Competenza Vs. Conoscenza: chi vince(rà)?

Saranno almeno quattro anni che mi faccio quest’arguta (o scontata?) domanda e penso che, perlomeno in teoria, dovrebbe vincere – su tutto – la prima. E che dovrebbe funzionare così per la stragrande maggioranza degli esami. Soltanto un annetto fa ero alle prese con una materia a dir poco terribile che, purtroppo, mi ha fatto trascorrere malissimo le vacanze di Natale: Analitica III. Un esame che prevedeva anche delle esperienze di laboratorio, ma che poi, per motivi che ben conosciamo e che tuttora ci perseguitano, è diventato esclusivamente teorico. Un’accozzaglia di concetti e tecniche analitiche da imparare a memoria, quasi tre mesi (davvero orrendi, ahimé) passati a cercare di comprendere roba assurda anche se da capire c’era ben poco, una disperazione tale da farmi persino cassare –  se non strappare, e l’ho fatto – con infinita rabbia alcune pagine delle dispense. Ecco, per ora non sono ancora arrivata (o meglio, tornata) a questo punto, ma non posso proprio mentirvi – né mentirmi. La mia testa non ne vuole proprio sapere di imparare queste cose, anche se il tempo stringe e devo assolutamente darmi una mossa per arrivare a -2. Ma so per esperienza che, quando si odiano a morte certi esami, vincere non è facile. Combattere sé stessi non è facile.

E io – e lo dico senza mezzi termini – odio a morte questo (ennesimo) esame di Analitica (II). Per estensione, devo ammettere che questi ultimi 3 esami non mi garbano per nulla; perlomeno a una prima impressione ho avuto il rigetto. E temo che stavolta non mi sarà possibile cambiare idea.

Ho sempre odiato gli esami troppo tecnici, quelli in cui ci sono milioni di termini ingegneristici o, comunque, delle procedure tali per cui non sia possibile ripetere in parole diverse un concetto che si avvale di strane leggi fisiche o matematiche. Organica III, tanto per cercare di metabolizzare un qualcosa di non metabolizzabile, dovrebbe avvalersi di questo approccio tremendo: spettroscopia NMR, spettroscopia IR, Carbonio 13 (conoscenza) e assegnazione di una molecola da analizzare teoricamente in base a questi astrattissimi concetti (competenza).

Della serie: oltre ad ammorbarsi (di noia e disperazione) con la teoria associata a queste tecniche, si dovrà cercare di capire spettroscopicamente una molecola (impresa che per ora paragonerei a un corso di lingua araba) – sempre che si arrivi a questo step, perché se non si ottiene il passpartout iniziale (che consiste nella primaria discussione dettagliata di una delle 6 esperienze di laboratorio, con annesse formule di composti, nomi di intermedi e quant’altro possa venire in mente al folle docente che purtroppo mi è toccato), non si può arrivare al secondo step. Potresti stare un’ora buona a discutere di questa esperienza e poi, magari… essere rispedito a casa senza voto.

Insomma, questo esame di Organica III è una sorta di omnia – e già ora che sto trascrivendo tutte le lezioni mi sto chiedendo come ca…spita farò a passarlo –: concetti di Analitica III, Chimica-Fisica II, Chimica Organica I-II (e III, appunto) e, addirittura, di Inorganica II (ve ne prego, RIDATEMI Organica II!), in un solo, tremendo esame mi sembrano una montagna sin troppo alta da scalare. Senza contare che, a seguito di una notizia ricevuta all’ultimo minuto, proprio ora che sto scrivendo, questo fenomeno ha cambiato le modalità di esame per tutti. Adesso, a suo dire, assegnerebbe uno spettro da cui bisogna ricavare la struttura della molecola. E la cosa peggiore è che avevo cominciato a vedere le vecchie lezioni (passavo all’undicesima) appunto, ma ora… a seguito di questa sua genialata, dovrei farmi dare (da chi???) le lezioni di quest’anno e ricominciare da zero? Senza contare che, a sensazione, è molto peggio ricavare la molecola da uno spettro, piuttosto che dedurre da una molecola le sue caratteristiche spettroscopiche. Insomma, ci mancava anche questa. Ci mancavano pure i picchi da interpretare. Oppure ci dà anche la formula bruta e dobbiamo costruire lo spettro da questa? Vabbè, non ci sto capendo più niente e credo sia meglio fermarmi qua, sennò scateno il putiferio!

