Milano e l’avventura milanese

Per capire Milano bisogna tuffarvisi dentro. Tuffarvisi, non guardarla come un’opera d’arte.

(Guido Piovene)

 

Insomma, è tutto vero: al fine di scoprire una città e i suoi monumenti è necessario fare un tuffo nel vuoto e fidarsi di quelle sensazioni che, da sempre, spingono l’uomo a viaggiare verso la conoscenza di nuovi luoghi. Luoghi dal sapore magico e, per certi versi, internazionale.

E per capire Milano, appunto, bisogna viverla e, seppure per brevissimo tempo, comprenderne le abitudini, nonché la storia che l’ha resa oggi una delle città più affascinanti del mondo.

Quest’estate, dal 18 al 20 Agosto, ho vissuto quella che si potrebbe definire come la breve quanto intensa ‘avventura milanese’. Ebbene sì ragazzi, se non lo avete ancora capito, sono andata a Milano.

E allora? Potreste rispondermi.

E allora??? Stiamo parlando di Milano, la città della moda, del design e del futuro… Vi dice niente?

Scherzi a parte, so benissimo che molti di voi forse la conosceranno quasi come le loro tasche e magari ne avranno perfettamente imparato tutti i segreti… State tranquilli, però: il mio non sarà un articolo riguardante la spiegazione storica-artistica della genesi dei vari monumenti – o, almeno, non solo – quanto il racconto della mia esperienza personale, della mia percezione riguardo tale città.

Una città peraltro già vista ai tempi delle medie, precisamente l’ultimo anno di scuola secondaria di primo grado.

Anche in questo caso, potreste controbattere alla mia affermazione: è un’esperienza che merita necessariamente di essere raccontata nel tuo blog?

Rispondo così: se lo merita, questo non lo so. Spetta a voi deciderlo. Di una cosa, però, sono convinta: a prescindere da tutto, Milano è una città che merita, senza alcun dubbio, di essere messa in lista tra le città più belle d’Italia.

Ed è l’Italia troppo spesso snobbata che in realtà dovrebbe essere visitata, ancor prima di affrontare numerosi e dispendiosi viaggi all’estero.

Perché, mi domando, alimentare il turismo nei paesi stranieri quando esistono una miriade di città e monumenti italiani che aspettano solamente di essere scoperti, amati e vissuti dagli italiani stessi?

Ma d’altronde, succede sempre così: gli stranieri si recano in Italia, e gli italiani propendono per l’estero.  Sia chiaro, il mio non vuole essere nemmeno un articolo diffamatorio contro le bellezze che trovano posto nei paesi europei, quanto un’osservazione meramente personale a proposito di un concetto apparentemente mai emerso nella mia mente.

Almeno fino ad oggi.

Infatti, non si può non riflettere quando ci si trova all’interno del Museo del Duomo e la guardia, anziché dirti “Non toccare, per favore”, ti parla con uno straordinario accento inglese dicendoti “Don’t touch, please!”.

Ed ecco, dunque, che l’inglese fa di nuovo capolino nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Si può quasi affermare che, ben presto, anche l’Italia si trasformerà in una sorta di “Nuova Inghilterra”, con tanto di  cartelli in lingua inglese appesi ovunque.

Ok, la preponderanza di questa lingua non si può discutere, e la mia professoressa di lingue del liceo sarebbe senz’altro felice di confermarlo.

Ma siamo italiani e, naturalmente, le nostre radici varranno fortunatamente molto di più di un semplice avvertimento o qualsiasi altra formalità esposta in un idioma differente.

Ed ora, torniamo a noi e a questo bel soggiorno milanese che mi appresto a descrivere. Come già detto, ho visitato la città Milano in terza media, ma non ricordo molto.

Anzi, niente.

Niente? Come niente?

Proprio così ragazzi, non ricordo assolutamente nulla di quei cinque giorni passati a Milano e dintorni, se non il fatto di aver noleggiato una bicicletta e percorso un tratto di strada vicino al lago di Garda, dato che anche la regione Veneto (mi sembra Verona), era inclusa nel pacchetto gita. Ma non bastonatemi, mi farò perdonare raccontandovi per filo e per segno – o almeno ci provo – questa mia avventura.

Un’altra cosa, però, la ricordo: quando visitai la città per la primissima volta, ho avuto modo di constatare quanto fosse facile perdersi nei meandri di bellissimi negozi di scarpe, abbigliamento e accessori vari. Ho ammirato l’effettiva ed indiscussa fama di Milano etichettata come ‘città della moda’.

