«Tertium non datur!»

Ero andata all’università per studiare lui e l’esame, invece, miei cari lettori… è stato proprio lui a studiare me. O meglio, noi. In meno di due ore (e io sono rimasta per quasi tutto il pomeriggio, dalle 14 alle 18) conosceva già il mio nome, il cognome, (…l’indirizzo, dica il prezzo! ♫), da dove venivo, che fossi fuori corso e via dicendo. Devo proprio ammetterlo: non mi sarei mai – e sottolineo mai! – aspettata di vivere un pomeriggio all’insegna di una sorta di “interrogatorio (sin troppo confidenziale?)” proprio da parte di quel professore, inframmezzato alle interrogazioni inerenti a uno degli esami da me più temuti: Chimica Organica III. Proprio così. Soltanto al secondo anno fuori corso (della serie: meglio tardi che mai!), mi sono risvegliata dal lungo letargo e ho cominciato a fare la spiona. Alias, a guardare, ad ascoltare e a registrare gli esami altrui. A scandagliare da cima a fondo i professor(on)i fingendo falsa noncuranza, specie quelli dal palato più esigente. Già la scorsa settimana, in effetti, sono tornata all’università (e devo ammettere che, per tutto l’amore che nutro verso questo ambiente, se solo potessi rimanerci lo farei volentieri, ma nelle vesti di… studentessa a vita!), e, a parte l’aver riscoperto quanto io avessi, in passato, dato per scontato un’istituzione così bella e stimolante come questa, un mezzo paradiso così pullulante di studenti, di esperienze e di vita, mi sono decisa a studiare il professore di Inorganica II.

Devo dire che è stato piuttosto utile assistere all’esame: se non altro, ormai posso considerare più che normale che ci voglia un’ora buona soltanto per spiegargli una molecola tramite l’ausilio della teoria matematica dei gruppi. Un’ora soltanto. Facile, no? Se poi ci aggiungiamo anche le altre due domandine che completano il programma (e quindi anche l’esame), possiamo anche andarcene a casa con una testa grande così! E, non da ultimo, posso quasi vantarmi di aver imparato a memoria le domande cardine che il docente fa proprio a tutti. Oggi come oggi, invece, ne ho approfittato per andare ad analizzare il comportamento del docente di Organica III, per cui non avevo mai nutrito particolare simpatia. Non avevo messo in conto, però, che sarebbe stato lui a divertirsi coinvolgendo me e la povera combriccola esaminanda, composta da quattro studenti. Premesso che per procurarmi il “calendario” dei discenti interrogati ho dovuto fare una bella furbata. E, a ‘sto giro, mi sono anche guadagnata, a causa di questo mio grave affronto (manco avessi chiesto il numero della carta di credito), di venire bloccata su WhatsApp dalla studentessa sconosciuta a cui lo avevo chiesto – senza specificarle, onde evitare che non mi venisse dato [perché ormai conosco bene certe dinamiche], che io in realtà dovessi solamente assistere all’esame. Insomma, volete sapere com’è andata davvero? In prima istanza, avevo scritto al professore chiedendogli se, gentilmente, potesse farmi sapere quando avrebbe dovuto interrogare gli studenti in modo tale da poter assistere a qualche esame. Non ricevendo risposta, ho approfittato di una domanda da parte di uno studente su uno dei canali di Chimica di WhatsApp, che aveva chiesto anche lui di poter avere il calendario perché (a differenza mia) doveva sostenere l’esame. La mia vittima sacrificale è stata proprio la studentessa che mi ha bloccato con tanta grazia e che aveva risposto per prima alla domanda dello studente-senza-calendario. Così, non appena l’ho chiesto a questa buona falsa samaritana, ho subito ricevuto le due immagini, con annessi studenti e orari d’esame. Avevo finalmente ottenuto quel calendario maledetto. E ovviamente, il ringraziamento per la tempestività è stato d’obbligo. Ma ci sarebbe un “ma”: dopo soli due minuti, la studentessa in questione ha cancellato entrambe le foto. Questo messaggio è stato eliminato, recitavano le scritte. Quindi, le foto in galleria sarebbero sparite. E poi, come se non bastasse… la ragazza in questione mi ha bloccata. Tutto normale, no? Direi che possiamo proprio urlarlo: questa pandemia non ci ha insegnato proprio un cavolo di niente, se non a essere più egoisti e pazzi (e maliziosi!) di prima! A parte questa assurda dinamica, avevo fortunatamente già salvato entrambe le foto facendo gli screenshot, per cui… l’avevo già fregata (ah, ah, ah).

