‘L’ultima miccia’

Domattina, all’università, “sparerò in aria l’ultima miccia” con la speranza di fare centro. Tradotto: affronterò l’ultimo esame di questa sessione invernale (non vi dico quale per scaramanzia!). Insomma, la vita di uno studente (congiuntamente a quella dei lavoratori e degli studenti-lavoratori), non è affatto semplice da gestire e questo semestre è stato, a mio avviso, il più estenuante che abbia mai affrontato. Lo è stato quasi per tutti i discenti, in verità: Chimica-Fisica I (ancora non mi sembra vero di averlo superato!), Chimica Organica I, Fisica II e Chimica Analitica II… Caspita, c’è davvero così tanta carne al fuoco che trovare anche soltanto un punto di partenza si rivela assai difficile!

Nella mattinata di ieri ho tentato l’esame di Fisica II. Mi trovavo nell’Aula La Ginestra, edificio Cannizzaro. Vicino alla mia compagna di corso. Almeno fino a quando i professori non cominciano a divertirsi, giocando alla solita “battaglia navale”. Il risultato? Poco prima che cominci l’esame, mi ritrovo lontana “anni luce” dalla mia amica e apparentemente sembra ch’io possa dire “addio alla speranza” di quel supporto morale analogo ai tempi del primo esonero di Analisi I svolto lo scorso anno, sempre nel medesimo edificio. Posso sempre contare sulla mia memoria “di ferro”, però.

Effettivamente, i due problemi presentati nel compito sono abbastanza similari a quelli affrontati nell’esercitazione tenuta dal professore il giorno prima dell’esame. Guscio sferico e spira quadrata. Beh, ammetto che il secondo problema non me lo ricordo, pertanto mi concentro sul primo sperando di ottenere la sufficienza. Sì, io e la Fisica siamo proprio come l’acqua e l’olio, quindi mi accontenterei di qualsiasi risultato! Ad ogni modo, le due ore sono trascorse così velocemente che al termine della prima quasi pensavo di non concludere nulla! Verso la fine della seconda ora, la professoressa dell’altro canale mi sposta di nuovo di posto senza che io abbia fatto alcunché.

Vado a finire in seconda fila (la “maledizione” contratta al liceo colpisce ancora!) e alla fine mi appresto a consegnare il compito. Certo, devo ammettere che un po’ mi dispiace di non essere riuscita ad affrontare il problema numero 2, poiché comunque non era poi così difficile da svolgere. Sperare che il primo quesito risulti perfetto per un 18 sarebbe un po’ come sperare di superare un esame di analisi al primo colpo! Ad ogni modo, mi sento ottimista. In fondo, ci rimane sempre la sessione di Aprile (sì, il nostro professore ci dona la ghiotta opportunità di tentare l’esame prima della sessione estiva, pur non essendo studenti fuoricorso)!

Comunque, a partire da domani pomeriggio avrò nuovamente a disposizione il mio tempo libero e potrò dedicarmi anima e corpo alla scrittura (e all’ascolto di nuove opere musicali), almeno fino al 24 Febbraio, data di inizio del secondo semestre. Questi ultimi mesi, benché non li abbia vissuti nella totale serenità, sono “volati” e mi sembra incredibile che a breve debba ricominciare ufficialmente il mio “tran-tran”. Ma come ho già dichiarato nello scorso articolo, questa volta sono convinta che affronterò questa nuova avventura guardandola da un’altra prospettiva, da un’altra angolazione che di certo contemplerà una maggiore tranquillità emotiva e, si spera, un rinnovato entusiasmo che è stato spesso messo a dura prova da me per prima, da quei preconcetti negativi che lo studio (fin troppo prolungato) di Analisi II mi aveva provocato.

Adesso, però, mi sento di dire che la cosiddetta “crisi-da-studio” che ho vissuto negli ultimi tempi è davvero finita, sebbene mi debba ancora riprendere del tutto da questi “mesi di fuoco”, nonché da quella convinzione che io non avrei potuto farcela; una convinzione che purtroppo spegneva quelle stesse speranze che tentavo di costruirmi ogni giorno attraverso lo studio. Combattere se stessi non è mai semplice, ma credo di aver imparato che è proprio partendo da se stessi che si può (e si deve) ricominciare, anche quando sembra che non vi sia alcuna soluzione alla “crisi” che stiamo attraversando, di qualunque entità essa sia. Ovviamente, i miei propositi di migliorare nell’organizzazione dello studio restano, come sempre, ancora validi.

Quest’anno, ho preferito evitare di scrivere il mio consueto “messaggio di fine anno” rivolto a me stessa al fine di evitare di farmi delle false promesse. Tutto quello che volevo era “tornare la ragazza che ero”, o meglio, la studentessa che sempre ero stata. Ci sono riuscita/Ci riuscirò? Chissà, magari nei prossimi giorni riceverò una bella notizia che possa confermarlo, oppure no. Non mi è ancora dato di saperlo. So per certo, comunque, che una parte di me ci è già riuscita.

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

2 Risposte a “‘L’ultima miccia’”

  1. Anche a Torino c’è l’aula Cannizzaro, era per i corsi del 3° anno.
    Solo che è a gradoni, spostare le persone (perchè?), non sarebbe molto pratico…

    1. Ci hanno spostato in base a un “criterio puramente simmetrico”, o almeno così mi è parso. Poi durante l’esame, di tanto in tanto la professoressa spostava le persone “sospette”. Io personalmente l’ho presa sul ridere quando mi ha spostata (ma ovviamente il mio sguardo era inespressivo)… Comunque tra me e un’altra persona vi era uno spazio di tre posti per cui, anche volendo, consultarsi era davvero impossibile… Di conseguenza, a mio modesto parere, lo erano anche gli spostamenti della professoressa!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *