‘L’eterno ritorno’ – Riflessioni post-maturità (e pre-esame…)

Passato e presente: l’eterno ritorno e l’eterno contrasto: Liceo Vs. Università (+ esame di matematica…)

 

<<Quanti esami ti mancano?>>

– ci chiedono –

<<Sinceramente, non sento la mancanza di nessuno.>>

– la risposta univoca di noi poveri studenti –

(Anonimo)

 

Soltanto due anni fa, proprio nella tarda mattinata del 7 Luglio, mi accingevo a sostenere l’esame di maturità; un esame di cui probabilmente conserverò il ricordo per sempre. Incredibilmente, rimembro quell’esperienza come una delle più belle soddisfazioni ottenute nella mia ‘professione’ di studentessa e, ovviamente, nella mia vita. Molte cose sono cambiate da allora ed altrettante sono sfuggite al mio controllo, ai miei sentimenti e alla mia stessa razionalità. Come dimenticare il momento esatto in cui mi accinsi a varcare quella porta e mi ritrovai dinanzi la professoressa esterna di italiano che mi accolse, ancor prima di cominciare il colloquio, con queste fatidiche parole: 

«Ti stavamo aspettando con ansia.» ?  

«Oook, iniziamo bene… Cosa diamine avranno detto di me i professori interni???» pensai in quel momento, alquanto stupita da quell’enigmatica frase. 

Come dimenticare, poi, l’espressione sconcertata del professore esterno di fisica non appena ‘annunciai’ alla commissione che avrei iniziato l’esame orale proprio con fisica e matematica? Sì, fu una scelta folle la mia (da quando le mie scelte possono giudicarsi normali? 😂)… Alla fine, comunque, riuscii a fronteggiare la situazione nel migliore dei modi (sebbene quel professore non intendesse assolutamente ‘lasciarmi in pasto’ agli altri docenti!).

“Insomma… Come dimenticare l’indimenticabile?”

Ebbene, in questi ultimi due anni, quando di rado capitava, mi ‘rinchiudevo’ in quei bellissimi ricordi e in quella sorta di favola in cui tutto sembrava semplice, in cui sembrava che la passione avrebbe potuto sconfiggere qualsiasi ostacolo.  E mai, dico mai, mi sarei aspettata di ritrovarmi ancora qui, su questo tavolo, in un’assolata e caldissima giornata d’estate, a studiare per l’ennesima volta una materia che mai avrei pensato di studiare (almeno fino a qualche anno fa e così a lungo): la matematica. All’esame di maturità, quando uscirono esterne matematica e fisica (con in più il presidente della commissione di scienze!), fu davvero un’esperienza incredibile per me. Incredibile e devastante allo stesso tempo.

Nessuno si aspettava una simile possibilità, tutti quanti – docenti inclusi – ne rimasero semplicemente sconvolti. Qualcuno ci rise su per non piangere (tanto non era un problema loro, giustamente!), qualcun altro pensò si trattasse di uno scherzo (magari la nostra stessa prof di matematica, chissà…). Beh, magari lo fosse stato, dissi io all’epoca… E invece no. Dall’iniziale e distruttiva disperazione passai all’autocommiserazione, da questa passai alla rassegnazione e dalla rassegnazione passai alla rabbia e alla voglia di spaccare. E di brutto.

No, non avrei mai permesso che la mia media finale, ottenuta con tanta perseveranza, passione e fatica, si macchiasse di un risultato negativo a causa delle suddette materie scientifiche con le quali avevo sempre, da gran guerriera, combattuto con le unghie e con i denti. Sì, a quei tempi, quando affrontai a muso duro il mostro della matematica e della fisica e ne uscii vincitrice, avevo davvero creduto che niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi, arrestare la mia folle corsa verso un incerto – ma altresì emozionante – futuro.