Milano, però, non è solo questo. È molto, ma molto di più.  E questo di più ho avuto modo di scoprirlo proprio in quel brevissimo periodo in cui io e mio fratello abbiamo soggiornato lì.

Esatto, io e mio fratello Leonardo, desideroso e ansioso di poter assistere alla partita Milan-Genoa, peraltro rimandata a causa dell’inenarrabile tragedia che ha colpito i genovesi nell’ultimo periodo.

Tutto era pronto. Le valigie erano pronte, così come il biglietto per il treno. Il giorno prima della partenza, però, si scopre tale imprevisto: la partita viene ufficialmente rinviata e, senza alcun preavviso, mio fratello si ritrova ad elaborare un itinerario da seguire per visitare almeno i monumenti più importanti della città.

Il giorno dopo prendiamo il pullman verso le 13:30 e la metro e, dopo essere scesi a Tiburtina, cerchiamo la stazione ferroviaria. Poi, alle ore 15:55 mi gusto il primo viaggio in treno della mia vita.

Un viaggio… al contrario. Eh sì, perché i sedili sono posti contrariamente alla direzione del moto del treno.

Interessante, mi dico. Questo proprio non lo sapevo.

E dove hai vissuto fino adesso? Vi starete chiedendo.

Semplice: nella mia amatissima quanto rispettabilissima Subiaco. Non sarà una metropoli, è vero, ma non ho mai disprezzato – ne mai lo farò – il luogo delle mie origini, sebbene alcune volte avrei preferito che il paese fosse un poco più moderno.

Inoltre, nei miei viaggi scolastici in Italia e all’estero ho sempre preso il pullman e l’aereo, dunque la mia ‘ignoranza’ risulta, per vostra sfortuna, totalmente giustificata.  😛

Io e mio fratello in treno - direzione Milano Centrale
Io e mio fratello in treno – direzione Milano Centrale

Tornando al viaggio, dopo varie fermate, tra cui la bellissima stazione di S. Maria Novella, arriviamo, precisamente verso le 19:20, a Milano Centrale. In seguito all’acquisto dei biglietti e dell’abbonamento giornaliero, prendiamo la metro verde e, dopo essere scesi a Garibaldi, la lilla (ebbene sì, a Milano le metro sono colorate) in direzione S. Siro.

Ovviamente, non sono mancati degli imprevisti. Infatti, nel momento in cui dovevamo timbrare all’uscita dalla metro, inaspettatamente i nostri biglietti vengono rifiutati. Allora, presi da una piccola ma pungente dose di agitazione, aspettiamo che qualcuno si faccia vivo e…

Facciamo i furbetti.

Si, avete capito bene.

Dato che i nostri biglietti si rifiutavano di farci passare, pensiamo di aggirare l’ostacolo accodandoci prontamente ad altri ragazzi che passavano il tornello con i loro biglietti.

Meno male che, nel frattempo, non sia scattato alcun allarme, sebbene questa ipotesi fosse altamente realizzabile. Dopo questa breve disavventura ne arriva, però, subito un’altra. Infatti, dopo aver preso la metro viola, timbriamo i ticket all’uscita e…

Stessa storia. Quei maledetti biglietti non ne vogliono proprio sapere di farci passare. Ecco che, all’improvviso, arriva un controllore che, gentilissimo, apre i tornelli con il suo ‘magico’ passpartout non mancando però, di domandarci: “Avete per caso cambiato a Garibaldi?”

“Sì” risponde mio fratello, non capendo inizialmente a cosa lui si stesse riferendo. Poco dopo, però, leggendo meglio il biglietto, ci accorgiamo di un particolare che avevamo ingenuamente ignorato.

Quel biglietto valeva esclusivamente per un ingresso e, dunque, una volta timbrato, poteva essere riutilizzato una e una sola volta per uscire.

Biglietti per la metro di Milano
Biglietti per la metro di Milano

Risolto il ‘mistero’, ecco che usciamo – finalmente – dalla metro e mi ritrovo davanti l’imponente stadio di S. Siro, il “gigante sportivo” della città di Milano.

Ormai mio fratello lo conosce bene, dentro e fuori. Io, invece, mi limito ad osservarlo con discreta ammirazione, sebbene la meticolosa cura nella rifinitura dei vari particolari che lo compongono risulti indubbio essere un particolare impressionante. Eh sì, una foto a questo ‘bestione’ è sicuramente lecita.

