“Recap 2022” ♫ [Parte II]

Ed eccoci tornati alla seconda “puntata” del Recap 2022 (lungi da me dal lasciarvi troppo con la suspence!). Questa volta, ho tutta l’intenzione di partire subito a bomba e, nello specifico, dall’ossessione di tutte le ossessioni dello scorso autunno (perché in realtà, secondo l’algoritmo di YouTube, la canzone da me più ascoltata – tra l’altro in piena estate – sarebbe un’altra [e ha ragione!], ma questo… lo scopriremo nei post seguenti!):

♫♫♫♫


 

I) The Eagle Will Raise Again 

 

«…All that I ask youIs show me how to follow you and I’ll obeyTeach me how to reach you, I can’t find my own wayLet me see the lightLet me be the light…»

 

Nei mesi scorsi, avrò ascoltato questa grandiosa canzone dei The Alan Parsons decine e decine di volte. O meglio, l’ho riscoperta. Durante la stesura della mia (mini) tesi, in effetti, ne ho approfittato per rispolverare intere discografie di band che avevo già ascoltato, come scoprirne di nuove (tipo i Rush!), e ho avuto modo di apprezzare delle tracks che, per un qualche oscuro motivo, avevo ingiustamente trascurato. Questo brano, cantato dal grandioso Colin Blunstone (lo stesso di Old And Wise di Eye In The Sky [1982]) – che a mio avviso avrebbe meritato molto più spazio negli APP! –, appartiene a Pyramid  [1978], uno dei concept più belli e malinconici (e non meno suggestivi) del gruppo inglese. Il brano (il migliore del disco, a mio avviso!) sembra narrare la caduta di un uomo che, alla fin fine, si rialzerà e continuerà a vivere, proprio come una vecchia fenice risorgerà dalle sue ceneri. A dispetto della copertina del disco (che alle volte, lo confesso, avrei voluto tanto utilizzare per descrivere la mia condizione di studentessa universitaria perennemente disperata), che raffigura un Alan Parsons appena risvegliatosi da un incubo, nell’album non mancano tracce frizzanti e non meno divertenti (Pyramania ne è un perfetto esempio!). Il brano che ho scelto, in particolare, si avvale di un’atmosfera inizialmente lugubre, ci sembra quasi di vedere le sembianze di quest’uomo che cerca disperatamente una via d’uscita, un qualcosa che riesca a farlo uscire da quella condizione di alienazione profonda cui sembra caduto. Colin si lancia in un assolo che, insieme ai cori, instilla malinconia e speranza insieme.

The eagle will learn to fly – l’aquila imparerà a volare –, dirà verso la fine della canzone. The eagle will raise again – l’aquila rinascerà a vita nuova. E conseguentemente… possiamo farlo anche noi.


II) The Shadow Of A Lonely Man

 

«Look at me now, a shadow of the man I used to be…»

 

1978 Pyramid - The Alan Parsons Project - Rockronología

Ho un certo debole per le canzoni malinconiche (ma va, non si era capito…), forse perché per certi versi anche dentro di me si cela, sin troppo spesso, questo stato d’animo. Complice la nostalgia che alcune volte mi coglie, o magari i tanti contrasti che fanno da sfondo a determinate situazioni a cui mi capita di ripensare. Come da titolo, in questa canzone la tematica affrontata è nientemeno che la solitudine. Insomma, se nella canzone precedente si poteva scorgere un briciolo di ottimismo, in questa traccia… questo briciolo pare non esserci. O meglio, l’uomo afferma chiaramente che si aggrapperà comunque alla speranza, ma in sostanza chiarisce che non lo farà in eterno. La resa dei conti è ormai arrivata, ed è tempo di bilanci… e il bilancio che l’uomo fa della propria vita non sembra poi così positivo come sperava. La canzone si avvale, anche stavolta, di un’introduzione condita anche dal pianoforte di Woolfson, e John Miles ne è il solista principale. Piccola “chicca”: inizialmente mi sono chiesta se fosse migliore questo brano o il precedente… Ho trovato la soluzione “al quesito” soltanto dopo un ridotto numero di ascolti di entrambe e, benché all’inizio le avessi trovate piuttosto simili, è ormai assodato che il caro Colin Blunstone non si batte!

