Stupidi (?) ‘dilemmi esistenziali’ – nonché romanzeschi –

È davvero molto facile scappare quando le cose vanno male, quando sussistono incertezze, dubbi, incomprensioni, illusioni e quant’altro ci spinga ad uscire da un qualsiasi periodo buio in cui dominano confusione ed instabilità. E sì, è altrettanto facile giudicare dall’esterno senza conoscere a fondo una data situazione, un dato destino. Ma se da un lato è possibile contare sul sostegno della propria famiglia e in generale dei propri cari, dall’altro è fondamentale capirsi, leggere dentro se stessi proprio come faremmo se avessimo tra le mani un romanzo.

Ognuno di noi ha una storia, ognuno di noi è una storia. Può essere una storia banale o interessante, a seconda dei punti di vista. Ma il proprio punto di vista, la propria visione e la visione che si ha di se stessi è indubbiamente la più vera, la più importante. E si sa che cadere, ovvero perdere metaforicamente e momentaneamente l’equilibrio, non significa necessariamente perdere una data sfida, anzi.

Si ‘cade’ per avere la possibilità di rialzarsi, analizzarsi anche quando non si è in vena di sentimentalismi che possano indurci a prendere decisioni drastiche, positive o negative che siano. Si ‘cade’ per migliorarsi, sempre e comunque. E in fondo, regalarsi una speranza è sempre la scelta migliore che si possa fare, soprattutto nei momenti difficili.

Ad ogni modo, non so perché ad oggi mi ritrovo a scrivere questo articolo, in fondo non sussistono motivazioni particolari al riguardo. Chissà, magari perché quest’oggi non ho alcunché da sbrigare, se non qualche piccola incombenza sul tardi… Ma stamane, con la musica che mi rimbomba nelle orecchie, con quella malefica sensazione di noia che spesso ci pervade nel corso dell’estate, si ha l’opportunità di riflettere su molte, moltissime cose.

E niente, come al solito lascio che i miei banalissimi pensieri guidino queste mie mani, negli ultimi tempi sempre più alle prese con la scrittura, il mio primario antistress personale. Recentemente ho letto da qualche parte, però, che in generale le persone scrivono tantissimo ma leggono pochissimo (e questo, peraltro, è uno dei tanti motivi per cui la carta stampata è in crisi da decenni…). Ed è vero, anzi, verissimo. In effetti, come ci si può migliorare nella scrittura e nella dialettica se non si leggono i grandi autori?

(…Ed ecco che, senza volerlo, siamo ritornati all’argomento “libri”!)

Ebbene, quest’anno la sottoscritta non ha letto (quasi) nulla, sebbene abbia accumulato moltissimi libri negli ultimi tempi. Il problema principale consiste, però, nella scelta degli stessi: da quale genere letterario posso partire? Da quale autore posso cominciare? Contemplo per qualche minuto la libreria: per il mio ormai (tra)passato compleanno mi sono stati regalati altri due libri (come se non bastasse) ed ovviamente la mia felicità era alle stelle.

Ma perché non riesco a decidermi sul da farsi? Per un intero mese ‘ho portato a spasso’ un romanzo di Ken Follett (“Nel Bianco”), ne ho letto alcuni capitoli per poi accantonarlo in un angolo della mia stanza, dimenticandomi quasi della sua esistenza. Non che non fosse avvincente, anzi. Ma la verità è che, ultimamente, soffro di mancanza di concentrazione, forse perché l’ho spesa quasi tutta per sostenere i famigerati esami di matematica.

Ad ogni modo, so che almeno un romanzo dovrò leggerlo entro la fine di questa estate – che sia chiaro, non vedo l’ora che finisca sebbene, allo stesso tempo, io provi qualche timore per il futuro che mi attende -. Ma siamo alle solite, dunque non credo ci sia molto da preoccuparsi. So soltanto che da domani mi immergerò in qualche piccolo progetto di studio che non so dove mi porterà e se, soprattutto, porterà beneficio, e poi…

E poi magari tenterò di iscrivermi ad un altro concorso letterario (sempre che io abbia in mente qualcosa di carino), congiuntamente – come già detto – alla lettura di un ‘maledetto’ libro che dovrò, per forza di cose, scegliere ma soprattutto portare a termine. Pertanto, immaginerò che la mia ex professoressa di italiano mi abbia assegnato come compito la lettura di un libro e che al ritorno dalle vacanze io debba accingermi a raccontarlo alla classe. Così perlomeno sarà più facile adempiere al mio ‘dovere’…

Dan Brown? Ken Follett? Glenn Cooper? Elisabetta Gnone? Charlotte Link? Jane Austen?

Chi di loro sarà mai il prescelto?

Per quanto mi riguarda, lo scoprirò domani… Nel frattempo, spero che almeno voi non vi stiate crogiolando nelle mie stesse noiosissime – quanto ai miei occhi necessarie – riflessioni, ‘dilemmi esistenziali’ o come diamine vogliamo chiamarli.

So soltanto che, da una parte, non vedo l’ora che giunga Settembre, se non altro per pubblicare tre corposi articoli sui mitici Genesis (precisamente inerenti “Selling England By The Pound”.) Ok, per la primissima volta (sarà anche l’ultima) ho ‘spoilerato’ il mio prossimo progetto su questo blog, ma d’altronde dovevo pur redigere un ultimo articolo prima della lunga pausa di Agosto. Pertanto, come ‘ho già declamato’ nel precedente post, ‘ci si becca’ a Settembre… 🙈🙉🙊

'Dilemmi esistenziali e romanzeschi'
‘Dilemmi esistenziali e romanzeschi’

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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