Le mie assurde manie…

Premettendo che non saprò mai e poi mai come si studia all’università (in effetti, non credo che il mio “metodo di studio” sia dei migliori), quest’oggi ho deciso di redigere un post un po’ “inutile” (almeno in parte), molto più leggero rispetto ai soliti. Tutto questo con lo scopo di tirarmi un po’ su di morale e, forse, strapparvi (e strapparmi da sola) qualche risata. D’altra parte, il 3 di ogni mese sono solita pubblicare qualcosa, perciò stavolta parlerò un po’ di me stessa e, nello specifico, delle mie “ossessioni”/manie. Le mie stranezze sono per lo più legate ad un concetto oramai troppo assente nella mia vita quotidiana: il concetto di ordine. Che cosa intendo dire con questo? Lo scoprirete strada facendo. Ebbene, dopo questa (non) intensa giornata di studio, sono pronta a concludere la serata con questo piccolo concentrato di assurde manie riguardanti la mia persona.

#1 Da quando ho cominciato l’università, una strana abitudine/ossessione ha fatto capolino nella mia testa, suscitando in me una certa ironia. Quando devo cominciare a studiare, controllo sempre l’orologio del mio telefonino (mentre al liceo non mi importava affatto di che ora fosse). Se per esempio sono le sei spaccate del mattino, ma tra il prendere i libri ed “apparecchiarci” così il mio tavolino adibito allo studio si fanno le 6:02 minuti, io non comincio a mettermi all’opera.

Aspetto tranquillamente le 6:10. Se per esempio sono le 15:16, io comincio alle 15:30; mentre se fossero state le 15:14 minuti, avrei tranquillamente iniziato un minuto dopo (ergo, le 15:15 in punto). A quanto sembra, “grazie” all’università ho maturato la fissa per i numeri 00, 10, 15 e 30. Magari dovrei giocarmeli al lotto con la speranza di vincere qualcosa, chissà.

Oppure, teoria molto più accreditata, il mio cervello sta elaborando un modo per procrastinare quanto invece dovrei riuscire a fare in vista di Gennaio/Febbraio. Con questo sistema voglio forse illudermi che il conteggio delle ore di studio rappresenti la “migliore garanzia” al superamento dell’esame? No, purtroppo spesso conta la qualità e non la quantità. Ma a quanto pare, io questo non sono ancora riuscita a capirlo.

#2 Un’altra ossessione/mania legata al complesso mondo dell’università riguarda “l’apparecchiare” la scrivania adibita allo studio con i libri e/o quaderni necessari. Il tutto deve essere disposto con un rigore geometrico da far paura persino a me stessa. Credo che qua un esperto di psicologia potrebbe dirmi che sono affetta da “manie di controllo” et similia…

Insomma, sembra che almeno un qualcosa debba sottostare ai miei “criteri di perfezione”, creando all’apparenza un ambiente ordinato, “in atmosfera praticamente inerte”. Nessuno deve toccare e/o disporre in altro modo i miei libri universitari, altrimenti si perde quel senso di “armonia geometrica” che ho cercato di creare. Sono strana? Sì, lo sono. E anche molto… Lo sono sempre stata, in verità, ma ci ha pensato l’università ad accentuare queste mie stranezze. E il lato più ironico dell’assurda questione è che io sono, in realtà, una ragazza molto disordinata. Vi basterebbe entrare nel mio studio per scoprire un mondo nel quale alberga il caos più totale. Lo stesso caos che si trova nella mia testa.

#3 Anche in questo caso, la colpa è dell’università. Io, che durante i miei studi precedenti ho sempre disprezzato la matita per scrivere, ho cominciato ad utilizzarla praticamente tutti i giorni a partire dal secondo anno di università. Quando sono andata a fare qualche piccola ripetizione di matematica per Analisi II, la professoressa mi domandava ripetutamente per quale assurdo motivo utilizzassi la matita anziché la penna per scrivere. [Note a margine: anni e anni di scrittura con la penna mi hanno fruttato la comparsa di un piccolo callo sul dito medio della mia mano destra… Mi è comparso dall’inizio delle scuole medie e non se ne è più andato. Perciò, credo proprio che “il callo dello scrittore” mi accompagnerà per tutta la mia esistenza].

La verità è che, da quando ho cominciato a scrivere assiduamente qui sul blog (ormai scrivo sulla tastiera quasi alla cieca) – senza contare il fatto di essere una frana a prendere appunti decenti a lezione – mi sono disabituata al contatto con la penna, attraverso la quale sono in grado di scrivere con una modesta velocità. Con l’ausilio della matita, ho invece l'(erronea) impressione di essere molto più in gamba di quanto in realtà non sia: scrivo e risolvo gli esercizi molto più velocemente e la mia calligrafia appare nettamente migliore se confrontata con quella scritta a penna.

