La danza è Vita: I believe I could dance

Spesso, ripenso a quando tutto è cominciato. A quando quell’amore segreto per la danza si è fatto prepotentemente strada attraverso di me, attraversando il mio corpo e la mia mente per arrivare, alla fine al cuore.

Spesso, penso al lungo e intenso viaggio che ho percorso durante la mia adolescenza, durante quegli anni di studio matto e disperatissimo che ho avuto modo di vivere alle scuole superiori. E, ora, ripenso proprio a quell’amore intenso che, ancora oggi, occupa costantemente i miei pensieri e il mio spirito sognatore,  allo stesso tempo troppo legato a questioni di natura concreta  a causa della sua disperata paura di volare.

Spesso, mi perdo a sognare, mi perdo nei meandri di quei sogni destinati a rimanere soltanto sogni, eppure, allo stesso tempo, destinati  a nutrire infinitamente la mia esistenza.

Mi sento viva, posso sentire il mio corpo e il mio spirito esultare dalla gioia di poter nutrire inconsciamente una speranza, di poter ancora combattere per qualcosa, in questo mondo.

Di poter ancora affermare ciò che sono attraverso ciò di cui sono perdutamente e intensamente innamorata: questa vita dalle meravigliose sfumature. Questa vita la cui indiscutibile bellezza è manifestata ai miei occhi attraverso la bellissima arte della danza e della musica di cui essa è costituita.

Questo mondo parallelo e bellissimo, seppur non mi appartenga – né mi apparterrà direttamente – farà parte di me, in realtà, per il resto della mia vita.

So che, in qualche modo, la mia passione continuerà ad esistere, contro tutto, contro tutti, contro il mondo. E si, persino contro il mio stesso volere.

Mi appresto a redigere questo articolo concernente la danza dopo un’intensa giornata di studio, onde evitare che la passione per questo bellissimo sport mi sovrasti del tutto, distraendomi inevitabilmente dai miei doveri accademici.

L’estate che ho vissuto e che mi accingo a raccontarvi potrei definirla, senza dubbio, come la miglior estate della mia vita. Un’estate danzante, un periodo che raramente potrò dimenticare, a meno che non sia colpita da un grave attacco di amnesia.

Ho trascorso innumerevoli ed entusiasmanti avventure, da quando sono entrata ufficialmente a far parte della mia scuola di ballo “L’Evidenza”.

Ebbene sì: lo straordinario quanto inatteso ampliarsi della mia passione per la danza ha disorientato chiunque abbia potuto osservare la mia espressione facciale ogni qualvolta avevo l’occasione di imparare qualcosa di nuovo. Ha disorientato persino me, all’inizio.

Spesso, durante gli anni della mia adolescenza, mi sono chiesta quando una passione possa essere giudicata tale. Adesso credo di conoscere perfettamente la risposta a tale quesito. Non è infatti difficile capire il momento in cui non possiamo fare a meno di un qualcosa, di quel qualcosa che riesce a capovolgere totalmente una giornata a noi prospettata come estremamente negativa.

Il potere della passione, in effetti, è in grado di trasformare ogni singola vicenda giornaliera in qualcosa di positivo. La passione ha l’enorme potere di condurci ad uno stato di equilibrio che raramente siamo in grado di esternare nelle numerose esperienze di vita quotidiana.

E questo è proprio ciò che è accaduto a me. Mentre all’università, complici le numerose difficoltà nonché la poca autostima che avevo di me non facevano altro che mettere a dura prova il mio umore, dall’altra parte potevo contare su una passione che, successivamente, mi avrebbe dato la forza di continuare il percorso intrapreso.

La passione per la danza.

Ogni lunedì pomeriggio, potevo coltivare in me la speranza di imparare tantissime passi nuovi a scuola di ballo, aspettative peraltro sempre confermate dalla presenza costante dei miei maestri, sempre pronti a suggerire dei ‘trucchi’ per poter migliorare rapidamente la qualità della danza e osservarne poi i risultati.

Risultati che, almeno in ambito universitario, hanno faticato molto a farsi vedere. Ciò che pensavo dentro di me, però, era totalmente diverso da ciò che esprimevo in apparenza: dopo poche settimane, sono stata in qualche modo ‘costretta’ ad ammettere a me stessa che quella disciplina cui mi stavo sempre più avvicinando, si stava trasformando in una vera e propria passione.

Insomma, ho commesso l’errore di considerare la danza non proprio come un mero passatempo, bensì, appunto, come una passione di cui mi nutrivo costantemente, giorno dopo giorno.

Il sogno continuava. Continuavo a sognare che, magari, avrei potuto un giorno sperare di poter imparare anche i balli di coppia, soprattutto i Latino-Americani, danze di cui sono tuttora perdutamente innamorata.

