Gennaio in musica – Contaminazioni Sonore Multiformi

Prima di buttarmi nella stesura della seconda parte (che sarà molto corposa) del post pubblicato nel mese di Dicembre, mi sono come al solito prodigata nel ricercare gli album afferenti alle precedenti epoche realizzati nel mese di Gennaio. Questa volta, i prodotti musicali menzionati non saranno poi molto celebri, ma un qualcosa di noto apparirà ed avrà a che fare niente poco di meno che con lo scrittore George Orwell. Avete già capito a cosa si riferisce l’indizio?

 


 

4 Gennaio 1967

 

Sii sempre come il mare che, infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci.

Jim Morrison

 

Un’occasione per nominare i The Doors dovevo pur trovarla, perciò eccomi qua, con una prospettiva del tutto fuori dall’ordinario campo musicale cui soglio amatorialmente occuparmi. In effetti, l’album omonimo menzionato non ci azzecca minimamente con il rock progressive, anzi, è un rappresentante puro del rock psichedelico e assimilati.

Ho ascoltato il primo album della band circa tre o quattro anni fa, avendo modo di scoprire l’appartenenza della celeberrima canzone “The End” al sensibile “poeta e cantante maledetto” Jim Morrison. Sì, il grande Morrison aveva la passione per la poesia e si dilettava nel componimento di versi e citazioni di grande impatto emotivo, come quella summenzionata. Credo proprio che un bel giorno dedicherò loro un bel post.

Nei confronti dell’album, cui si mescolano anche alcune melodie afferenti al rock n’roll e al blues, ho sviluppato al tempo un’ossessione che è durata un bel po’. Non saprei spiegarne su due piedi il perché, ma forse la “strana e complessa personalità” del frontman dei Doors è stata determinante. Quando frequentavo ancora il liceo, ho avuto modo di scoprire, navigando in giro per internet alla ricerca di nuove band da ascoltare, il cosiddetto “Club 27”, (cui fece parte lo stesso Morrison) slang giornalistico con il quale si indicava una cerchia costituita da quelle celebrità musicali che a causa di problemi psichici e/o abuso di sostanze stupefacenti ci hanno rimesso la vita all’età di soli 27 anni. Tutto ciò ebbe un grande impatto su di me: nella mia anima si affacciarono compassione, spavento e allo stesso tempo fervida curiosità.

E fu così mi addentrai nel famigerato e tristissimo caso denominato “La famosa maledizione nel mondo della musica” definita anche come “J27”, dove la lettera J sta ad indicare che molte delle vittime appartenenti a tale cerchia hanno il proprio nome o cognome che comincia per J. Insomma, un’altra coincidenza davvero inquietante… Senza contare che la canzone “The End” sembra proprio rappresentare una sorta di epitaffio in memoria della morte di Morrison, che sarebbe avvenuta il 3 Luglio del 1971.

In effetti, una parte del brano recita: “This is the end… My only friend, the end.” Tale brano, comunque, si ispira a molteplici opere letterarie. In particolare, Morrison mescola la poetica simbolista e visionaria di William Blake con quella di Edgar Allan Poe. Vi è persino un chiaro riferimento all’Edipo re di Sofocle, afferente alla cultura greca.

Murales dedicato al "J27"
Murales dedicato al “J27”

23 Gennaio 1977

 

 «Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri»

 «Quattro gambe buono, due gambe meglio».

George Orwell

 

Animals -Angie
Animals – Algie

Un concept album ispirato al romanzo satirico di George Orwell, “La fattoria degli animali”, una svolta notevole nel panorama musicale di un gruppo composto da quattro talentuosi musicisti alla costante ricerca di un sound dal quale possa scaturire il meglio di loro. Insomma, un classico della letteratura trasposto in musica le cui argomentazioni di taglio satirico trovano tuttora riscontro, soprattutto in ambito politico. Stiamo parlando dell’ambiziosa opera dei celeberrimi Pink Floyd: Animals”.