Stadio San Siro - Milano
Stadio San Siro – Milano

Qualche metro più avanti, è presente il B&B in cui alloggeremo, affiancato dalla scuola d’equitazione ‘Centro Ippico Lombardo’.

B&B Hotel - Milano: San Siro
B&B Hotel – Milano: San Siro

L’Hotel è davvero strano e sembra un labirinto, tant’è che per trovare la stanza impieghiamo buoni cinque minuti. Il lato positivo però è che il giorno dopo saremo finalmente pronti a visitare una delle meraviglie più suggestive di Milano: il Duomo.

Ore 7:00 del mattino: il dolce suono della sveglia ci ricorda che ci aspetta una lunga giornata. Una giornata da vivere a Milano.

Dopo esserci preparati e aver fatto colazione, prendiamo la metro lilla direzione Bignami e, dopo essere scesi a Lotto, prendiamo la metro rossa e scendiamo alla fermata Duomo.

Ed eccolo là.

Il Duomo di Milano
Il Duomo di Milano

Il Duomo si staglia nel cielo imponente, ben cosciente di esercitare un certo fascino a chiunque ne ammiri l’indiscutibile bellezza. Sembra che sia addirittura dotato di un’anima, un’anima che, pur essendo inafferrabile, risulta estremamente tangibile.

Un’anima che parla al nostro cuore, traboccante e desideroso di visitare l’interno di questa meravigliosa creatura. Ed è proprio ciò che facciamo: una volta affrontata la fila per i biglietti e i rigorosi controlli del nostro armamentario, entriamo finalmente nella chiesa.

È davvero bellissima. Certo, sicuramente ve ne sono molte di simili in giro per il mondo, ma questa emana un senso di inaspettata sacralità. Chissà,  magari perché, proprio in quel momento, stanno recitando la santa messa, condita da qualche arcaica quanto moderna affermazione in latino.

Le statue dei santi, i mosaici e i vari crocifissi sono curati nei particolare, e verrebbe da chiedersi chi sia stato il costruttore di questa meraviglia.

Ce ne furono molti, in realtà. Il Duomo venne infatti restaurato più volte, nonché notevolmente ampliato, tant’è che, ad oggi, gode il titolo onorifico di “chiesa più grande d’Italia”.

Dunque, anche qui il non scattare delle foto sarebbe davvero un peccato mortale. Ecco alcune fotografie dell’interno:

Crocifisso circondato da vari santi - Duomo di Milano
Crocifisso circondato da vari santi – Duomo di Milano
Vetrata gotica della cattedrale - Duomo di Milano
Vetrata gotica della cattedrale – Duomo di Milano
Maria Vergine e gli angeli - Duomo di Milano
Maria Vergine e gli angeli – Duomo di Milano
Mosaico di Maria e mosaici vari - Duomo di Milano
Mosaico di Maria e mosaici vari – Duomo di Milano

Prossima tappa: Museo del Duomo. Non ho resistito e, per questa volta, ho voluto acquistare la guida in cui lo descriveva nel dettaglio. Io e mio fratello lo visitiamo da cima a fondo e ne rimaniamo indubbiamente affascinati.

Le numerose statue afferenti al mondo mitologico, storico e religioso sono la diretta testimonianza di un patrimonio ricco e variegato. Un patrimonio facente parte della nostra cultura italiana e promulgatore del nostro sentimento patriottico.

Veniamo ora al meraviglioso modello del Duomo placcato in legno: non appena mi avvicino, posso sentire l’odore di questo materiale. Un odore, a mio giudizio, piacevolissimo.

Sembra quasi di trovarsi in una di quelle botteghe dedite all’attenta lavorazione di questa risorsa naturale, nonché – mi auguro – alla sua preservazione e alla consacrazione della sua importanza.

Infatti, la manipolazione del legno richiede senza dubbio un’indiscussa dose di maestria da parte dell’artigiano.

Il modello è infatti finemente rifinito in ogni singolo dettaglio e, indubbiamente, se nella facoltà di architettura venisse presentato un progetto simile, chiunque verrebbe promosso a pieni voti.

Già, perché la sua bellezza e la sua perfezione non si discutono. Scatto ancora un paio di foto, prima di addentrarmi in un’altra area del museo.

