Un Plot Twist… “formato esame”!

   Chi disprezza compra.

 

Poco più di un mese fa ho vissuto sulla mia pelle una delle emozioni più intense che si possano provare nella vita: il conseguimento di una laurea tanto agognata quanto sofferta; una laurea che mi ha regalato moltissimo, soprattutto a livello di crescita personale. Ho conosciuto lati di me che, molto probabilmente, sarebbero rimasti ben latenti (se non addirittura inediti), se non avessi avuto questa “viscerale” curiosità per la Chimica.

Nelle ultime settimane (come giorni), invece… ho persino sognato di dover risostenere alcuni di quei famigerati esami della triennale, come alcuni professori di cui non ho un così bel ricordo, anzi… Tanto per dirne una (a distanza da tre anni dall’esame, fra l’altro), di tanto in tanto continua ad apparirmi in sogno persino il docente di Chimica-Fisica I (ormai in pensione da un paio d’anni). Sarà che il suo modo di insegnare era talmente sconclusionato (e la materia super ostica e per nulla amichevole) da avermi lasciato un segno che forse non potrà mai essere scalfito? Questo non lo so. Fatto sta che lui nel sogno che ho fatto ieri sembrava persino ringiovanito, senza neanche un filo di barba (bianca, ovvio) e stranamente presentabile (a lezione non lo era mai, anzi). Ma io dico… sognarmi un uomo alla Patrick Swayze o alla Gedeon Burkhard (da sempre il mio attore preferito, tra l’altro) sarebbe così strano? Sarebbe chiedere troppo dalla vita?

A quanto pare, non lo sapremo mai. 

Una certezza ce l’abbiamo, però. Proprio oggi, ho conseguito il primo esame della magistrale in Chimica Organica e Biomolecolare! Premesso che non sono stati pochi gli studenti che mi hanno dato della pazza o, ancora, della coraggiosa per aver scelto, a detta loro (e non gli posso certo dare torto!) un ramo della Chimica tanto ostico e non meno “cervellotico”. La Chimica Analitica è per i non coraggiosi, mi ha detto oggi una studentessa, che doveva far l’esame insieme a me. A parte il fatto che non sono d’accordo con la sua affermazione (più che altro le due magistrali si concentrano su due differenti “visioni” della Chimica; l’una più “accademica e teorica”, almeno per certi versi, l’altra ben più pratica e meno complessa per quanto concerne l’elaborazione di “particolari teorie chimiche e chimico-fisiche”, ma NON di certo per le numerosissime tecniche analitiche di cui la stessa si fregia, come delle modalità di analisi che portano all’identificazione di innumerevoli sostanze!) – infatti sono solita rispondere che per me i veri extra-terrestri sono i chimici-fisici! –, posso solo dire che comunque, almeno oggi… non ho sostenuto un esame afferente al ramo organico, bensì l’unico esame di Chimica Analitica previsto nel mio curriculum.

Ora… Se io vi chiedessi di scegliere, così, a bruciapelo, tra Ambiente e Salute e Spettrometria di Massa (MS dall’inglese Mass Spectrometry), quale esame scegliereste? Scegliereste il primo, dico bene? I nomi strani, generalmente, fanno paura e ci mettono ansia, magari ci viene pure da pensare “chissà che caspita di roba strana che c’ha dentro”! Ebbene sì, lo confesso. Credevo che il primo esame, a differenza del secondo, sarebbe stato non dico una passeggiata, ma quasi. Tra l’altro, reduce dalla pessima esperienza avuta sia in Analitica III che in Organica III riguardo alla MS, non ho esitato nemmeno per un istante a cassarlo dalla lista. Vi dico solo che quando ho saputo che MS non era un esame obbligatorio… mi sono letteralmente messa a saltare per tutta la casa come se mi fossi scansata il fosso più grande che avessi mai incontrato nella vita (e no, non scherzo)! Poi, invece… volete sapere com’è finita?

Vi dico solo questo: chi disprezza compra.

E io, be’… a partire dal 31 di dicembre mi sono comprata un bel “pacchetto di 33 lezioni formato MS”, tra l’altro viste (e trascritte) in poco più di una decina di giorni, con un ritmo talmente serrato e non meno disperato da farmi paura (boh, aver preso la laurea mi ha fatto uno strano effetto, in certi momenti mi sembravo un robot); in tutto ciò ho mollato Ambiente e Salute dopo aver ascoltato 9 lezioni (su 33, pure qua), ho cominciato a studiare MS letteralmente a partire dal 12 gennaio ma, nel prosieguo dello studio, mi sono dimenticata un sacco di roba fatta prima e ci ho messo una vita a studiare solo il quadrupolo, tant’è che si può dire che, alla fin fine, il “vero esame” me lo sono preparato in soli 4 giorni di studio matto e disperatissimo (non mi dite come ho fatto, che ancora stento a crederci pure io!). Vi dico solo che, perlomeno inizialmente, mi ero prenotata all’esame soltanto con lo scopo di assistere agli orali per farmi un’idea di come la docente avrebbe interrogato.