Il concept album nacque con l’intento di criticare le condizioni politiche in cui riversava l’Inghilterra degli anni ’70. Il maialino sovrastante, denominato Algie, divenne uno dei simboli del gruppo e nei concerti dal vivo fa la sua comparsa accanto alle torri della Battersea Power Station raffigurata nella copertina dell’album, una famosa centrale elettrica londinese costruita ad arte sul palcoscenico nel quale “si svolge l’azione.”

Nel romanzo di Orwell, i maiali detengono il potere su tutti gli altri animali, sostituendo a poco a poco la presenza dell’uomo, definito come lo sfruttatore di quelle povere bestie. Ma paradossalmente, gli stessi maiali (che rappresenterebbero i politici) cominciano a comportarsi proprio come gli uomini, assimilando in poco tempo le loro abitudini e dedicandosi alla creazione di leggi che mirano esclusivamente al proprio vantaggio.

Le pecore rappresentano invece “la mandria insana e cieca”, mentre i cani simboleggiano la stessa legge. Le “massime” indicate nell’introduzione sono le “prescrizioni dell’Animalismo” che i maiali decantano con forza verso la metà del romanzo, modificando i seguenti comandamenti che in origine caratterizzavano la società animalista:

 

  • Tutto ciò che va su due gambe è nemico
  • Tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico
  • Nessun animale vestirà abiti, nessun animale dormirà in un letto, nessun animale berrà alcolici
  • Nessun animale ucciderà un altro animale
  • Tutti gli animali sono uguali

 

L’atmosfera che si respira nell’album è tutt’altro che rassicurante e l’inquietudine in esso presente si traduce attraverso le sonorità dell’album, in parte progressive e in parte afferenti all’hard rock.

Gennaio 1977

I Renaissance pubblicano “Novella”, un album molto più afferente alle sonorità progressive rispetto agli altri che compariranno in questo post. La splendida voce di Annie Haslam accompagnata dai cori degli altri membri della band (Dunford, Camp, Sullivan, Tout), è pronta a trasportarci all’interno di un mondo fiabesco e romantico, come suggerito dal titolo. La traccia che ho particolarmente apprezzato è “The Captive Heart”. Il tutto è scandito dalla presenza del mio amatissimo pianoforte (suonato da John Tout).

Gennaio 1977 - Novella
Gennaio 1977 – Novella (copertina dell’album)


Gennaio 1981

Un album dalle mescolanze pop/prog che ho scoperto circa due anni fa, dal titolo “Nude” e dalla copertina davvero curiosa. Questa volta (e non sarà l’unica), colgo finalmente l’occasione per citare i Camel, uno dei più celebri gruppi afferenti alla Scena di Canterbury assieme ai Caravan, ai Soft Machine e a molti altri gruppi.

La scoperta di questa band è stata del tutto casuale. Su YouTube avevo posto la riproduzione automatica e partì “all’improvviso” questa canzone: Ice. Una canzone strumentale la cui indiscutibile bellezza mi folgorò, tanto da decidere di addentrarmi maggiormente nel sound rappresentante la band.

Ma non avevo scoperto ancora il meglio: “al varco” mi attendevano Mirage (1974) e The Snow Goose (1975) pronti a dimostrami tutta la loro magnificenza. Ma come ormai saprete, arrestarmi all’epoca dei ’70 non è mia abitudine, perciò ho proseguito sulla scia di “I Can See Your House From Here” – album del 1979 – (che peraltro contiene la famigerata “Ice”!) e mi sono lanciata alla scoperta di “Nude”.

Ebbene, devo dire che questo album ha suscitato in me delle emozioni molto piacevoli; paventandomi delle sorprese musicali alquanto originali e tutt’altro che scontate. Molte delle tracce dell’album sono strumentali, e a tal proposito mi azzarderei a dichiarare che i Camel si dimostrano davvero forti in questo ambito. Lanscapes e Changing Places ne sono un chiaro esempio.

Il concept album è incentrato sulla vicenda del soldato giapponese Hiro Onoda, che venne arrestato su un’isola dopo circa trent’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale poiché credeva che la guerra non fosse realmente terminata. Le canzoni create dal leader Andrew Latimer godono di un sound fresco e dinamico, a tratti nostalgico e malinconico.

D’altronde, la tipica componente intimista di cui si avvalgono le melodie create dai Camel è sin dagli esordi un loro marchio di fabbrica. In effetti, il talento del gruppo si esplica in misura maggiore attraverso “l’impiego” di quelle tracce strumentali che riescono ad impreziosire ogni singolo album.


Gennaio 1987

Ci stiamo ormai avvicinando agli anni ’90, eppure il sound “di quella band” continua a stupire. Devo ammetterlo, finora ho apprezzato enormemente quanto ascoltato del “misterioso gruppo” che vi presenterò a breve. Il loro è un sound particolare ma non troppo ricercato, un sound sospeso fra tradizione e modernità, dolcezza e potenza allo stato puro.

Insomma, il loro è un sound dalla forte “componente ingegneristica e tecnologica” prodotta da un originale – quanto inimitabile – creatore: il mitico Alan Parsons, musicista e tecnico del suono fondatore degli Alan Parsons Project. Dopo lo straordinario omaggio musicale nei confronti di Edgar Allan Poe (“Tales Of Mistery And Imagination”) e di Isaac Asimov (I Robot), gli APP  creano un album dedicato all’architetto spagnolo Antoni Gaudi. Molto celebre è la prima traccia – “La Sagrada Familia” -, convertita nella strumentale “Paseo De Gracia”, ultimo brano dell’album. Anche la traccia “Inside Looking Out” nasconde una notevole bellezza, nonché altrettanta originalità.

Certo, tale lavoro non è assolutamente paragonabile ai capolavori precedenti (di cui senz’altro parlerò nei prossimi articoli), ma la presenza di Eric Woolfson (1945 – 2009) è per me fonte di un indiscusso concentrato di magia che rende l’album altrettanto unico. Proprio così: trovo la sua voce semplicemente straordinaria… Un perfetto connubio di dolcezza e potenza, una presenza costante sin dall’anno di esordio del gruppo britannico (1976) e che sicuramente permarrà per sempre nel cuore e nella memoria di tutti i fan del gruppo.

Gennaio in musica – Contaminazioni Sonore Multiformi
Gennaio in musica – Contaminazioni Sonore Multiformi

 

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

4 Risposte a “Gennaio in musica – Contaminazioni Sonore Multiformi”

  1. Il maiale volante si chiamava Algie, non Angie (era un maschietto, eh!).
    L’ultimo disco dei Doors, pubblicato postumo a Jim Morrison, contiene delle poesie che aveva composto lette da lui in persona, che gli altri membri del gruppo avevano musicato. Verdone in suo film aveva usato Ghost Song e aveva speso una cifra pazzesca per i diritti. Aveva detto che con quanto chiedevano per Light My Fire ci si poteva tranquillamente finanziare un piccolo film.
    Renaissance e Camel… avessi messo anche i Caravan avresti fatto il terzetto perfetto della prog di Canterbury! 😜

    1. Caspita, è stata una (doppia) svista, ti ringrazio per la segnalazione! 🙈
      Quanto ai Doors, ho saputo che Morrison scriveva poesie per pura casualità, quando in una libreria ho scoperto che avevano pubblicato un libro con alcune sue poesie inedite. Quanto ai Caravan, ho ancora molto (ma molto) da scoprire su di loro! 😀

    1. Io ci avevo dato un’occhiata e mi sembrava davvero bello! Grazie del consiglio, inizierò senz’altro da lì, anche perché nell’ultimo numero del Prog Italia che ho comprato c’è tutta una prolissa ed affascinante panoramica dell’album che hai citato! 🙂

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