Modello architettonico del Duomo di Milano
Modello architettonico del Duomo di Milano
Prototipo della facciata del Duomo di Milano
Prototipo della facciata del Duomo di Milano

Bene, il nostro viaggio nei meandri di Milano può finalmente proseguire nella Chiesa di S. Gottardo, così chiamata in onore del santo protettore della gotta, malattia legata al metabolismo.

La chiesetta trecentesca, pur non essendo molto grande, è ricoperta di affreschi e persino di un’opera afferente alla scuola giottesca, dal titolo “La Crocifissione”.

Chiesa di S. Gottardo - Milano
Chiesa di S. Gottardo – Milano
Chiesa di S. Gottardo: affresco della Crocifissione - Milano
Chiesa di S. Gottardo: affresco della Crocifissione – Milano

Nel cortile esterno la chiesa, invece, è presente un’opera dall’atmosfera squisitamente minimalista ma di complessa esecuzione, denominata “Paradosso”. Elaborata dall’artista Tony Cragg, il quale definisce con queste parole la sua scultura:

La longevità è una qualità della materia e quindi in un certo senso la materia è un buon ponte attraverso il tempo. È un modo per lasciare messaggi relativamente perenni è duraturi.

Ovviamente, non è affatto semplice interpretare il senso metaforico di questa citazione. Egli, tramite tale lavoro, volle evidenziare l’importanza del movimento legato alla materia e al tempo, il quale garantisce e conferisce alla suddetta materia la facoltà di esistere perennemente, rapportandosi con l’infinito.

Paradosso - Cortile Chiesa di S. Gottardo
Paradosso – Cortile Chiesa di S. Gottardo

Terminata la visita, è arrivata l’ora di pranzo pranzo e io mio fratello ci apprestiamo a trovare una buona pizzeria nella zona del Duomo.

Non prima però, di aver fatto un salto nella libreria Mondadori (un fratello deve sempre accontentare sua sorella). Appena entro, mi si prospetta qualcosa di magnifico, qualcosa che mi lascia senza parole.

Libri ovunque e pochissimo tempo a disposizione. Fosse per me avrei passato lì dentro il resto della mia vita, rannicchiata in mezzo a pile e pile di quei libri che hanno sempre fatto breccia nel mio cuore.

Scorro velocemente la sezione gialli, thriller e narrativa generale: ma i miei occhi si intrecciano, annebbiati da quel fantastico scenario. Non riuscendo ancora a realizzare il fatto di trovarmi nel mio ‘angolo di Paradiso’, vago per la libreria scrutando tutto ciò che posso cogliere nel mio campo visivo.

Io almeno un libro dal ‘marchio milanese’ lo voglio assolutamente nella mia biblioteca personale. Mi avvicino di nuovo nella sezione gialli e decido di acquistare il nuovo libro di Dan Brown: “Origin”.

Basta così, direte.

No, ancora no… Più avanti c’è la sezione di opere scientifiche e io, da ‘buona studentessa universitaria’ qual sono, non posso non acquistare un libro inerente il mio corso di laurea: “Il Regno Periodico” di Peter Atkins.

“Ok, adesso possiamo andare” – dico a me stessa – guardando per l’ultima volta ‘quell’isola che non c’è’. Dopo il pagamento, ci avviamo all’uscita e facciamo il nostro ingresso a “Briscola”, la pizzeria a pochi passi dal Duomo.

Briscola - Pizzeria in Piazza Duomo
Briscola – Pizzeria in Piazza Duomo

Fidatevi ciecamente se vi dico che quella semplice pizza margherita da me ordinata è stata senza dubbio la più buona che abbia mai mangiato. Morbida e croccante al punto giusto, appetitosa e condita artisticamente con una piccola foglia di basilico nel centro.

Semplicemente spettacolare: da fotografia. Presto fatto. Anche quella pizza, rimarrà negli annali della mie esperienze passate.

Terminato il pranzo, ci attende la visita del’imponente Castello Sforzesco, situato appena al di fuori centro storico.

Per arrivarci, prendiamo la metro di colore rosso e scendiamo alla cosiddetta fermata Cairoli Castello. Antistante al castello, vi è una grande fontana e addirittura un cospicuo gruppo di cinesi che si apprestano a fare una foto avendo come sfondo la suddetta fontana e lo stesso castello.

Non c’è sorprendersi, mi dico. Gli orientali sono sempre stati affascinanti dalle meraviglie d’Italia, e noi dovremmo andarne semplicemente orgogliosi.

Castello Sforzesco di Milano
Castello Sforzesco di Milano

Entrati all’interno del castello,  mio fratello Leo mi spiega che, in origine, esso voleva essere una fortezza contro gli attacchi di eventuali nemici. Effettivamente, le sue possenti mura testimoniano tale funzione.

Costruita nel XV secolo dal Duca di Milano Francesco Sforza sui resti di un’antica fortificazione risalente al Medioevo, chiamata ‘Castello di Porta Giovia’, questo è stato più volte ampliato e ristrutturato.

Ad oggi, ospita numerosi musei, ognuno concernente diversi ambiti:

  • Pinacoteca del Castello Sforzesco
  • Museo della Preistoria, Museo egizio, Museo d’arte antica, Museo Pietà Rondanini, Museo dei Mobili e delle Sculture lignee, Museo degli strumenti musicali
Pianta del Castello Sforzesco
Pianta del Castello Sforzesco

Il castello è davvero grande e noi, pur non sapendo bene da dove cominciare, decidiamo di partire dal Museo dei mobili e delle sculture lignee, in cui è presente una vastissima collezione di mobili e opere afferenti al Postmoderno.

Tale sala ospita, infatti, opere di arte moderna e di design altamente sofisticate. Beh, come poteva mancare una sezione dedicata a questo tipo di arte di stampo futuristico dato che, come detto prima, Milano è la capitale ‘regina’ del design e della moda?

Ammiro quei capolavori, davvero originali e innovativi: modelli di cucine, soggiorni e salotti in grande stile.

Modello di salone
Modello di salone
Scrivania Cavour
Scrivania Cavour
Piano di tavolo decorato
Piano di tavolo decorato
Tavolo decorato
Tavolo decorato

Ma non è finita qui: sono presenti anche mobili dalle forme inconsuete e, udite udite, persino la poltrona di Proust!

Esatto, avete capito bene.

Ovviamente, non sapevo esistesse una poltrona dedicata al grande scrittore francese Marcel Proust, autore de “Alla Ricerca Del Tempo Perduto” (À La Recherche Du Temps Perdu), suo ardito progetto composto da sette libri.

A questo punto, credo sia perfettamente legittimo inserire una delle sue più famose citazioni dell’autore, in modo da comprendere il suo pensiero.

Tranquilli, sarò breve anzi, brevissima.

La realtà si forma soltanto nella memoria

Questa frase è, sicuramente, quella che riassume in maniera più o meno perfetta l’ideologia proustiana. Infatti, la cosiddetta ‘memoria involontaria’ consente all’uomo di ricordare il passato e dunque la realtà vissuta e insita nella nostra mente.

Una realtà che si presenta nel momento in cui un oggetto inanimato rievoca in noi delle sensazioni legate al nostro stesso passato.

Un esempio concreto?

Se io dovessi, un giorno, sentire di nuovo l’odore del legno intagliato e lavorato in una qualsiasi bottega, ricondurrei immediatamente quell’esperienza al giorno in cui mi sono recata al Museo del Duomo e ho visto l’affascinante modello in scala della suddetta cattedrale.

O meglio, è la mia mente che elaborerebbe tale associazione.

Non è fantastico?

Solamente uno scrittore del calibro di Proust avrebbe potuto elaborare un pensiero filosofico di così ampio e – quasi impercettibile – spessore.

Concedetemi, dunque, di spendere altre due parole riguardo la bellissima e suggestiva poltrona a lui dedicata. Appartenente al movimento artistico del Postmoderno, essa venne progettata e realizzata da Alessandro Mendini e Franco Migliaccio, che ne curò i dettagli artistici.

Tale complemento d’arredo venne creato nel 1978 e, come testimonia l’utilizzo di colori vivaci, rimanda ad alcuni dei più importanti movimenti artistici come, ad esempio, l’Impressionismo e il Puntinismo.

Poltrona di Proust
Poltrona di Proust
Ritratto dello scrittore francese Marcel Proust
Ritratto dello scrittore francese Marcel Proust

Inoltre, tra le opere che godono di gran prestigio è senza dubbio annoverata la cosiddetta ‘Camera di Griselda’, ispirata all’ultima novella del Decameron di Boccaccio e ricca di particolari di stampo medievale.

Particolare fascino suscitano, senza dubbio, anche il bellissimo servizio da thé creato da Giò Ponti e i numerosi quanto pregiati servizi di prestigiose posate: forchette, coltelli e posate di una raffinatezza mai vista prima.