III) You Never Know

 

«…All for one and one for all
One to fly and one to fall… Its wonderful!»

 

Da sinistra: Anthony Phillips, Tony Banks, Peter Gabriel...

Un bel giorno mi sono imbattuta in un album dei Genesis “personalizzato” (eccolo qui!), uno di quelli creati ad arte dai loro fan, per intenderci. Ebbene, io, che pensavo di conoscere TUTTE le canzoni del mio gruppo del cuore, mi sono dovuta subito ricredere. In quell’insieme di canzoni meravigliose, in effetti, ce n’erano ben tre a me sconosciute. You Never Know è una canzone molto divertente, pieno di quei giochi di parole che tanto piacevano a Peter Gabriel (a quanto pare il testo, però, è di un certo Martin Hall). Questa “demo”, tra l’altro, è stata registrata insieme a Phil Collins, intorno al 1974. Il ritmo del pianoforte è accompagnato, perlomeno all’inizio, da un accenno leggero di flauto traverso. E, contrariamente a quanto si possa pensare, non è Tony Banks a occuparsi delle tastiere, ma è il caro e taciturno Anthony Phillips. Nell’album sono incluse Firebirds, un altra piccola gemma assieme a You Get What You Want (il solista è sempre Gabriel, supportato da Collins). 


IV) Dancing In The Street

 

«…All we need is music, sweet music…»

 

Visto che ho appena nominato Phil Collins, ci spostiamo direttamente al 2010 per citare un’altra canzone di cui sono ossessionata (e che ascolto sempre quando ho bisogno di un minimo di grinta!): Dancing In The Street, che in realtà è una cover dell’omonima canzone degli anni ’60 del gruppo Martha & The Vandellas. In uno dei miei primissimi post ho parlato abbastanza nel dettaglio di questo brano, perciò mi limiterò ad apporre la versione live dello stesso cantata da Collins, e che fa parte di Going Back, il suo ultimo disco da solista. Di Phil Collins ho ascoltato parecchie volte anche Easy Lover, brano creato in collaborazione con lo statunitense Philip Baley (dall’album di quest’ultimo, Chinese Wall, uscito nel 1984). 

TO BE CONTINUED…

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

12 Risposte a ““Recap 2022” ♫ [Parte II]”

  1. E però con gli Alan Parson’s Project con me vinci a mani basse…
    Così hai scoperto i Rush… Ma di quale fase? Io li conosco per alcuni brani della fase II (hard progressive) e della III (hard-sinth, tipo Tom Sawyer).

    Visto che è passato da poco il Natale, la mia fissa del 2022 è una scoperta natalizia:
    https://www.youtube.com/watch?v=DDt3u2Ev1cI

    1. Ahaha! Eh, gli Alan sono gli Alan… e penso che ormai siano diventati una delle mie band preferite!

      Sui Rush… ti dico solo che ho ascoltato quasi tutta la discografia (sono arrivata a Counterparts, mi sembra)! Certo, adesso non ricordo chiaramente grandi cose, però ti posso dire le canzoni e gli album che mi hanno colpita di più (certo che Geedy Lee ha proprio una bella voce!). In primis, “Fly By Knight” (di cui mi è rimasta particolarmente impressa la canzone omonima e la delicatissima “Rivendell”); A Farewell To Kings, invece, è stato senza dubbio il disco che mi è piaciuto di più (sarà perché tra tanto rock ci ho sentito parecchio progressive? XD), mi è sembrato che durasse pochissimo per quanto mi ha coinvolto *_*
      Che poi, paradossalmente, la primissima canzone che ho ascoltato dei Rush è stata “The Analog Kid”, che fa parte del disco Signals dell”82… Ottima canzone, ma a oggi ovviamente sceglierei di riascoltare ben altri brani XD

      Sulla canzone di Natale, la trovo davvero molto carina (e no, non conoscevo neanche questa)!
      Devo dire che solitamente non ascolto molto volentieri le canzoni natalizie, anzi, di solito le evito come la peste (troppa malinconia mi mettono, non so perché…), però da un paio d’anni a questa parte sono particolarmente fissata con Last Christmas dei “Wham!”, non so se la conosci… XD