#4 La mania seguente (di cui forse vi sarete già ben accorti) è sempre e soltanto legata al concetto di “fittizio” ordine che sto cercando di costruirmi intorno. Qui sul blog, sono stata solita sin dall’inizio rispettare la “proprietà periodica” secondo la quale le categorie da me definite “ad alta priorità” (ovverosia: Libri, Musica, Danza e Università) devono presentarsi con almeno tre articoli di fila per ognuna. Questa strana concezione mi dà l’ottima impressione di seguire la strada che conduce all’ordine e all’equilibrio mentale, cosa che di fatto non ho ancora raggiunto, anche a causa delle ultime “calamità” universitarie che ho dovuto affrontare a muso duro.

#5 Quando possiedo più libri di uno stesso autore, ho l’abitudine di leggerli (se mi è possibile) tutti di seguito, in modo da garantirmi una full immersion al fine di studiarne al meglio le caratteristiche e dunque lo stile dello stesso scrittore. Un’altra mania, questa volta legata alla musica, è la seguente: quando decido di ascoltare un gruppo musicale, ho l’abitudine di partire sempre dal primo album, benché il più delle volte quelli eccezionali si presentino in seguito. Non ho rispettato questo “criterio” per i Genesis, in quanto credo sia stato in assoluto il primo gruppo progressive che ho ascoltato in vita mia.

Adesso, verrebbe da chiedersi quale siano le cause di queste mie strane manie (sicuramente ne avrò delle altre, ma al momento non mi vengono in mente…). E qui si giunge, dall’aspetto prettamente “ludico” di questo articolo, all’approccio serio della questione. Personalmente, credo di conoscere una possibile risposta a questi strani comportamenti. In qualche modo, sembra proprio che io debba costruirmi uno status di equilibrio che in questo periodo è quasi del tutto assente. I continui viaggi, il caos della città di Roma, lo studio… Penso proprio che non mi abituerò mai e poi mai a questa routine. Lo confesso, in verità non avrei voluto affatto parlare del mio attuale procedere nello studio, né in questo, né in post successivi.

In effetti, posso fare soltanto un accenno di come forse io abbia, anche questa volta, giocato male le mie carte. In effetti, in questo periodo ho avuto la brillante idea di dedicarmi a due materie davvero impegnative (ne esiste forse una che non lo sia?): Chimica Organica (I) e Chimica-Fisica (I). Per quanto concerne la prima, mi sto letteralmente immergendo nel libro di testo facendo una miriade di esercizi, anche tutti uguali, al fine di assimilarne i concetti. E non sono molto sicura che questa sia la strada giusta.

È meglio svolgere pochi esercizi fatti bene e procedere nello studio degli altri capitoli senza correre il rischio di rimanere troppo indietro, oppure è molto meglio farne il più possibile? Questa domanda mi sta torturando ormai da giorni. Anche perché il tempo stringe, ed io non mi trovo proprio al passo con la professoressa, sebbene non me la stia cavando affatto male.

Per Chimica-Fisica… Al momento, preferisco mantenere il “silenzio stampa”!

Comunque, come andrà a finire? Non lo so. L’università è spesso definita un luogo dedito alla lotta per la sopravvivenza. È una sorta di selezione naturale, dalla quale ne escono vittoriosi soltanto i migliori. I migliori di intelletto e di spirito. Ed io ammetto di trovarmi, al momento, in uno stato di quiete e di moto allo stesso tempo. Forse, per certi aspetti, più di quiete… Ad ogni modo, di progressi ce ne sono stati, e credo sia buona cosa concentrarsi su quelli. In fondo, forse è ancora troppo presto per dichiararsi sia vinti, che vincitori.

Le mie assurde manie...
Le mie assurde manie…

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

4 Risposte a “Le mie assurde manie…”

  1. Ne ho anch’io di manie così, sul blog da qualche parte le avevo raccontate.
    Il volume della TV dev’essere necessariamente un numero pari.
    Nella colazione seguo un rituale in 9 fasi.
    Ho anche il callo al medio della destra, ma fin dalle elementari, infatti l’ultima è falange è storta verso destra proprio perché ci appoggiavo la penna.
    La fissa del 3 ha poi una sua logica, perché in svariate cose c’è una tripartizione.

    Non c’è una risposta corretta alla tua domanda sul metodo di studio, ognuno ha il suo. Personalmente a un certo punto ho capito che era meglio pochi esercizi, ma buoni. Purtroppo non è che si avessero a disposizione molti esercizi risolti, così da avere delle linee-guida.

    1. Wow, è sorprendente sapere di non essere la sola ad avere strane/originali manie! Quanto alla colazione, vorresti dirmi che ti sei creato una sorta di nuovo ed esteso “rituale psichedelico alla Pink Floyd” (non so perché ma mi viene in mente la loro “Alan’s Psychedelic Breakfast”)? 😁
      Quanto al metodo di studio, stavo giusto pensando di ridurre il numero degli esercizi da fare per guadagnare tempo e magari studiare meglio altri concetti e saperne di tutto e un po’.. Chissà che non funzioni!

      1. Il rituale in realtà sono semplicemente i passaggi sequenziali reiterati con cui faccio colazione.
        Però d’estate, c’è una settimana in cui da molti anni faccio ogni mattina colazione all’inglese, e in sottofondo metto proprio Alan’s Psychedelic Breakfast.

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