Grazie di cuore, maestri

 

I migliori maestri sono quelli che ti indicano dove guardare, ma non ti dicono cosa vedere.

Alexandra K. Trenfor

 

I nostri primi maestri di filosofia sono i nostri piedi, le nostre mani, i nostri occhi.

Jean-Jacques Rousseau

 

Non si è maestri che quando si impiega nelle cose la pazienza che esigono.

Eugène Delacroix

 

Ama il tuo sogno seppur ti tormenta.

Gabriele D’Annunzio

 

 

Ricordo ancora quando vidi danzare i miei maestri per la prima volta in una piazza del mio paese. Lei, con un magnifico vestito di colore giallo brillantinato. Lui, con un bellissimo frack. Entrambi eleganti e disinvolti ma, allo stesso tempo, colmi di umiltà e di quell’ardente passione di cui tutti siamo stati testimoni, almeno una volta nella vita. Volteggiavano su quella pseudo-balera come se si trovassero in una vera e propria pista da ballo. Ma il luogo non importava: contava lo stato d’animo, la magica atmosfera che si respirava in quel momento. E in quel momento, un’emozione stupenda pervase il mio cuore e, in un certo senso, la mia mente. Io non mi trovavo molto vicina ad osservarli. Eppure, persino da lontano, potevo assaporare e respirare quel profumo di cui oggi sono a conoscenza: il profumo della passione, quella autentica.

Quella passione che, per qualche secondo, ti toglie il respiro, per poi donarti quella gioia e quella pienezza che riempiono il cuore di sogni. Non potevo ancora immaginare che, ben presto, quella bellissima forma d’arte che è la danza potesse convertirsi in una grande passione. Essere maggiormente consapevole dei propri limiti, conoscere il proprio corpo in maniera più profonda e, al contempo, scoprirne le nascoste potenzialità. Ecco, non credevo che sarei arrivata a questo. Non avrei mai creduto di poter sperimentare, un giorno, l’incredibile bellezza che si prospetta ai miei occhi ogni qualvolta mi trovo sulla pista con il mio gruppo di ballo, aspettando con ansia e trepidazione che parta la musica… Che parta quel sogno bellissimo di cui sono tuttora innamorata.

In quel periodo, facevo parte di un’altra scuola di ballo. Dentro di me, però, covavo l’ardente desiderio di conoscere quei grandissimi maestri, nonché di far parte del loro gruppo di ballo. Ebbene, per ben tre anni ho nutrito questa ‘flebile’ speranza. Conservavo molti ricordi della mia precedente scuola di ballo e, quegli stessi ricordi, mi impedirono per molto tempo di soddisfare quel mio nascosto desiderio di cambiamento. In un certo qual senso, sentivo di essere egoista.

Ma si è veramente egoisti quando si vuole progredire in qualcosa e, per farlo, siamo in qualche modo costretti a guardare altrove per esplorare nuovi orizzonti? Si è veramente degli egoisti quando si decide finalmente di voltare pagina e seguire il proprio cuore?

Beh, com’è ovvio, tutto dipende dalle circostanze. Nel mio caso, la mia scelta non è stata affatto immediata ma, al contrario, giustamente meditata e contestualizzata nel nuovo ambiente in cui avrei potuto continuare a coltivare la mia passione e, forse, ad ampliarla maggiormente.

Alla fine, presi la cosciente decisione di attuare quel processo di adattamento cui avrei dovuto appellarmi una volta esaudito quel sogno che, a suo tempo, giudicavo impossibile. Concluso il percorso liceale, decisi che avrei cambiato – anche se non di molto – la mia prospettiva di vita. Una prospettiva che però, contrariamente alle mie aspettative, ha modificato quasi completamente il mio modo di essere e di affacciarmi alla vita. 

Era ormai giunto il momento di allargare i miei orizzonti e di scoprire una nuova bellezza. Quella bellezza che, nei momenti difficili, mi avrebbe senz’altro ricordato chi fossi veramente. Forse, ho imparato a conoscermi davvero proprio dal momento in cui ho deciso di sfidare il mio più grande limite: la timidezza.  Una sfida peraltro cominciata a partire dalla fine del secondo anno delle scuole superiori. Una trasformazione lenta eppure visibilmente percettibile da parte mia e, soprattutto, da parte della mia famiglia.  

“Tu in una scuola di ballo?” Fece mia madre la prima volta che le espressi questo mio desiderio. Il suo scetticismo era perfettamente comprensibile. Insomma, una ragazza timida come lo ero io avrebbe mai ballato nelle piazze del paese in mezzo ad un pubblico?

“Perché no?” Feci io con entusiasmo.

E così, cominciò ufficialmente il mio percorso verso quella che avrei ben presto definito una grande passione. Tornata dalla vacanza che sancì l’inizio del mio cambiamento, decisi di frequentare una scuola di balli di gruppo. Fu un periodo indimenticabile e i risultati che ne derivarono furono altrettanto entusiasmanti. Da quel momento, cominciarono persino a migliorare i miei voti scolastici. Avevo finalmente trovato un posto in cui poter trascorrere dei pomeriggi emozionanti dopo intense sessioni di studio. Dopo qualche tempo conobbi, però, i miei attuali maestri. Anche loro delle persone straordinarie e decisamente appassionate.