Stesso discorso per Inorganica II, (anche se il peggio del peggio del peggio rimane Organica III): pure questo è un esame da tradurre, con quella strana teoria matematica dei gruppi e quegli strani concetti, un esame in cui non capisco ancora bene chi è a farla padrone tra: mera conoscenza teorica e pura e semplice (semplice?) competenza.

E poi c’è lui: Analitica II. Un esame che trovo letteralmente odioso. Una caterva di esperienze di laboratorio da imparare a memoria, metodi analitici da ripetere cento volte con la vana speranza che ti possano entrare in testa (che ora come ora mi sta scoppiando, olè!), formule che teoricamente si dovrebbero dimostrare anche all’esame per far vedere che hai capito il ragionamento – Cit. (ma se il docente, spesso e volentieri, NON l’ha fatto, o comunque l’ha fatto in modo molto incasinato, perché dovrei ingegnarmi a farlo io?).

Insomma, la noia proprio. L’apatia. Il casino. E, sia chiaro, mi dispiace pensarla così! Di solito, quando non mi piace un esame, cerco di guardarlo da una prospettiva diversa, quella che riguarda il semplice “farsi una cultura generale”, o giù di lì. Ma il solo pensiero che il professore tenga un’ora all’esame (o anche più, dipende dal caso disperato che gli capita; perché no, per nostra fortuna a lui non piace proprio bocciare, ha il pregio di avere una grande pazienza) spaziando su tutto il programma, di certo non aiuta ad essere coraggiosi.

Lo so, anche a me questo post mi sembra più deprimente del solito, ma la verità è solo una: trasporre su carta almeno parte delle mie turbe mentali (sì, i soliti sproloqui) mi aiuta a rassegnarmi, a trovare quella forza di imparare by heart a memoria cose insopportabili. Di affrontare le cose che mi restano. E la strada, purtroppo, è ancora lunga. Sono stata bloccata per giorni cercando di comprendere la logica di questa materia (ma sento che c’è sempre quel qualcosa che mi sfugge), cosa che mi era riuscita alla perfezione con Analitica I, a seguito di un anno in cui mi ostinavo ad affermare che una vera e propria logica non ce l’avesse!

La storia si ripete: adesso mi ritrovo a dire lo stesso per Analitica Quantitativa. E la cosa brutta è… che la mia opinione continua a essere questa! So per certo che l’Analitica è la materia più pratica e, se vogliamo meno astratta rispetto alle altre, ma questo sembra non bastare. La materia continua a regalarmi momenti di noia – e quel pizzico di sconforto legato al fatto che non sono per niente brava a imparare procedimenti/concetti scientifici a memoria!

A quanto hanno detto, all’esame il professore farebbe partire da un argomento a piacere, ma si dovrebbe scegliere quello correlato all’esperienza in cui si è ottenuta una percentuale di errore più alta. A me toccherebbe il dosaggio dell’acido fosforico, che purtroppo è legato alla titolazione degli acici poliprotici (maledetti!) – argomento dove lui NON ha dimostrato la maggioranza delle formule che stanno scritte nelle slide (tra l’altro nemmeno fatte tutte da lui, perché su internet ne ho trovate di identiche) e che ho saltato per disperazione, con la speranza di tornarci prossimamente. Insomma, la solita fortuna pure qua… e al caos non c’è mai fine! 🎊