Beh, non che all’università sia andata proprio così, a dire il vero… Ma tutto sommato, siamo riusciti a rimanere a galla; finora abbiamo conosciuto, come in ogni percorso accademico che si rispetti, ‘gioie e dolori’… Insomma, si sa che non può essere sempre tutto ‘rose e fiori’. Qualche soddisfazione c’è stata, la ‘disperazione’ (quella veramente tanta…) pure, e le amicizie… Oh, quelle sono state (congiuntamente alle mie grandi passioni) il mio ossigeno, quella linfa vitale che mi ha permesso di non desistere dopo pochi mesi dall’inizio dell’università, e spero vivamente continueranno ad esserlo.

Ricordo che, per quasi tutto il primo anno, non feci altro che ripetermi: “No, non posso farcela, il prossimo anno me ne andrò e cambierò vita”. Poi, ‘non so né come né perché’, restai dov’ero. Chissà, magari quel 27 conseguito all’esame di Chimica Inorganica I mi fece cambiare idea… Forse, inconsciamente, fu proprio quell’esame a decretare il ‘dentro’ o ‘fuori’, diciamo così. Già, in quel momento provai davvero una grande soddisfazione e le parole della professoressa mi infusero nuove speranze. 

In fondo, aver ‘battuto’ (per una volta) a livello di valutazione conseguita la mia ristretta cerchia di compagni provenienti dall’ITIS non era certo cosa di tutti i giorni… In realtà, però, trovai molti altri motivi per restare. Come scrissi infatti già in precedenza, la mia motivazione al cambiamento non doveva essere abbastanza valida se è andata come è andata e ad oggi mi ritrovo ancora qui, seduta su questo tavolo, in un’assolata e caldissima giornata d’estate, a studiare per l’ennesima volta una materia che mai e poi mai avrei pensato di studiare (almeno fino a qualche anno fa e così a lungo): la matematica.  

Poi, nel bel mezzo del mio percorso, ho scoperto la scrittura… Ed è qui che mi si è aperto un mondo. No, mi correggo: Il Mondo (o un universo di mondi?). Grazie a questa, ho scoperto sentimenti nuovi, ho cercato di dar loro una voce e ho tentato di rispecchiarmi pienamente in essi. Con tutte le conseguenze del caso… Sì, ho iniziato a scoprire davvero il senso stesso della scrittura solamente quando ho concluso il percorso liceale apprestandomi a vivere una nuovissima avventura all’università. Un’avventura spericolata che è culminata – almeno per ora – proprio qui, con me seduta su questo tavolo, in un’assolata e caldissima giornata d’estate, a studiare per l’ennesima volta una materia che mai e poi mai avrei pensato di studiare (almeno fino a qualche anno fa e così a lungo): la matematica.

Sì, so benissimo che ho ripetuto questa frase per ben tre volte, ma state tranquilli. Non ho problemi di memoria e non credo di avere l’età per soffrirne. No, non sono ancora del tutto impazzita, ma… Ma non so nemmeno io perché continuo a ripetermi apposta, in verità.

Chissà, magari mi voglio ‘spacciare’ per qualche scrittore o poeta che ripete periodi e concetti per enfatizzarli, o forse questa sorta di ‘ciclizzazione’, di ‘eterno ritorno’ mentale nei confronti dei tempi andati e della nuova – quanto vecchia – prospettiva di studiare matematica mi sta fondendo il cervello, chissà.

Ad ogni modo, devo proprio dirlo… Mi manco un po’. Mi manca la me del passato e, in particolar modo, la me del primo semestre, la me grintosa, la me combattiva… Quella me che piano piano e in sordina sta recuperando i cocci di quel vaso che si è rotto quel fatidico 3 di Maggio e che, ben presto, spera di ottenere un ‘ingente riscatto’. Insomma, mi manca il sapore della passione coniugata alla vittoria. Ma come si suol dire, non si può avere tutto (e subito!!!) dalla vita e credo che, comunque vada, la pazienza correlata alla speranza risulterà sempre essere la mia migliore virtù.

Anche questo ‘periodo critico’ e, in un certo senso, ‘criptico’, passerà e se riuscirò, prima o poi, ad estinguere questo maledetto esame, credo mi ritroverò (questa volta sarà davvero facile) persa nei meandri di quel mondo nel quale predominerà ‘il dolce far niente’ perché quest’anno, (posso ben dirlo!) mi sembra proprio di aver frequentato il corso di laurea in Matematica per un intero anno (…Non chiedetemi come ho fatto a resistere, non saprei rispondervi… !).