Posate
Posate – Arne Jacobsen
Set di posate in formato da viaggio
Servizio in tavola
Servizio in tavola
Posate, bicchieri, piatti e servizio da thé
Posate, bicchieri, piatti e servizio da thé

Il prossimo museo ad attenderci è quello d’arte antica, che ospita numerosi oggetti e sculture artistiche appartenenti all’età tardo-antica. La sezione di armeria è, nel particolare, veramente interessante e ospita addirittura modelli di cavalieri in sella al loro destriero.

In quel momento, sembra di essere catapultati nel mondo dei di Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda o in quelle opere epiche in cui le tematiche dell’onore e delle guerra erano questioni di primaria importanza. Insomma, tutto questo è davvero affascinante.

Modello di cavaliere con indosso l'armatura
Modello di cavaliere con indosso l’armatura

Il bello, però, deve ancora venire: ecco che, proprio davanti i miei occhi, si erge la bellissima Pietà Rondanini creata dal talentuoso artista rinascimentale Michelangelo Buonarroti. Non sapevo si trovasse a Milano, infatti, il cartello conferma la mia iniziale incredulità, dato che vi è scritto che la statua è stata solo recentemente trasferita in questa città.

L’ammiro più da vicino e scatto delle foto. Lo ammetto, la Pietà tradizionale è sicuramente molto più affascinante, ma è bene precisare che le due statue appartengono ad un’epoca differente della produzione artistica di Michelangelo.

Nella prima, infatti, è possibile osservare una forte elevazione dell’animo umano espressa dall’incredibile bellezza e potenza delle forme mentre, nella sua ultima opera, si assiste al processo inverso.

L’artista sta vivendo gli ultimi periodi della sua vita, e le forze lo stanno lentamente abbandonando al suo destino. Ma Michelangelo continua il suo lavoro, inesorabilmente, trasmettendo ancora quella grande passione e quel talento di cui aveva già dato ampia testimonianza negli della sua giovinezza.

Nella Pietà Rondanini, lo spirito si libera definitivamente dalle angosce e dalla brama di perfezione, dall’ossessione di voler a tutti i costi rappresentare “il bello” e tutto ciò che è rapportato ad esso. In quest’opera, lo spirito riprende a volare, libero da quei canoni artistici e quelle convenzioni che lo hanno, fin troppo spesso, intrappolato nel suo ideale di perfezione assoluta.

Ma tale perfezione non esiste e, apparentemente, ciò che sembra essere antiestetico acquista un significato più profondo. Un significato nascosto, enigmatico, eppure potente, evocativo.

Quel significato, quella convenzione di vita che rappresenta, in un modo o nell’altro, ciascuno di noi.

Quella disgregazione delle forme che l’uomo sembra tanto disprezzare, diventa in realtà metafora dell’uomo stesso, soggetto alla caducità della sua stessa vita, nonché all’avvizzimento della sua bellezza esteriore.

Ovviamente, nelle opere di Michelangelo è possibile cogliere un significato profondamente religioso. Egli stesso era, infatti, un fervente cattolico e credeva l’anima umana potesse raggiungere le più alte sfere, se rapportata al divino e ai principi della religione.

Inoltre, questa sua ultima scultura è simbolo della sofferenza fisica dell’artista, rimarcata dalla figura del Cristo che si abbandona alla morte, seppur in qualche modo sorretto dalla Vergine Maria.

La Pietà Rondanini - Michelangelo
La Pietà Rondanini – Michelangelo
Pietà Vaticana - Michelangelo
Pietà Vaticana – Michelangelo

Bellissime entrambe, non è vero?

Ma per gli amanti della musica non può certamente mancare il bellissimo Museo degli strumenti musicali ospitante, appunto, una prestigiosa collezione di strumenti aerofoni e a corda di altissime prestazioni ma, soprattutto, di grande valore.

Clavicembali, fagotti, clarinetti, ottavini, flauti traversi, trombe, chitarre, arpe, mandolini, liuti, violini, viole, violoncelli… Un universo costituito di musica e melodie suggestive che prendono vita nella mente di chiunque sia un grande appassionato di musica classica e non.