Lo scorso anno avevo già tentato di studiare per questo esame, e la cosa più divertente sapete qual è? Che il professore (o forse dovrei dire la materia?) mi perseguita e avrebbe persino voluto interrogarmi sin da quando ho messo piede all’università! E da una parte, la cosa mi fa anche ridere (almeno questo!). Al primo anno di università, in effetti, quando qualcuno pensava ancora a noi poveri studentelli e una dottoranda teneva il corso di tutoraggio per C. Generale, lei stessa aveva detto che, se ne avessimo avuto bisogno, avrebbe anche fatto un tutoraggio per Analitica I. Chiaramente colsi la palla al balzo e anche se all’epoca (mi sembra passata davvero un’eternità!) non ci capii granché, andai a qualche sua lezione privata. Un paio di volte sono dovuta andare nello studio del docente di Analitica II, e quando è arrivato, vedendomi inerme davanti alla sua porta perché aspettavo la dottoranda in questione, mi chiese: Deve fare l’esame con me? Io risposi, a seguito di un piccolo infarto interiore, di no –, e dentro di me mi ritrovai ad aggiungere: ci mancherebbe altro!

La storia, ironia della sorte, si è ripetuta la scorsa estate: mi trovavo fuori dall’aula A del Cannizzaro perché stavo aspettando che il docente di Organica II iniziasse gli esami orali. A un certo punto, ecco che mi ritrovo di nuovo davanti il professore di Analitica II che, uscendo dall’aula a fianco, mi guarda e mi fa: Deve fare l’esame con me? Ed io, come mio solito, gli ho rifilato un altro (sollevato) no, con tanto di precisazione sulla verifica che dovessi effettivamente sostenere. Insomma, credo che il professore, per le innumerevoli volte che ha visto me e altri studenti a lezione e in laboratorio, mi abbia riconosciuta. E magari si sarà pure chiesto: Ma questa quando se decide a fa’ st’esame? L’anno del mai?

Insomma, non me la posso proprio squagliare. Ormai sono davvero nelle sue grinfie; nelle grinfie di un esame che non ho idea di come andrà. Spero solo di riuscire ad apprendere il più possibile (malgrado mi scocci non poco ripetere all’infinito le stesse cose) con la speranza di non fare troppi casini – e con la speranza che il suo piccolo aiuto possa giovarmi (visto che, a quanto dicono, lui è proprio un cucciolo”).

In conclusione, ci sarà da disperarsi annoiarsi e, soprattutto, da pedalare, ancora per un bel pezzo. Specie per Organica, che sarà il mio incubo peggiore. Spero solo di arrivare indenne alla fine di questo percorso, anche se questo traguardo mi sembra ancora un po’ lontano! 😶

Anche stavolta, non ci resta che incrociare le dita e sperare che la conoscenza mi possa salvare e che abbia la meglio sulle tanto decantate competenze analitiche che dovrei cercare di dimostrare… al cucciolo!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

2 Risposte a “Competenza Vs. Conoscenza: chi vince(rà)?”

  1. Sì, me li ricordo tutti quei quesiti da esame (compresi quelli con gli spettri di massa)… Solo che io li ho fatti separati in esami diversi (e in anni diversi).
    Poi secondo me, al netto dei tanti (troppi) esamini da 2 CFU, quelli grossi erano ripartiti meglio, si evitava ‘sto mischione.

    1. Beato te! Io sinceramente avrei preferito più esami da meno crediti, invece… forse sarebbe stato un po’ più alla mia portata… Insomma, sicuramente non sono proprio serenissima per questi esami rimanenti, più guardo i video più mi sembrano cose poco comprensibili… Poi il docente di Organica III, se tutto va bene, ti tiene un’ora e mezza all’orale… Penso che quell’esame mi risucchierà la “linfa vitale”, per non parlare di Inorganica II, pure là, ancora mi chiedo come si facciano a capire certe cose.
      Io finché non metto un punto definitivo e non sono sicura di ritrovarmi con la tesi in mano, con lo champagne da stappare e via dicendo… non ci credo che mi laureo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *