April is a cruel time
Even though the sun may shine
And world looks in the shade as it slowly comes away
Still falls the April rainAnd the valley’s filled with pain
And you can’t tell me quite why
As I look up to the gray sky
Where it should be blueGrey sky where I should see you
Ask why, why it should be so
I’ll cry, say that I don’t know…
April – Deep Purple
Vi avevo avvertiti nel post precedente: con me non si sa mai.
Detto questo, “beccatevi” questo piccolo post su April – non potevo certo aspettare l’aprile del prossimo anno per pubblicarlo! – una grandiosa composizione dei Deep Purple afferente al terzo album omonimo del gruppo del 21 Giugno 1969. Eh già, questa volta ci allontaneremo un po’ dal rock progressive, ma poco male: ampliare i nostri orizzonti non potrà che arricchire il nostro spirito e la nostra mente, sempre pronti ad accogliere a braccia aperte la grande musica. I Deep Purple sono un gruppo rock britannico formatosi a Hertford, nel 1968 e, congiuntamente ai Led Zeppelin, Black Sabbath e molti altri, vengono considerati i pionieri dell’hard rock. Il meraviglioso brano che vi propongo, scoperto pochi mesi fa, si avvale della presenza di un’orchestra sinfonica arrangiata da Jon Lord, tastierista del gruppo.
In questa composizione, vi è un’intensa introduzione strumentale dal sapore di un classicismo barocco che a me, personalmente, in certi punti ricorda la suite Atom Heart Mother dei Pink Floyd. Anche in quel brano ci si avvale infatti di un arrangiamento orchestrale di grande effetto. Insomma, per gli amanti della musica classica e del rock sinfonico/rock, questa canzone potrebbe rivelarsi una bella scoperta. L’accostamento tra questi due stili così diversi cattura irrimediabilmente l’attenzione dell’ascoltatore, il quale non può non impressionarsi di fronte all’improvviso cambiamento di ritmo che si verifica al minuto 8’47”.
La voce di Rod Evans irrompe nel bel mezzo della canzone, “intaccando” quell’atmosfera intrisa di tranquillità e solennità che fino a poco prima ci deliziava. Il testo della canzone, tra l’altro, sembra in parte riflettere la difficile condizione attuale nella quale ancora riversiamo. Credo che la stessa parli di un amore finito, sebbene ci siano alcune strofe che possono raccordarsi alla nostra realtà.
Even though the sun may shine
And world looks in the shade
as it slowly comes away
Anche se il sole potrebbe splendere,
E il mondo sembra avvolto nell’ombra
Come se lentamente si dissolvesse…
Insomma, in quest’ultimo periodo il sole ha fatto capolino molto spesso e personalmente ho percepito il suo avvolgente calore affacciandomi dal balcone di casa, osservando quanto il mondo fosse fermo e, dunque, proprio come affermato dalla canzone, metaforicamente avvolto nell’ombra, benché immerso nella sfavillante luce solare. Certo, qualche giorno di pioggia c’è stato, e la canzone “incriminata” lo conferma!
Still falls the April rain…
Cade ancora la pioggia di Aprile…
Proseguiamo:
As I look up to the grey sky
Where it should be blue
Grey sky where it should be blue
Sto guardando un cielo grigio
Quando dovrebbe essere blu
Cielo grigio dove dovrei vedere te
In questa strofa, il protagonista della canzone dovrebbe riferirsi a una donna in particolare, mentre noi potremmo invece riferirci a tutte le persone care che in questo momento non abbiamo ancora occasione di rivedere. Quest’oggi, però – udite udite! – sono finalmente tornata a casa dai miei dopo un mese e ho parzialmente rivisto la luce! Scherzi a parte, analizziamo le ultime strofe della canzone.
Maybe once in a while
I’ll forget and I’ll smile
But then the feeling comes again
of an April lonely as they come
Of an April lonely a they come
In the dark of my mind
I can see all too fine
But there is nothing to be done
When I just can’t feel the sun
And the spring’s time the season of the night
Magari in un attimo dimenticherò tutto e sorriderò
Ma poi il sentimento di un Aprile senza fine tornerà
Di un Aprile solitario così come sono venuti nell’oscurità della mente
Posso vedere tutto fin troppo chiaramente
Ma non c’è nulla da fare se non riesco a fare a meno di sentire il sole
E la primavera come la stagione della notte
Insomma, malgrado la sua indiscutibile bellezza, questa canzone è decisamente pessimistica e nel nostro caso specifico potremmo interpretare quanto stiamo vivendo come una situazione difficile che un bel giorno, però, terminerà, permettendoci di tornare di nuovo a sorridere “dimenticandoci” di questa terribile – e comunque si spera formativa – esperienza. Un’esperienza che in realtà, però, potremmo soltanto archiviare e non eliminare del tutto, perché questo doloroso ricordo permarrà senz’altro nella nostra memoria.