Violini ed altri studenti ad arco
Violini ed altri studenti ad arco
Pianoforti di ridotte dimensione
Pianoforti di ridotte dimensioni
Mini pianoforte
Mini pianoforte
Modelli di clarinetti
Modelli di clarinetti
Flauti e vari strumenti a fiato
Flauti e vari strumenti a fiato
Armonica a bicchieri
Armonica a bicchieri
Descrizione del funzionamento dell'armonica a bicchieri
Descrizione del funzionamento dell’armonica a bicchieri
Descrizioni tecnico-scientifiche di vari strumenti musicali
Descrizioni tecnico-scientifiche di vari strumenti musicali

E poi lui… Il sublime e incantevole pianoforte, dal suono che scandisce il ritmo della nostra vita scrutando dolcemente le vie più segrete delle nostro animo. Ve ne sono numerosissimi modelli, di ogni forma e dimensione: impossibile non rimanerne affascinati.

Più avanti, invece, è presente lo studio di fonologia musicale della RAI: nato nel 1955 come mezzo di promulgazione della cultura relativa alla musica, fu pensato dai maestri Berio e Maderna. Al suo interno, esso contiene delle apparecchiature altamente sofisticate: apparati votati alla registrazione e all’ascolto di varie opere musicali.

Studio di fonologia RAI
Studio di fonologia RAI

Eccoci giunti alla Pinacoteca: la sala è ricoperta da numerosi dipinti  e opere varie di Filippo Lippi, Antonello da Messina, Andrea Mantegna, Canaletto, Correggio, Tiepolo e altri artisti.

Il castello è quasi in chiusura e, dunque, ci rimangono pochi minuti per visitare il museo egizio e il museo della Preistoria e della Protostoria. Quest’ultimo, in particolare, ospita degli oggetti che fanno parte, appunto, a due specifiche età della pietra: quella del Bronzo e del Ferro.

Mappa generale delle ere preistoriche
Mappa generale delle ere preistoriche
Resti fossili di animali
Resti fossili di animali
Vasi e coppe antiche
Vasi e coppe antiche
Età del Bronzo
Età del Bronzo

L’ultima tappa del nostro viaggio si conclude con la visita al celebre Bosco Verticale e la famosa Piazza Gae Aulenti. Per giungere a destinazione, abbiamo preso di nuovo la metro rossa e siamo scesi a Cadorna. Dopodiché, abbiamo preso la verde, siamo atterrati a Garibaldi e preso la metro lilla per giungere ad Isola.

Ebbene, vedere davanti ai miei occhi quell’imponente grattacielo intriso di una fiorente vegetazione è stato davvero emozionante. Non credevo esistesse un qualcosa di così particolare.

Bosco Verticale
Bosco Verticale
Bosco Verticale - Particolare
Bosco Verticale – Particolare

Progettato da Stefano Boeri, esso è situato nel Centro Direzionale di Milano e viene da lui stesso definito in tal modo:

Una casa per gli alberi abitata dagli uomini.

Esattamente. Ho scoperto solamente dopo che questo complesso residenziale sia effettivamente abitato.  Scopo di questo ambizioso progetto? Promuovere l’importanza della natura e delle specie vegetali, cercando di preservarne la biodiversità.

Ecco che, invece, a pochi passi, si erge l’enorme grattacielo dellUnicredit, che sorge nella famosissima Piazza Gae Aulenti. Questa zona della città presenta un aspetto decisamente più futuristico.

Le tre fontane al centro della piazza sono concepite tramite un design innovativo, nonché di attrazioni turistiche originali. Infatti, esse sono dotate di luci, musica e giochi d’acqua.

Non è incredibile?

Piazza Gae Aulenti
Piazza Gae Aulenti
Fontana Piazza Gae Aulenti
Fontana Piazza Gae Aulenti
Grattaciel Banca Unicredit
Grattacielo Banca Unicredit

Ok ragazzi, il mio racconto è ufficialmente terminato. Spero vivamente che vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato a morte con la narrazione di…

Ma insomma, vuoi darci un taglio?

D’accordo, d’accordo, vi risparmierò altri inutili convenevoli. Per farla breve, ringrazio chiunque sia riuscito a sopportarmi e a leggere fin qui la narrazione della mia avventura. Spero, un giorno, di poterne raccontare una nuova e che voi abbiate la pazienza di leggerla.

Alla prossima!

Sulle vie di Milano – Itinerario

Metro rossa (M1)metro verde (M2)gialla (M3) e lilla (M5)

https://www.milanocastello.it/

https://www.duomomilano.it/it/

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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