Ebbene, quella passione mi folgorò. Letteralmente. Da una parte, attendevo con ansia l’estate soltanto per vederli ballare. Per vedere in loro classe, eleganza, carisma e, allo stesso tempo, quell’umiltà necessaria a renderli ancora più grandi ai miei occhi. Non potevo non rimanere affascinata dai loro movimenti così decisi eppure, al contempo, così aggraziati, così dolci.

Insomma, io ho sempre ammirato la passione, di qualunque forma si tratti. Perché è proprio così che vorrei sentirmi nella mia vita. Una persona appassionata, una persona consapevole di fare delle sue passioni una delle sue ragioni di vita, se non la ragione principale. Nel mio percorso precedente ho ‘incontrato la passione’ in ogni dove, sebbene abbia avuto modo di conoscerla veramente soltanto al liceo. Maturai, infatti, una forte passione per lo studio, a discapito dei passatempi e dei divertimenti che avrei potuto concedermi. Ma a me bastava, comunque, quell’unico pomeriggio che, ogni volta, aspettavo con gioia e trepidante emozione. E proprio perché quel pomeriggio era unico e diverso, potevo assaporarne fino in fondo l’essenza. Ovviamente, lo studio rimase una priorità e, tornassi indietro, ripercorrerei esattamente lo stesso itinerario. Quel sogno di poter ampliare le mie conoscenze in fatto di danza, però, continuava a permanere nel mio cuore.

Ad oggi, il mio sogno si è avverato. Ormai è da circa un anno e mezzo che faccio parte della scuola “L’Evidenza”, e non posso che considerarla la mia seconda famiglia. Una famiglia in cui sono cresciuta imparando soprattutto il valore dello stare insieme e del divertirsi. Proprio con loro, infatti, ho conosciuto e sperimentato una nuova realtà: dei bellissimi sabato sera trascorsi nelle sale da ballo e nei locali in cui avremmo potuto esprimere noi stessi ballando, conversando e divertendoci come dei pazzi scatenati.

Circa tre settimane fa, ho assaporato la grande emozione di ballare con il mio maestro. Sì, alla fine il ballo di coppia è diventata la mia passione reale. Certo, anche i balli di gruppo sono grandiosi, ma il ballo di coppia è diverso. Richiede maggior impegno e coordinazione ma, allo stesso tempo, meno fatica, in quanto ci si ‘aiuta’ l’un l’altro.

È vero, non sono poi così brava… Ma se si ha un buon maestro o un buon cavaliere capace di guidare la dama sulla pista, allora si è sicuramente in buone mani. Ed io, come ho già detto in un precedente articolo, ho avuto la fortuna di danzare con un gran ballerino e, quando ne ho l’occasione, lo faccio tuttora. In effetti, da lui ho imparato moltissimo e questo mi ha, in un certo senso, “preparata” a ballare qualcosa con il mio maestro.

Insomma, mi sono divertita un mondo. Ho ballato, però, in un modo diverso dal solito. Il maestro mi ha fatto conoscere delle figurazioni spettacolari che io provato ad eseguire tramite la sua guida. Non che ci sia riuscita del tutto ma, come già detto, è stato per me emozionante. Non avevo mai ballato con lui un Cha Cha Cha, per esempio. Ed è stato incredibile. Per me lo è sempre stato, in realtà. Ma quella sera, lo è stato ancora di più. Ho eseguito dei giri pazzeschi e non so nemmeno come io ‘abbia fatto’.

Ma non è finita qui. Ho ballato anche una bellissima Mazurka e un frizzante Quickstep (cui dedicherò il prossimo articolo!). Ballare è sempre emozionante, ma ballare con il proprio maestro è, senza dubbio, un privilegio. So benissimo che se avessi la possibilità di frequentare il corso di ballo di coppia avrei molto da imparare dai miei maestri.  Già, questo è soltanto uno dei tanti sogni che ho in serbo nel cuore. E ciò rimarrà: solamente un bellissimo sogno. 

Perché io non voglio sperare troppo in qualcosa che ha ben poche possibilità di realizzarsi. Non più… Una cosa, però, voglio dirla. Continuerò a nutrire la fervida speranza di imparare ancora qualcosa, nelle serate danzanti così come nella vita quotidiana e nella mia futura vita professionale (se e quando ne avrò una).

Insomma, grazie di cuore maestri. Grazie perché, insieme a voi, continuerò a vivere di sogni e di emozioni. Grazie perché, insieme a voi, ho scoperto che ci si può divertire senza trascurare i propri doveri. Pertanto, grazie. Grazie di tutto.

Non sforzarti di seguire le orme dei maestri: cerca ciò che essi cercavano. (Ma-tzu)
Non sforzarti di seguire le orme dei maestri: cerca ciò che essi cercavano (Ma-tzu)

 

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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