematica; gli mancavano soltanto un paio di esami!), io e “lei” non dovevamo vederci più. Invece… ho deciso di risfidarla ancora una volta, e devo perlomeno riconoscere a me stessa il piccolo-grande merito di aver raccolto una certa dose di coraggio nel decidere di ributtarmi fra le sue (spinose) braccia! E se la maggior parte delle persone (beate!!!) che non studiano ‘ste materie folli, com’è giusto che sia, associa alla canzone un significato ben diverso da quello che ho cominciato ad attribuirle io non appena ho “reincrociata” quella materia (e non per caso, no!) sulla mia strada, be’… sappiate che è tutto nella norma! Che poi… la copertina dell’album in questione (La batteria, il contrabbasso eccetera…) non è che non mi rappresenti a pieno… Ora come ora, preferirei mille volte scappare a gambe levate e riempirmi di fanghiglia, piuttosto che affrontare nuovamente un esame che contenga la parola fisica nel mezzo.

Aspettate, però… Adesso che ci penso, la mia (dis)avventura con questa “bellissima” disciplina non è ancora del tutto finita. Prossima tappa (se sopravvivo in mezzo alle millemila formule e reazioni che mi aspettano, ovvio!): Chimica Organica IV, più propriamente definita come… Chimica Organica-[Fisica]. 

E anche per oggi, penso di… penso di aver detto tutto.

O forse no. Questa volta, in tutta sincerità, avrei voluto dare forfait e non scrivere nemmeno una riga in occasione del quarto esame superato (benché il titolo del post fosse già bello che pronto da mesi!), anche perché non avevo poi troppo da dire (se non lamentarmi come mio solito della mia sfiga, ovvio! 😆 🙄 ). Una cosa in particolare, però, mi ha convinta (incoraggiamento di mia madre a parte!). Precisamente, il piccolissimo libello che, a sorpresa, ho trovato poco fa sopra la mia scrivania. Un manabile di Chimica del 1983: in pratica, si tratta di un piccolo compendio di formule corredato da nozioni di C. Generale, Analitica, Organica, Spettroscopia, Cromatografia e… ed Elettrochimica (per quest’ultima materia, io ve lo dico, credo che andrò ad accendere prossimamente un bel cero!).

Ebbene… notate forse qualcosa di insolito?

Esattamente. Chimica-Fisica NON c’è! Non viene nemmeno nominata di striscio, perlomeno nella copertina! Quindi dai, magari ci possiamo permettere di essere un pelino più ottimisti, questa volta. E magari, chissà… dormire persino sonni più tranquilli, senza vedere formulacce disturbanti durante la fase REM!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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