“Questo sentimento di un Aprile solitario e senza fine sarà dunque destinato a tornare, riecheggiando nelle nostre menti e nei nostri cuori.”
Attualmente, però, il nostro forte ottimismo, la nostra infinita voglia di combattere e di vincere questa grande battaglia, di certo non mancherà e colorerà di speranza le nostre giornate. Perché questa primavera, oscura come la notte, possa infine lasciare il posto al sole caldo e confortante dell’estate.
E pensare che conoscevo i Deep Purple solo di nome, non avevo mai ascoltato quasi nulla di quel genere. Questa April è sicuramente interessante, credo che ascolterò anche le altre tracce dell’album.
Solo una piccola postilla: non sono d’accordo sul considerare Atom Hearth Mother meno elaborato a livello di orchestrazione, anzi, mi sembra che questa (April) sia decisamente più semplice, se vogliamo fare un confronto. Ma forse ho frainteso la tua frase!
Anche io, in realtà, non conosco molto bene i Deep Purple ma spero di ascoltarli meglio prossimamente! Comunque questo terzo album che ho citato nel post deve essere senz’altro interessante.
Quanto ai Pink Floyd, hai ragione tu: ho riascoltato tutta la suite e mi sono praticamente “colta in fallo” da sola!
Credo di aver avuto la soggettiva ed erronea percezione che la suite fosse meno complessa per via della maggiore quiete che vi si respira (almeno dal mio punto di vista, in April mi sembra che ci sia “un caos strumentale” maggiore – che non è certo sintomo di maggiore complessità – sicuramente per via dei generi musicali nettamente diversi “praticati” dalle due band!)… Solevo spesso ascoltarla l’estate scorsa, quando dovevo studiare per qualche esame estenuante e per “sopportarlo” mi mettevo qualche suite strumentale in sottofondo, e Atom Heart Mother era proprio una di queste!
In effetti, non ricordavo nemmeno benissimo tutti i tempi/momenti della suite, da un po’ non l’ascoltavo, quindi anche questo ne deve aver mitigato il ricordo.
Poi sicuramente tu che sei un musicista comprenderai molto più di me cosa c’è dietro le composizioni strumentali di questo genere, io mi posso soltanto affidare alle mie “percezioni”, che ovviamente non sono sempre corrette! Ti ringrazio per avermi detto la tua, andrò senz’altro a modificare la “frase incriminata” nel post!
Ma certo, succede di dimenticare i dettagli di un pezzo se non lo si ascolta da un po’. A me capita spesso di riascoltare un brano o un album che ascoltavo tempo prima, magari mesi, e di pensare “Hey, ma questa musica è meravigliosa, perché diavolo ho smesso di ascoltarla?!”. Atom Hearth Mother è sicuramente una di quelle che richiedono più attenzione (insomma, 23 minuti di musica non sono proprio di facile fruizione!) quindi è facile che il ricordo si affievolisca un po’, per così dire.
È vero che in April c’è un “caos strumentale” maggiore, come dici tu, nel senso che “succedono più cose” musicalmente, mentre nella suite l’atmosfera è molto più “rilassata”, ma è solo una questione di tempo più lento. Direi anche che, in April, sia gli strumenti che i temi sono più facilmente distinguibili. Cioè, l’ascolto è molto più facile. Le armonie sono molto semplici e hanno un sapore molto classico (romantico forse? non saprei…), invece nella suite dei Pink Floyd l’impressione che ho è che l’armonia sia molto più ardita, per quanto comunque rimanga quasi sempre entro i limiti del genere, e per questo, nel mio modo di vedere, è più interessante (anche se più difficile, in un certo senso). Ad esempio, trovo geniale (seppur “strano”) la sezione con le voci da 13’22” che poi riporta al tema centrale della suite a 14’55”. Per non parlare poi dei minuti successivi, che sono praticamente musica contemporanea.
Poi, tutto questo è detto da un acerbo musicista che deve ancora ascoltare molto e imparare un sacco di cose.