Ma adesso, andiamo pure al dunque… Il primo studente di oggi è stato veramente bravo. Doppiamente bravo. Tra l’altro, ho considerato una doppia morte il fatto che fosse stato interrogato, a differenza degli altri tre, da due professori insieme. Della serie: quando due diavoli sono meglio di uno. Ammetto pure, però, che il docente che tanto temevo si è rivelato tutto il contrario di come l’avevo visto le prime volte. La mia prospettiva nei suoi riguardi, almeno a primo acchito, sembra davvero cambiata. L’esame continua a spaventarmi, questo è ovvio, però… di lui non so più cosa pensare, in verità. Se non che durante le prime sessioni d’esami in telematica era veramente un folle. Sul fronte dell’essere un tipo esigente non è affatto cambiato e somiglia molto al docente di Organica II, dall’altro lato… Sono stata un’ingenua se pensavo di rimanermene in silenzio per tutte e quattro le ore, ascoltando quegli esami per rendermi un attimino conto di quel che mi aspetta(va). E invece…

«Lei deve fare l’esame? Ah, ok voleva solo assistere; benissimo. Come si chiama? Lei è di questo corso? Lei ha seguito con me o con il prof X? Quindi lo scorso anno? Quando intende fare l’esame?»

(…Lei, lei lei! Lei!). Cioè, io oggi sono stata letteralmente travolta. In meno di un minuto, ‘sto professore mi aveva già fatto l’identikit. Io, chiaramente, ho risposto a tutte le cannonate domande tranne che all’ultima, perché non mi ha lasciato finire e si è abbandonato a un eloquente: «Tertium non datur, dicevano i latini. Quando si sentirà pronta lo darà.» Io, dentro di me: Ter-che? (abbiate pietà, io il latino l’ho studiato poco e male (almeno i primi tempi), perché ho cambiato diversi professori, e con solo due-tre orette alla settimana, per un anno e mezzo scarso, non abbiamo fatto un accidente, o quasi. E sì, concordo pure sul fatto che toglierlo al triennio del linguistico sia stata una grossa perdita per noi studenti, visto che tra l’altro mi piaceva pure!). Comunque sia… la prima cosa che ho fatto dopo aver sentito questa bella frase, è stata quella di documentarmi su internet. Solo in quel momento l’ho capito: se l’esame non lo dai adesso a Febbraio, senz’altro lo darai ad Aprile. Ergo: non esiste una terza possibilità. Se non è zuppa è pan bagnato. Non potrai certo sfuggire alla spettroscopia IR, NMR e C13. 

(…Molto incoraggiante l’ultima frasetta,  ve’?)

Insomma, la cosa poteva anche finire qui, no? E invece… si continua a giocare a ping pong (tra l’altro lui, in tutto ciò, stava anche interrogando). Ovviamente, le domande che seguiranno sono state fatte anche agli altri due studenti.

«Lei, signorina, ha dato le Organiche?» Sorrido sotto i baffi sotto la mascherina. Rispondo in modo affermativo. «E come sono andate?» Rivelo senza indugio gli altarini (perché ammetto che, almeno per una volta, vado piuttosto fiera di quello che ho fatto; anche perché ci sono ancora molti studenti che devono dannarsi su entrambe): 23 alla I, 26 alla II. Lui annuisce, pare quasi interessato: «Be’, non è affatto male, sono andate bene.» In effetti non mi posso lamentare, poi la seconda mi è piaciuta particolarmente, dico. (Ok, qua devo ammettere che un minimo di adrenalina mi è salita, ma era inevitabile. Ho sudato parecchio per quelle bestie!). «Sono contento. Cosa vuole fare in magistrale?» Organica, ovvio. Sempre se ci arrivo, alla magistrale! (ovviamente non ho detto la frase evidenziata in corsivo a voce alta, ma la mia testolina si diverte spesso a guidare con prudenza!) – tra l’altro anche gli altri due studenti hanno detto lo stesso.

Dopo qualche minuto, mentre continuava a interrogare su spettri, capre e cavoli… Che cosa vuole fare nella vita? 