D’altro canto, però, sapevo che ciò mi sarebbe risultato impossibile. L’unica opportunità che potevo avere consisteva nel migliorare all’università, nel migliorare laddove presentavo delle carenze dovute alla mancanza di un adeguato insegnamento a livello scolastico. Sto parlando di una delle materie più ostiche che possano esistere: lo studio della matematica.

Uno studio che sempre mi ha recato grande sconforto ma che, adesso, sto cercando di affrontare nel modo più calmo e tranquillo possibile, in attesa di raggiungere qualche risultato concreto.

Ecco, forse questo avrei dovuto fare.

Forse avrei dovuto evitare di perdermi nel sogno di poter danzare ancora sulle dolci e scatenate note di un Jive, o sulle emozionanti note di un Valzer Viennese.

Ma non ho potuto farne a meno: magari, per la prima volta dopo tanto tempo, ho voluto dare ascolto al mio cuore e ai suoi reali bisogni.

Avevo bisogno di divertirmi e, in qualche modo, di scaricare la tensione accumulata durante quelle intense giornate all’università. Ma allo stesso tempo, avrei dovuto capire che, prima o poi, mi sarei dovuta scontrare con la realtà delle cose. Sapevo che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto smetterla di ‘giocare’, di sperare in un sogno impossibile.

Ed eccoci qua. È proprio quello che sto cercando di fare adesso: impegnarmi con tutte le forze all’università, in modo da riuscire a costruirmi una buona dose di cultura. Una cultura tangibile che possa forse condurmi, in futuro, in un ‘porto sicuro’.

Non posso però dire che la passione sia scomparsa o possa scomparire da un giorno all’altro. La settimana scorsa, parallelamente alle lezioni, sono ricominciate le lezioni di ballo: è stato emozionante, esattamente come la prima volta in cui ho varcato la soglia nel mio paradiso terrestre.

In quel paradiso in cui mi perderei ben volentieri, persino in questo preciso istante.

Questa volta, però, ho cominciato – o almeno sto cercando di farlo – con uno spirito diverso: con lo spirito di considerare la danza come un passatempo, sebbene io sappia, dentro di me, che non è affatto così.

Ma facciamo un passo indietro.

Poco fa, avevo detto che non avrei mai potuto sperimentare cosa significasse ballare in coppia. Beh, contrariamente alle mie aspettative, è invece successo.

Quest’estate, infatti, ho avuto la piccola grande fortuna di danzare con un ballerino che ha avuto già molta esperienza con le gare.  È vero, spesso ho ballato anche con il mio maestro.

Grazie a questo ballerino, però, ho avuto modo di imparare molto più di quanto il mio stesso maestro ha avuto modo di insegnarmi.

Ho sperimentato la bellezza di poter ballare per la prima volta un Cha Cha Cha, una Rumba e, ad esempio, il frizzante quanto stupendo Quickstep. Insomma, potete ben immaginare quanto questo abbia potuto rafforzare la mia passione.

Ho vissuto dei mesi che custodirò per sempre nel mio cuore, sebbene sia consapevole dell’impossibilità di rivivere questa esperienza in maniera costante e continuativa, come invece credevo di poter fare all’inizio di questa breve quanto intensa avventura danzante.

Cos’altro posso dire ancora?

Null’altro di così importante, almeno credo. Quello che posso affermare senza alcuna incertezza è che la danza, connessa al mio amore sconfinato per la musica, simboleggerà per sempre il marchio identificativo della mia personalità complessa e, allo stesso tempo, desiderosa di incontrare la sua felicità.

Quella felicità che, un giorno, io stessa potrò raccontare a chiunque abbia la curiosità di scoprirla. Quella felicità per cui cerco di battermi ogni singolo giorno della mia esistenza, sperando di incontrarla in un momento inaspettato della vita, o in un angolo sperduto chissà dove.

La danza è vita
La danza è Vita

I benefici della danza

La danza è Vita – Danza Sportiva

Qui sotto, riporto due bellissimi video riguardanti il fantastico mondo della danza. Un mondo in cui tutti hanno sognato di perdersi, almeno una volta nella vita.

Un mondo parallelo e allo stesso tempo così reale da far paura a chiunque abbia il privilegio di studiare con rigore la tecnica che si nasconde dietro queste affascinanti coreografie.

Non si tratta, però, di una paura negativa. Si tratta semplicemente di una sensazione che, seppur breve, possiede la capacità di togliere il respiro e profondere grande incanto per questa incantevole disciplina sportiva.

Anche io avrei desiderato studiare queste meravigliose danze, ma il tempo mi è stato – e mi è tuttora – indubbio nemico: ho delle responsabilità importanti che sarò, con costanza e determinazione, in grado di assolvere. Sono però altrettanto consapevole che quel sogno impossibile sarà destinato a rimanere insito nella mia anima.

Insito in quel cuore che batte per quelle grandi passioni che mi ricordano e mi ricorderanno sempre la persona che sono e che, forse, potrò un giorno diventare.

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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