Detto ciò, credo davvero di meritarmi, dopo questa ‘impresa titanica’ (la vera impresa titanica forse sarà la laurea), assoluto riposo, o quasi. Magari qualcosa farò, ma dubito che riuscirò a cavarne qualcosa di buono (ammetto di invidiare il mio gruppo di amici; sono riusciti tutti a dare l’esame di Chimica-Fisica II, alias Meccanica Quantistica!).

Certo è che sono davvero stanchissima e, tra l’altro, senza nemmeno quel briciolo di soddisfazione che avevo perlomeno ottenuto a fine esame di maturità e a fine primo semestre all’università, nonostante mi facessi portavoce della stessa stanchezza di cui oggi sono testimone e che mi aveva ‘divorato’ quasi tutte le forze (ma che mi aveva perlomeno colmato di un profondo benessere interiore, diciamo anche questo).

Che dite, sono troppo severa con me stessa?

Può darsi. 

Sono troppo schietta e diretta con i miei ‘interlocutori’? 

Può darsi.

Ad ogni modo, il mio ‘malinconico ottimismo’ (non saprei come altro chiamarlo 😂) non mi permette ancora di arrendermi, forse perché non sopporto di perdere una sfida cui ho riservato fin troppe attenzioni. Non posso ancora ‘ritirarmi a vita privata’, non dopo tutte le peripezie che, in un modo o nell’altro, ho avuto modo di superare. Inoltre, non ho ‘conosciuto’ nemmeno poi troppo bene la Chimica (quest’anno proprio per niente, a dire il vero)… Chissà, magari mi sono persa qualcosa.

Tanto per citare il mio carissimo Leopardi, non farò in modo che tale percorso culmini con la malinconica proposizione “l’infinita vanità del tutto.” C’è ancora moltissimo da recuperare e da apprendere e, alle volte, mi sembra davvero impossibile e mi ritrovo a fare delle facce tipo questa: 😱. Ma dentro di me vige ancora un briciolo di speranza. Sì, indubbiamente il perdurare di questa specie di sentimento lo devo a molti ma, in primis, alla mia amatissima scrittura, attività che ormai da tempo mi permette di analizzare ‘da fuori’ la mia persona, senza ch’io possa nascondere le mie reali emozioni.

Perciò, quando scriverò l’articolo che sancirà la mia prossima vittoria (prima o poi succederà, no?) spero di conquistare e consolidare nuovamente quella grinta che mi ha accompagnato per tutto il primo semestre. Insomma, Analisi I l’ho superata io, mica la mia controfigura (ci mancherebbe altro!).

Per concludere… Sapete una cosa?

Pensandoci bene, forse non è il passato quello che mi manca, ma quel che c’era nel passato a mancarmi, all’interno di quel ‘citoplasma’ ricco di emozioni e meravigliose soddisfazioni personali. Forse, a mancarmi è la sua essenza, il suo sapore e Dio solo sa se, un bel giorno, potrò in qualche modo riuscire a degustarne di nuovo la fragranza. Ma adesso non voglio pensarci – o perlomeno non fino ad Ottobre prossimo, quando premerò di nuovo il tasto ‘Reset’ per concedermi l’ennesima possibilità di riuscire a stare un poco al passo con i tempi accademici (della serie: “Io speriamo che me la cavo!”) -.

Fino ad allora, mentre aspetto che la ‘vecchia me’ ritorni più forte di prima (devo ammettere che si ‘è nascosta’ davvero bene!), voglio soltanto godermi il sole, il mare (ops, ci sono gia stata!) e quello che resta di questa breve e torrida estate.

Questa breve estate all’insegna della matematica che sì, per ora avrà vinto la battaglia, ma non certo la guerra.

 

La vita è un’attesa tra un esame e l’altro. (Sergio Leone)
La vita è un’attesa tra un esame e l’altro. (Sergio Leone)

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *