Chimica Analitica II – La mia esperienza

«La chimica analitica è ciò che fanno i chimici analitici.»

Charles N. Reilley

 

(Reazione studente medio: se capisce tutto, no?)

 

Ma che simpatico Charles Reilley, eh? Vabbé, chiudiamo ‘sta parentesi malignamente ironica (che è meglio!) e parliamo con la serietà che si conviene. Posso definitivamente accantonare i miei incasinatissimi appunti di Analitica II. Ho sostenuto questo esamONE stamane, verso le 12, e ho terminato poco più di un’oretta dopo. L’ennesima impresa titanica tra costanti ed espressioncine che non mi entrano in testa (a quanto pare i dieci quaderni di Analisi I + altri quattro di Analisi II non mi sono bastati) – anche a causa della confusione che il professore ha sparpagliato un po’ di qua e un po’ di là lungo il programma (io, ahimé, sono una di quelle che se le formule non le dimostri per filo e per segno con tutti – e sottolineo TUTTI – i passaggi matematici NON sa venirne fuori da sola, tantomeno sa capirle!) –, e concetti straripetuti pur risultando, il più delle volte, un po’ confusi.

Quest’ultimo periodo, devo proprio ammetterlo, non è stato dei più facili. Non lo è stato per nessuno, in realtà. A partire dal 24 di Dicembre, per un intero mese, sono rimasta a casa a fare letteralmente vita monastica (non che prima fosse poi tanto diverso, ma la situazione, come ben capite, è peggiorata) insieme a mia nonna (per chi non lo sapesse ancora, sì, vivo con lei da un po’ di anni ormai!), del tutto isolata dalla mia famiglia a causa… indovinate un po’?

Proprio così. Il Covid-19 è venuto a trovare anche noi. Dopo aver preso di mira mia madre, questo caro virus è passato a mia nonna (dopo due giorni a partire da Natale), che a sua volta l’ha passato a me (dopo altri tre giorni). Dopodiché, non contento, ha deciso pure di far visita a mio padre e a mio fratello. Insomma, per farla breve: clausura forzata senza vedere la famiglia per un mese (se non per i tamponi), commissioni per le zie inerenti le spese di tutti i giorni (della serie: se non sei già mezzo esaurito e frustrato, sii pronto a diventarlo!) Ergo: niente Natale coi parenti (tantomeno in famiglia, ovvio!), niente Tombola, un semplicissimo “brindisi” (si fa per dire) di Capodanno con acqua e té (sì, se volete potete pure ridere, ci mancherebbe!) insieme a mia nonna, con il semplice sottofondo di Rai Uno e, dal canto mio, con il computer sulle gambe vedendo su YouTube una semplicissima serie sudamericana degli anni ’90. Un bel ritratto, no?

A ogni modo, possiamo indubbiamente ringraziare il cielo per il semplice fatto che i sintomi da Covid siano stati piuttosto lievi e, soprattutto, di breve durata (circa un paio di giorni per quelli più fastidiosi, tipo febbre e dolori reumatici, qualche settimana in più per la triade tosse-raffreddore-mal di gola). E non è tutto… Indovinate un po’ chi sarà l’ultima persona a tornare negativa? Be’, la risposta è presto detta, dato che martedì dovrò andare a farmi il quarto tampone molecolare (olé!).

E se in tutto questo marasma ci mettiamo pure in mezzo Analitica II, la situazione si fa ancora più critica (e preoccupante). Ve l’avevo già detto, in fin dei conti. Malgrado il mio sudatissimo 25 di oggi (perché stare un’ora a chiacchierare col docente di cose strane senza che ti si fonda il cervello – e a me, al solito, si è fuso spesso, durante la prova! – è un’arte) ci sono delle cose che proprio mi sono rimaste un poco oscure e indigeste (la frase di Reilley la dice lunga, no?), tutta una serie ragionamenti da perfetto chimico analitico (che per carità, ammiro non poco!) che io, in tutta onestà non ho ben afferrato. Complice il mio cervello, che con degli appunti incasinati come quelli che avevo scritto via computer (molte spiegazioni non erano proprio il massimo) non è riuscito sempre a raccapezzarci, complice, appunto, il docente (che io ho comunque amato per l’infinita pazienza e gentilezza che spende per ogni singolo studente durante le verifiche; anche se misa tanto che spiega molto meglio la gran parte dei concetti negli esami orali che non nelle sue lezioni), complice la materia che non mi è tanto simpatica e, magari, anche il periodo turbolento che ho attraversato. Fatto sta che lui mi ha tarchiato assai (e mi ha interrotta sin dal primissimo minuto), ho dovuto rispondere a un sacco di cose e cercare di fare ragionamenti piuttosto impegnativi, quindi questo 25… altro che se me lo sono sudato!

Per questo esame, però, sono dovuta tornare alle origini. Avrei voluto sostenere l’esame in presenza per il semplice fatto di non dover controllare sempre microfono, telecamera e cavoli vari stando a casa, ma la perenne positività al Covid non mi ha permesso di farlo, e così… si è tornati a Google Meet. Senza contare, però, che ho persino perduto (assurdo, perché l’ho cercato OVUNQUE ed ero sicurissima di averlo ancora) il quaderno con tutte le correzioni del professore inerenti al laboratorio (che comunque è andato molto bene). Ho ritrovato soltanto il quaderno di brutta senza i dati corretti… (e se avessi saputo che lui ancora li aveva registrati, glieli avrei richiesti prima dell’esame!).

Perciò… quando mi è stata chiesta la maledetta gravimetria, io, non ricordandomi che fosse stata la peggior esperienza di laboratorio (eh, mi ricordavo che il peggior risultato l’avessi ottenuto per il dosaggio di H3PO4, ma evidentemente non era così!), non ho saputo spiegargli l’argomento – che tra l’altro ho odiato perché mi è risultato abbastanza incomprensibile (anche se mi ero dedicata più ad altri argomenti non meno ostici). Se avessi saputo rispondergli, il docente mi avrebbe messo (come da lui espressamente detto) qualcosina in più, e io, magari… sapendo che quell’esperienza malefica non era stata il mio massimo, avrei potuto almeno cercare di imparare a memoria qualcosa (seppur non capendoci granché, perché quei concetti di solubilità intrinseca e via dicendo io li ho trovati… orrendi, ecco).

A ogni modo, spaziare dal Metodo di Mohr (argomento a piacere) alla permanganometria con il dosaggio del ferro (con relativa dimostrazione della curva di titolazione) e del calcio, poi ancora all’acidimetria con il metodo di Wilnkler – il tutto condito, come vi ho detto, da domande su domande di teoria (tant’è che non le ricordo nemmeno tutte) e (ahimé) puro ragionamento analitico –, non è stata un’impresa facile. Ho cercato con tutte le mie forze di dimostrare che, pur non essendo veramente entrata dentro la materia com’era successo per Analitica I, avevo compreso abbastanza concetti da meritarmi comunque una media che, tra esame orale e laboratorio, fosse stata accettabile.

Ed effettivamente, seppur con i soliti intoppi (e i soliti, piccoli-grandi meriti che è giusto comunque concedersi, perché nessuno mi ha aiutato “nell’impresa”!), il risultato finale è stato più che accettabile. Una cosa è certa: una delle cose che mi ha insegnato questo percorso è quella di rischiare. Ho scelto io di sostenere l’esame oggi (l’appello vero e proprio è cominciato il 26), a dispetto di un’altra decina di giorni che avrei potuto concedermi per ripetere, ripetere e ancora ripetere e, magari, assimilare con una sicurezza ancora maggiore determinati concetti, o persino aspettare che il genio della lampada si attivasse nella mia testa. Ma tutto quello che volevo era (ri)assaporare, anche se solo per poco, il sapore della libertà. Un sapore che ho perduto per un intero mese e che solo in questi ultimi giorni sto ritrovando, a poco a poco. Anche se mentirei se non vi dicessi che la mia mente pensa già al prossimo esame, che purtroppo mi sembra davvero incomprensibile… Insomma, anche stavolta ho tante fonti (e tanta disperazione, ma quella è di casa!). Tantissime fonti oscure. Come andrà a finire? La risposta è nelle stelle (Cit).

Comunque sia, ora come ora è meglio non rovinarci troppo la festa, no? Tanto, ormai lo sapete che il motto del blog è sempre (non demordere a parte!): altri sproloqui in arrivo!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

2 Risposte a “Chimica Analitica II – La mia esperienza”

  1. Mi spiace sentire che tu e tutta la famiglia vi siete beccati il Covid… almeno i vaccini hanno evitato le manifestazioni peggiori. Ora non resta che negativizzarsi!
    Io finché non entro in aula non so quanti studenti ci saranno in presenza… mannaggia.
    Chimica Analitica II mi è difficile da definire, sembra che ci sia dentro quello che per me era Chimica Analitica B, il laboratorio di Chimica Analitica e pure degli elementi di Chimica Analitica Applicata (12 CFU in tutto)…

    1. Eh, pazienza… doveva andare così, evidentemente… spero di essere ormai tornata negativa, vedremo!
      Per Analitica… mah, diciamo che si trattava di un esame di Quantitativa: titolazioni acido-base, titolazioni complessometriche, titolazioni precipitimetriche, titolazioni redox, gravimetria e annesse esperienze di laboratorio (circa una decina)…

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