Wow, ma che bella risposta! Una risposta che, devo dirlo, mi ha impressionato parecchio; in positivo ovviamente!
Dalle tue parole traspare senz’altro tanta passione per questo genere di musica e mi auguro che questa tua passione possa raggiungere vette sempre più alte, come del resto auguro io a me stessa!
Che l’ascolto di April risulti più fruibile e semplice rispetto alla suite dei Pink Floyd è senz’altro vero, l’ho constatato proprio oggi! In Atom Heart Mother il ritmo è decisamente più “dilatato” e forse è proprio per questo motivo che bisogna dedicare maggiore attenzione e accortezza nell’ascoltarla. La sezione delle voci di cui parli è senz’altro di grande effetto, credo sia una delle parti che preferisco perché incuriosisce parecchio l’ascoltatore; l’atmosfera si fa quasi “più sinistra”, per così dire!
Dal canto mio, ho sempre avuto un debole per le track strumentali nelle quali figura l’orchestra, avvalersi di questo “espediente” è sicuramente un gran tocco di classe! Anche gli Emerson, se non erro, grazie proprio a Keith Emerson, lo hanno fatto in qualche album… Ammetto che sarei stata parecchio curiosa di vedere come se la sarebbero cavata i Genesis se avessero creato una suite strumentale con l’ausilio di un’orchestra sinfonica; ma questo esperimento è stato “collaudato” soltanto da Steve Hackett e da Tony Banks, nelle rispettive carriere soliste.
Tornando ai Pink Floyd – come al solito sono partita per la tangente! – trovo che questa e altre loro suite debbano essere ascoltate parecchie volte, prima di poter essere “ben digerite”!
Ma d’altronde, credo sia questa la vera essenza del prog rock!
Assolutamente sì, l’essenza di questo genere è proprio quella… le canzoni vanno digerite. Ci vuole un po’ per farlo, ma dopo ci si rende conto che ne valeva la pena eccome.
Naturalmente ti auguro anch’io la stessa cosa. E per quanto riguarda i pezzi con orchestra, sono d’accordo, anche se non ne conosco ancora così tanti.
A proposito di Hackett, hai visto che sta caricando sul suo canale youtube dei mini-video in cui parla delle canzoni dei genesis (con la musica di sottofondo)? Dà una sorta di spiegazione della canzone e fa alcune considerazioni. Il canale si chiama “hackettsongs”, è super interessante.
Ultimamente avevo letto, in verità, una notizia su internet riguardo al fatto che il grande chitarrista stava “rivisitando” alcuni dei più celebri pezzi dei Genesis, però non avevo idea che stesse realizzando dei video in merito! Sono appena andata a vedere il canale youtube che mi hai citato (e mi ci sono pure iscritta!) e come hai detto tu è davvero interessante!
Credo proprio che da domani farò una bella “full-immersion in stile Hackett” e ascolterò i suoi video con molto piacere. Peraltro, a partire da Novembre prossimo i Genesis dovrebbero tornare di nuovo in tour in Inghilterra con “The Last Domino?” e sinceramente questa notizia mi ha elettrizzato non poco. Con o senza Gabriel (e in questo caso, purtroppo, pure senza Hackett) per me rimangono i numeri uno!
Lieto di sapere che sei riuscita a tornare a trovare i tuoi! 😀
April in effetti è una sorta di “prova generale” che si concluderà con l’unico album progressive (hard progressive) dei Deep Purple, il Concerto for Group and Orchestra. Da lì capirono che per loro fosse una direzione sbagliata e tornarono definitivamente nel binario dell’hard rock, a loro molto più congeniale.
Ti ringrazio tanto! 🙂
Togliendo il famosissimo “Deep Purple In Rock” (mi ricordo quando mesi fa mi rivelasti che la famosa Child In Time aveva ripreso il riff principale del brano dalla band californiana “It’s A Beautiful Day”!), avresti qualche altro consiglio di ascolto su altri loro album? Su questo gruppo sono proprio una neofita!
Oltre a In Rock secondo me i migliori album dei DP sono:
– The Book of Taliesyn
– Fireball
– Made in Japan (considerato uno dei migliori live in assoluto)
– Burn
Caspita, allora avrò parecchio da ascoltare! Certo che con il Live mi hai messo proprio curiosità, dato che non me ne intendo molto di dischi dal vivo… Penso proprio che comincerò da lì! 😊