Omonimia… inquietante?

Nell’NMR di protone (ma anche di carbonio) esiste un fenomeno chiamato ISOCRONIA. Un fenomeno per il quale dei nuclei (o atomi) di idrogeno in una molecola specifica possono, per esempio, cadere accidentalmente allo stesso chemical shift (ovvero alla stessa frequenza). Nel caso specifico, se una molecola possiede una certa simmetria (per esempio un asse che la divide a metà), esisteranno più coppie di protoni OMOTOPICI, mentre se la molecola possiede un piano di simmetria (tale per cui la metà sinistra della molecola è speculare all’altra metà), tali protoni saranno definiti come ENANTIOTOPICI. Certo, ambedue le coppie cadono a frequenze diverse, però gli atomi sono correlabili tra loro proprio per mezzo di questi elementi di simmetria. Nella vita di tutti i giorni, invece… esiste l’OMONIMIA.

Okay. Forse, anzi, di sicuro, vi starete chiedendo dove voglio andare a parare con questa introduzione, posso solo dire che scoprirete a brevissimo quest’ennesimo collegamento strambo e, magari, pure sconclusionato (ma ormai lo sapete che, pur di ripassare qualche cosa, la qualsiasi cosa, me le invento tutte).

Come allo stesso modo sapete che, almeno solitamente, non redigo mai post pre-esame. Chiamatela scaramanzia, chiamatela pigrizia, menefreghismo assoluto o come diavolo vi pare, però… non sono solita, specie ultimamente, a processare il tutto come facevo spesso un po’ di tempo addietro. Negli ultimi due giorni, mi sono ritrovata (oltre che a studiare una miriade di concetti) a spulciare alcuni vecchi post e mi sono resa conto di averne scritti sì alcuni a pochi giorni dall’esame (e di quanta spontaneità, entusiasmo e speranza si celasse in alcuni di essi), ma di certo… non mi sono mai azzardata a farlo il giorno prima! Tanti post, tra l’altro, sono stati creati con il solo scopo di infondermi un coraggio che pareva mancarmi, in determinati momenti. Sapevo che, al solito, non mi sarei tirata indietro, ma conoscevo anche la mia preparazione. E, in questo caso specifico, devo ammettere che le vacanze al mare ci hanno messo del loro (per quanto me le sia godute, ovvio!), e che di sicuro, domani pomeriggio, qualche “vacanza” (e non di tipo marittimo, tantomeno elettronico, tanto per rimanere “nel mio campo”, ma ovviamente di matrice cervellotica) non mancherà. D’altronde, non si può sapere tutto, no? Be’, queste sono soltanto le speculazioni (o semplici scuse) che una povera studentella qualsiasi (qualsiasi, come no!) è costretta a ripetersi da giorni dopo aver trascorso un paio di settimane al mare ed essere tornata giusto il 4 di luglio, a una decina di giorni dall’esame. Chiaramente, la studentella incriminata ha bellamente saltato l’appello di giugno, e, per inciso, nemmeno ha avuto il tempo di festeggiare a dovere il ventiquattresimo una volta tornata all’ovile, perché prima di subito ha dovuto rimettersi col nasino chino sugli appunti! Appunti che, tra l’altro, mi sono portata anche in vacanza… tanto per fargli prendere un po’ d’aria marina, penserete voi.

Be’, effettivamente non è che sia riuscita a studiare molto in quel di Montesilvano, tra gli schiamazzi ripetuti dell’animazione, il sonno incredibile che mi coglieva dopo aver pranzato, la fascinazione esercitata dalla spiaggia in generale… ma per un po’ di giorni, sono comunque riuscita a mantenere un certo ritmo. Dopo pranzo, malgrado avessi voluto immediatamente schiacciare un pisolino sul lettino in spiaggia, ho contrastato un tale – allettantissimo, a mio avviso – proposito per cercare almeno di ripetere un’oretta dei concetti inerenti alla spettroscopia NMR, svolgendo occasionalmente qualche esercizio (ne avrei dovuti far di più, ma ogni mia singola giornata dovrebbe almeno durare 48 ore, altro che 24!). Così, dalle tre circa fino alle quattro del pomeriggio (perché a quell’ora, puntuale come la morte, attaccava l’animazione…) riuscivo almeno a fare qualcosina per coltivare, almeno in parte, l’illusione di rimanere ancorata all’esame di Organica III e non scordare quanto appreso.

Ma la cosa più divertente (o meglio, inquietante) non la conoscete ancora: non appena varcata la soglia di Montesilvano, il giorno stesso in cui siamo arrivati a destinazione, l’occhio mi è caduto su una serie di cartelli stradali.

Embè? direte voi.

Un cartello di colore giallo spiccava tra gli altri, e c’era scritto a chiare lettere, targato in nero, UN nome e UN cognome che mi sono ben noti. Insomma, ne esistono di omonimi, e fin qui non c’è nulla di strano. Ma se questo omonimo corrispondesse proprio al mio docente di Organica III? Esatto, avete capito bene. Questo omonimo, in quel di Montesilvano, possiede un’autofficina. Inutile dire che, appena ho visto quel nome e quel cognome spiaccicati in bella vista su quel cartello, sulle prime ho pensato: ma ‘sto tipetto mi segue anche in vacanza? Diciamo che, almeno da un lato, non ho potuto non mettermi a ridacchiare, ma dall’altro lato… qual era la probabilità statistica che, tra mille nomi e cognomi esistenti, io mi imbattessi proprio in quelli che designano “l’ultimo docente” della triennale con cui dovrei confrontarmi (Help, I need somebody, help! 🎼) domani??? Insomma… che sia stato un presagio funesto o un avvertimento del tipo se non studi anche in vacanza, saranno cavoli tuoi al ritorno? (okay, ho appena immaginato la sua voce, sto impazzendo ufficialmente).

Ironia a parte (anche se tanto ironica, stavolta, non sono!), in questi ultimi giorni, a partire dal 4 luglio sino a oggi, ho fatto veramente una caterva di cose. Laboratorio, IR, spettrometria di massa… (ti ricordi proprio tutto? Nein!!!)

Anche perché MAI nella vita mi sono sognata di portarmi dietro lo studio quando partivo per le vacanze, e questa è stata la prima volta in assoluto che l’ho fatto (pensate quanta strizza  – o forse dovrei definirlo come un eccessivo senso di responsabilità? – mi portavo appresso! Certo, non che domani non mi verrà un minimo di ansia/emozione/trepidazione, però… godiamoci la quiete prima della tempesta, almeno finché dura!), quindi capite bene che la preparazione che avevo per Inorganica II era ben diversa. Però, al netto di tutto, mi sento comunque ottimista, perché se non altro… ho riavuto l’ennesima conferma che la Chimica Organica è una materia veramente affascinante, per quanto ostica e portatrice, alcune volte, di nevrosi – per fortuna curabili, almeno fino a ora! L’esame, non peraltro, consiste nella spiegazione dettagliata di un’esperienza di laboratorio a discrezione del professore (prima parte), nonché della discussione dettagliata di quattro spettri – NMR, IR, C-13, Massa – (seconda, logorante parte), avendo a disposizione soltanto una formula bruta dalla quale occorre ricostruire la struttura della molecola (altro che nomenclatura!). In sostanza, sarà un esame molto impegnativo, di certo non facile, e io posso solo sperare di appellarmi a quella grinta e tranquillità che ho cercato di mantenere alta durante questi intensissimi giorni di studio… poi, per il resto, quel che sarà sarà, e si spera anche in un bel 23 (e non mi riferisco certo al voto; quella è, ahimé, ben altra storia)!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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