Certo, dentro di me coltivavo la speranza di provarci, non mi sono mai arresa perché io volevo a tutti costi dare un esame in quel di gennaio. Per la prima volta in vita mia sono persino riuscita a farmi i calcoli inerenti ai possibili esami sostenibili verso la fine di questo mese (come del mese di febbraio), dato che, essendo fresca di laurea, nei mesi scorsi non ho avuto il tempo di studiare una beata cippa. I conti, per la prima volta, tornavano: avrei mollato Ambiente e Salute (perché tra un professore che, a livello di spiegazioni, mi garbava ben poco, esame scritto a crocette condite, forse, da qualche domanda aperta, un progetto di ricerca da portare all’orale con annesse domande del suddetto docente ci avrei messo UNA VITA, altro che fare l’esame a fine gennaio) a favore di MS. In buona sostanza, ho cambiato idea così, di botto. Un vero e proprio “plot twist”, che di certo non avevo programmato! Eppure, anche stavolta ho affrontato “la paura” (e, caso strano, con più maturità del solito!). Ho affrontato il pregiudizio che provavo nei confronti di questa potentissima tecnica analitica scoprendo che, alla fin fine, non era poi così “terrificante” come avevo sempre creduto. Anche questa volta, la Chimica ha fatto il suo lavoro. È riuscita a sorprendermi “e a farmi sua” con una facilità impressionante. Se avessi anche solo affrontato un esame di questa portata soltanto un paio di anni fa, mi sarei messa a frignare come una disperata; questa volta, invece, ho affrontato la cosa con spirito sereno e propositivo.

Quasi con il sorriso, a tratti.

E con un largo sorriso sono poi uscita dall’aula D del Cannizzaro, con in tasca, tra l’altro, un bel 28.

Insomma, direi che siamo partiti alla grande, no? Sapevo che non sarebbe stato facile, in alcuni momenti ho persino accarezzato l’idea di scrivere alla docente per dirle che sarei tornata nell’appello di febbraio. In realtà, lei stessa aveva permesso a tutti di scegliere la data; io, dal canto mio, avevo scelto come preferenza il 7, il 6 o il 3 di febbraio. La sua risposta? I giorni disponibili per sostenere l’esame sarebbero stati il 30 o il 31 di gennaio (in pratica “lei mi ha fregata” perché questa volta, contrariamente a quanto accade con altri docenti, chi si prenotava per primo all’appello aveva maggiori possibilità di scelta!).

La speranza, in ogni caso, ha continuato a spingermi verso il traguardo. L’ascolto di quegli studenti mi ha dato la grinta per apprendere quegli argomenti che loro stessi hanno imparato a suon di ripetizioni (tra l’altro le lezioni non sempre erano chiarissime, quindi ho dovuto perdere ulteriori ore della giornata per cercare di venirne a capo!) pur avendo avuto a disposizione, magari, il doppio del mio tempo; oltretutto l’atteggiamento pacato e disponibile della docente mi ha dato un ulteriore slancio per compiere quest’ennesimo salto che, questa volta lo speravo, non sarebbe stato un semplice salto nel vuoto.

Ma sarebbe stato un salto di qualità, quel salto che mi avrebbe permesso di pensare al prossimo esame come alle prossime, eventuali, sfide con lo stesso senso di tranquillità che, assieme a una grinta dal sapore squisitamente dolce, mi ha pervaso durante lo studio di questa materia.

Proprio così. Nessun dolore, questa volta. Nessun retrogusto dal sapore amaro. Ma solo tanta, tantissima soddisfazione.

Ps: inizialmente l’acronimo MS, come sicuramente saprete, mi ha fatto pensare al famigerato marchio di sigarette (in questo caso tale acronimo deriva dal latino Messis Summa, il “miglior raccolto”), ma non solo. In effetti, ho pensato pure alla mia ex professoressa di matematica della terza media. Da fumatrice accanita qual era, quasi ogni singola volta che estraeva dalla tasca della giacca il suo amatissimo pacchetto di sigarette, se ne usciva con un “Ragazzi, sapete che significa MS per la sottoscritta? Morte Sicura!!!” E ciò detto, usciva fuori a fumarsi tranquillamente la sua bella sigaretta. Chissà che penserebbe se io le dicessi che MS è pure l’acronimo di un aggeggio tanto caro ai chimici analitici quanto, seppur forse in minor misura, agli organici!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

2 Risposte a “Un Plot Twist… “formato esame”!”

  1. Il vero plot twist è che siamo partiti da una fanciulla disperata a ogni esame, che mi diventa dottoressa in Chimica, e alla specialistica dà subito un esame, lo passa al primo colpo, e prende pure 28!
    Dai, grandissima, continua così! 😀

    1. Ma lo sai che adesso questo tuo bellissimo commento mi rimarrà nella testa per almeno… non lo so, ma contiamo pure che ci resterà per luuungo tempo!
      Grazie mille, spero tanto di continuare su questa strada (e che potrò affrontare i prossimi ostacoli proprio come stavolta, ergo… senza frignare troppo, ahah)! 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *