Prog Italia Collection

Prog Italia (Collection) – Lo speciale

E così, pure quest’oggi ne ho “combinata” un’altra delle mie. Ma certamente saprete meglio di me che alla passione è davvero impossibile rifilare un secco ed agghiacciante “no”. Stamane, verso le dodici e trenta, mi stavo avviando a passo sostenuto verso la mensa situata nei pressi del Dipartimento di Economia, dove due anni fa sostenni il test di ingresso per entrare a Chimica. Per qualche strano motivo, però, ho deciso inaspettatamente di fermarmi lungo il percorso, di fronte a quelle “pseudo-edicole” (davvero ben fornite!) che si trovano ogni tanto ai lati dei marciapiedi, e… ed ecco che l’ho vista. La mia rivista preferita campeggiava proprio lì, insieme ad altre due dalle uguali fattezze ma dal diverso contenuto.

Ebbene, mi è bastato letteralmente un nanosecondo per emozionarmi alla vista di un mega speciale del Prog Italia Collection sulla cui copertina sono impressi i miei amati Genesis, ma non solo. Di fianco, invece, c’era un’altra rivista (sempre Prog Italia) dedicata alla seconda parte della nascita dell’album dei Caravan,“In The Land Of Grey And Pink”, che ho avuto modo di ascoltare per la prima volta qualche giorno fa. Insomma, dovevo scegliere – poiché non volevo assolutamente andarmene via da lì a mani vuote -: meglio acquistare lo speciale di 260 pagine con il mio gruppo preferito rappresentato nel centro della copertina, oppure il magazine ordinario di circa 113 pagine dedicato ad altri gruppi prog e assimilati?

Come forse immaginerete, il mio cuore non ha avuto dubbi ed è rimasto fedele ai mitici eroi del prog, capitanati da Phil Collins & CO. Dopo aver riposto la rivista dentro il mio zaino, mi sono avviata di corsa verso la mensa, pensando con entusiasmo a quel che mi avrebbe atteso di lì a poco. Già mi immaginavo seduta nei pressi della statua della Minerva, sotto al sole come una “lincestra”, a sfogliare le pagine del mio bimestrale preferito assaporandone l’essenza delicata eppure decisa, catturandone le immagini, nonché “frasi ad effetto” degli artisti poste in primo piano nei prolissi articoli che li riguardano.

In effetti, “la mia esperienza ipnotica” è cominciata proprio lì, poco prima di recarmi a lezione. Per circa mezz’ora, i miei occhi si sono riempiti di una luce che soltanto la passione per la musica – coniugata ovviamente a quella della scrittura – è in grado di accendere, dentro e fuori di me. Ma la vera scoperta l’ho avuta quando mi sono resa conto di aver acquistato due riviste in una! Ecco dunque spiegato il numero di pagine raddoppiato, rispetto all’ordinaria rivista di un centinaio di pagine…

Ebbene, “che cosa contiene di speciale questo speciale”?

Prog Italia Collection
Prog Italia Collection
Prog Italia
Prog Italia

A mio avviso, delle succosissime “chicche” rivelateci, in primis, dai Pink Floyd, i quali ci raccontano nel dettaglio (uno speciale di ben 25 pagine!) il concepimento di Animals, concept album definito come uno dei dischi più oscuri presenti nella loro discografia. Gli autori dei successivi articoli si propongono, poi, l’ambizioso obiettivo di trasportare il lettore nei meandri della musica italiana, suggerendo persino l’audace inserimento del leggendario cantautore Lucio Battisti come artista “prog” a tutti gli effetti. E poi non manca una selezione accurata delle migliori canzoni dei Traffic secondo il direttore Bellachioma, congiuntamente a moltissimi altri artisti a me sconosciuti.

Il secondo volume del Prog Italia contiene, invece, uno speciale di 25 pagine inerente la nascita di Wind & Wuthering dei Genesis (ecco quel che più mi interessa!), una piccola storiella romanzata dell’album dei Caravan che avevo menzionato prima, importanti rivelazioni da parte di Mike Oldfield (che, a quanto si dice, non è mai stato un gran fanatico delle interviste), una commemorazione eccezionale nei riguardi di Greg Lake, I Robot degli A.P.P. e molto altro ancora! Insomma, come al solito, non mi resta altro che fiondarmi nella lettura di questo piccolo-grande concentrato di universo prog rock (nel frattempo che mi destreggio con “l’arabo”, alias Chimica-Fisica II!)… E chissà che in futuro non possa rivelarvi qualcosa in merito!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

6 Risposte a “Prog Italia Collection”

  1. Anche se può sembrare un accostamento azzardato, sono d’accordo su Battisti prog almeno per alcuni anni. Battisti ha provato a seguire e reinventare ogni volta i trend del momento, infatti la sua musica spazia dagli anni ’60 agli anni ’80 con stili assai differenti. Ebbene, la sua musica fra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 è prog.
    Certi brani senza testo all’interno dell’album “Amore e non amore”, canzoni come “Le tre verità” e “Gli uomini celesti” per me sono decisamente prog.

    1. Sono d’accordo con te. In particolare, credo proprio che la massima espressione del “prog battistiano” la si possa trovare nell’album “Anima Latina”, che hai appunto citato ponendo particolare accento sulla canzone “Gli uomini celesti” (che tra l’altro – assieme all’omonima “reprise” di un minuto – del disco è la mia preferita!). 🙂

  2. Qualche giorno fa l’ho vista anch’io nell’edicola in piazza, e ho subito pensato: “Scommetto che non se la lascia scappare…”
    Mike Oldfield e i Caravan sono sempre stati i miei preferiti della scuola di Canterbury.
    Il disco I Robot degli A.P.P. è ispirato ai racconti di Asimov. La cosa curiosa è che è il titolo di una raccolta dei suoi racconti sui robot positronici, titolo preso da un famosissimo racconto di un altro scrittore, tanto che Asimov era contrario a questa scelta, che gli fu imposta. Solo che il libro è diventato così famoso, che molti credono che Io, Robot sia di Asimov.

    1. Ci hai proprio visto giusto, infatti in questi giorni non ho fatto altro che sfogliarlo mille volte! Di Oldfield ho ascoltato qualche album ed è proprio un grande musicista, mentre con i Caravan sono nella prima fase di esplorazione… Questa curiosità su Asimov non la conoscevo, chissà che non stia scritta anche nell’articolo della rivista!

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