  2. Dopo Tom Sawyer il mio pezzo preferito dei Rush è la suite 2112. Non sapevo invece che avessero dedicato canzoni a temi fantasy, come i Camel e i Deep Purple (mi riferisco a Rivendell, cioè Gran Burrone).
    A Natale per tradizione ascolto canzoni natalizie… ovviamente rock. Altro che malinconiche! Ho tutta una playlist che include, oltre a Last Christmas, Pink Floyd, ELP, Eagles. Wizzard, Jethro Tull e molti altri…

    1. Sì, anche io avevo letto qualcosa sul tema fantasy affrontato dai Rush, per certi versi la copertina di Fly By Night mi ha ricordato la civetta di Harry Potter (anche se ovviamente è uscito dopo xD)… per quanto io, di fantasy, non me ne intenda quasi per nulla…

      Allora, adesso però mi hai incuriosita… ma che playlist hai creato? No perché sentire degli ELP e dei PF mi ha un po’ destabilizzata XD
      Sui JT mi pare avessero fatto proprio un album sul Natale e infatti l’ho ascoltato, anche se parecchi anni fa…
      Comunque le pochissime canzone natalizie che conosco non sono davvero “malinconiche”, anzi… più che altro sono io che affronto questa festività con una certa… malinconia (ecco perché queste canzoni “a tema” le evito)!😂🙈

  3. Oltre alle canzoni già citate…

    John Lennon – Happy Xmas (War Is Over)
    ELP – I Believe in Father Christmas
    Jethro Tull – Christmas Song
    Pink Floyd – Merry Xmas Song
    Eagles – Please Come Home for Christmas
    Slade – Merry Christmas Everybody
    Wizzard – I Wish It Could Be Christmas Everyday
    Ramones – Merry Christmas (I Don’t Want to Fight Tonight)
    Band Aid – Do They Know It’s Christmas?
    Frankie Goes to Hollywood – The Power of Love

    1. Wow, grazie della lista! 😊 Anche perché conosco bene solo la prima (tanto bella quanto, per certi versi – qua però ci sta! 😂 – malinconica…) Per le altre, sono molto curiosa di ascoltarle… chissà che poi non possa dirti la mia preferita!

  4. Giusto un paio di curiosità…
    C’è un video in cui Greg Lake suona I Believe in Father Christmas in una chiesa assieme a Ian Anderson.
    Il brano dei Pink Floyd è una rarissima improvvisazione in studio.
    Il cantante dei Wizzard era stato cantante degli Electric Light Orchestra.
    Indovina chi suona la batteria in Do They Know It’s Christmas?

    1. Caspita, che “strani” intrecci! 😲 Adesso sono troppo curiosa di vedere questo video di Lake e Anderson! Che poi Anderson in una chiesa non me lo figuro proprio XD

      Quanto alla tua domanda… boh, mi butto a indovinare… forse Phil Collins (sarò banale ma, “caso strano”, è il primo che mi è saltato in mente 😂)?

    1. Ecco… insomma, Phil Collins è un po’ come il prezzemolo 😀
      I Wizzard li conosco solo di nome, ma sicuramente più avanti ascolterò qualcosina (tanto, per mia “fortuna”, hanno fatto poco, almeno da quanto vedo da Wikipedia 😂)!

      Quanto al video che mi hai mandato, l’ho trovato molto carino, e mi è piaciuto soprattutto il sound del brano! Il flauto traverso e la chitarra classica sono proprio un bel connubio… senza contare che sono rimasta stupida nel vedere Lake e Anderson così “maturi” (sono troppo abituata a vedere loro da giovincelli XD), infatti mi rimangio quello che ho detto prima su Anderson… ci stava proprio bene in quella bella chiesa di Londra! XD

      Ps: Una cosa che non c’entra nulla (o quasi)… Per caso, a parte gli Eloy, conosci qualche altra band tedesca di rock progressivo? Io qualche mese fa sono incappata nei “Novalis”, e ho ascoltato qualche loro disco… pur non capendoci una beata mazza (no, non hanno fatto canzoni in lingua inglese 😂), ho apprezzato molto “Sommerabend”, non è malaccio… per fortuna quasi completamente strumentale! XD

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