Io penso che ‘sta domanda, come minimo, mi ha fatto mancare almeno un battito. Maddai, davvero!?!?! Me lo ha chiesto davvero? Okay, ammetto che qua mi ha preso in contropiede (e non solo a me). Infatti, al netto della solita risposta che do a me stessa quelle poche volte che trovo il coraggio di chiedermelo (ossia che vorrei fare troppe cose, e in ambiti anche molto eterogenei tra loro, mannaggia a me), non ho potuto che sparare un “veramente non lo so ancora bene”. E a quanto pare, nemmeno lo studente dietro di me lo sa ancora bene, anche se ha nominato la ricerca come possibilità. Insomma, con questa domanda esistenziale ha sfondato veramente una porta aperta (altro che “stai andando forte, apri tutte le porte…” del buon Morandi). A parte questo, non ha neanche mancato di sapere se fossi di Roma, e appena gli ho detto che ero di Subiaco… apriti cielo (o quasi). Siamo venuti a sapere che ha vissuto a Salerno durante l’infanzia (una sorta di “grande Subiaco”), che quando è andato a Roma non riusciva a fare amicizia con nessuno (e il bello di un paese è quello di conoscersi un po’ tutti) e che quindi non gli dispiacerebbe vivere nel paese ecc… poi se n’è uscito con un «Ma Ciccio Graziani sta ancora a Subiaco?» Cioè, immaginatevi… ancora adesso a me viene da ridere, soprattutto perché quando ho deciso di andarmene via (s’era fatta una certa, insomma), l’ultima frase che mi sono sentita dire dal docente in questione (che mi pareva il più inflessibile di tutti, e sotto tutti gli aspetti, invece… boh, io sono ancora sotto shock!) è stata un «Mi saluti Ciccio Graziani» (non prima, però, di avermi detto che ad Aprile, in ogni caso, c’è l’appello riservato non soltanto ai fuoricorso, ma a tutti gli studenti perché ha deciso di fare un’eccezione – della serie: ucci-ucci-ucci, sento odor di un invituccio che preferirei declinare, ma, ahimé, non si potrà farlo in eterno…).

Cosa mi aspetto io quando toccherà a me stare al suo cospetto? Il mio pronostico è uno solo: questo professore – ahimé! – mi distruggerà (anche perché dopo tre ore… ancora si ricordava il mio cognome senza neanche averlo segnato)! 

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

2 Risposte a “«Tertium non datur!»”

  1. Sulla teoria dei gruppi, ringrazia di non doverti studiare la matematica teorica che ci sta dietro, com’è capitato a me per l’esame di Fondamenti di Spettroscopia… Questo perché (ricollegandomi alla tua poco gentile compagna) una mia compagna di corso aveva incattivato il docente del corso, andandoci a parlare di sua sponte e criticandolo (all’insaputa di tutti, che quando venne fuori la cosa, la si voleva linciare).

    1. Beh, ci mancherebbe pure! Ho visto alcune dispense sulla teoria dei gruppi matematica e si capisce ancora meno di come si è presentata a noi nel nostro corso! Pare che il docente, in alcuni casi, non chieda di ricavarsi le “salc”, anche perché il caso del benzene è veramente assurdo! Ci sono ancora cose che comprendo poco, a dire il vero, compresa qualche matrice che compare di qua e di là (anche se molte di queste, per fortuna, sono abbastanza “innocenti”, almeno nel nostro caso), ma rimane comunque una bella sfida… Anche perché non credo che tutta quella matematica sia funzionale alla spiegazione di una molecola e delle sue proprietà, poi se alla magistrale c’è un corso con annessa teoria e le sue leggi (cosa che comunque all’inizio del corso abbiamo intravisto, e concordo che sia terribile)… io di certo non lo sceglierò!
      L’esame peggiore, in ogni caso, resta Organica III. Penso che questa sarà la “battaglia” più ardua (e “sanguinosa”, perché il docente è “dinamite” nel far domande) della mia “carriera” di studentessa – escluso il ramo matematico, (chimico)-fisico e Organica I!

      Quanto alla tua esperienza… be’, purtroppo gli impiccioni e quelli con la faccia di bronzo (anche se forse questo non è il termine più corretto per definirli) sono ovunque! Mi spiace solo che ci abbiate rimesso tutti!

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