#2 Di Esperienze di Lab e Pesate Mediocri (e… Rese Indecenti!)

Dopo ben tre anni di astinenza (“tendenti a quattro” se vogliamo parlottare, per modo di dire, un po’ di “matematichese”), ecco che ‘abbiamo’ rimesso piede nel laboratorio di Analisi Organica. Riabbottonarsi il camice bianco – abbinato ai consueti guanti in lattice e occhialetti protettivi che, per inciso, finiscono soltanto per appannarti la vista e, quindi, conciliare il sonno – è stato piuttosto strano, per certi versi quasi surreale. È stato come se, tutto d’un tratto, mi fossi di nuovo sentita una matricola alle prime armi, e ammetto pure che un tale ‘stato dell’arte’ non mi sembra poi troppo lontano dalla realtà. Uno dei motivi per cui non avrei voluto, almeno in parte, proseguire con la laurea magistrale riguarda(va) proprio la paura che nutr(iv)o nei confronti della tanto declamata “tesi sperimentale” con cui, perlomeno teoricamente (mi metto sul teorico perché, ormai lo sapete, non mi piace affatto precorrere i tempi, né pensare a cose che al momento mi sembrano lontanissime!), toccherebbe fare i conti già a partire dal secondo anno.

Nel laboratorio vieni praticamente abbandonato dai professori, che si prendono giusto la briga di spiegarti a lezione la sintesi del 2-ammino-2-deossi-1,3,4,6-tetra-O-acetil-β-d-glucopiranosil cloridrato (se vi siete fermati solo al/alla primo/a numero/parola, avete fatto non bene, ma benissimo!) per poi sparire per ore in lab e riapparire (sì e no) giusto un paio di volte durante l’esperienza stessa. Certo, sono presenti gli assistenti di laboratorio che però, per stessa ammissione della docente, non paiono poi così “esperti” dato che – parole sue – “non so quanto possano c’entrare con noi, visto che sono studenti di Chimica Analitica”. E poi ci sono io che, come detto, non mettevo piede in laboratorio da più di tre anni e mi sono ritrovata a dover pesare (mea culpa, ho avuto troppa fiducia nelle mie [in]capacità!) la glucosammina (unica operazione fatta oggi, perché essendo in gruppo con altre due persone posso pure dirvi – e lo faccio senza remore – che sono rimasta a guardare quasi tutto quello che loro non facevano); tra l’altro pesata in modo assolutamente poco preciso (mi risparmio di dire un altro termine!)… In buona sostanza, quel poco di manualità che avevo acquisito negli anni scorsi è andata tutta quanta a farsi benedire (sigh!), la mano tremante (sigh sigh!) che cercava di inserire con la spatolina quei dannati 0.36 g di polverina bianca all’interno di un pallone da 25 ml – a sua volta contenuto in un becherino di altrettanti ml –, un assistente anziano che mi guardava mentre svolgevo quell’operazione nel peggiore dei modi (ecco, quello là m’ha messo addosso ancora più ansia e per più di una volta ho buttato qualche granello di polvere dentro al becherino anziché nel pallone, sigh sob!), e… i miei “compagni di sventura” che, nel frattempo, si saranno fatti quattro risate (o forse no, le risate se l’è fatte l’anziano!) per poi, durante l’operazione di preparazione della lastra TLC, rompere con maestria quel capillare finissimo con cui avevano raccattato parte della glucosammina (che precedentemente avevamo cristallizzato tramite bagno a ghiaccio a 0°C dopo aver aggiunto NaOH 1 M e anisaldeide) e che, per inciso, gli assistenti di laboratorio ci avevano assolutamente pregato di “conservare per le prossime esperienze” (della serie, ormai si fa sempre più economia – o forse dovrei dire che si va sempre più in malora! –: tanto per dirne una, avevamo una pipetta di numero, non dovevamo usare troppo ghiaccio né, tantomeno, usufruire di quantità industriali di Scottex per pulire la vetreria).

Sarà davvero questo lo spirito con cui dovremmo affrontare un eventuale tirocinio? Dovrei ritrovarmi a fare delle figuracce colossali davanti a un mio futuro relatore in virtù della mia (nostra, perché mi è parso di notare che siamo un po’ tutti sulla stessa barca…) poca manualità/contezza nell’effettuare operazioni banali ma comunque di vitale importanza per ottenere una buona resa di reazione? Oppure… dovrò ripetere l’esperimento duemila volte con la speranza che vada a buon fine? 

Ahimé, questo non lo posso sapere, però, al netto di tutto, non posso che chiedermi… a cosa diavolo ci servirà mai conoscere le proprietà statistiche dei polimeri quando poi manco sappiamo fare una pesata decente, quando magari ti ritrovi a fare una lastra TLC e il professore ti spiega che, dopo averla eluita, dovresti osservare tramite lampada UV una macchiolina presente sulla “colonna” del prodotto ma poi ‘sta benedetta macchia non si osserva? Quando la resa aspettata sarebbe dell’80% e noi, di sicuro, sì e no se saremmo arrivati al 20% (e sono ottimista, eh!)?

Ai posteri l’ardua sentenza, direbbe il buon Manzoni.

E per quanto mi costi dirlo, su questo aspetto gli analitici ci battono di gran lunga (non a caso loro hanno, come minimo, 5 corsi in cui fanno esperienza di laboratorio, mentre io… ne ho solo uno!!!).

Perché noi potremmo pure conoscere nel dettaglio la Teoria di Eyring e il Diagramma di More O’Ferrall-Jenks, come millemila metodi di sintesi… ma scommettiamo che loro, dal punto di vista pratico, vincono a mani basse? 

Perlomeno, oggi ho comunque cercato di comprendere (a differenza degli anni precedenti) quanto stessimo davvero facendo e, per mia fortuna (come impegno, eh!), il mio già labile grado di attenzione non mi ha abbandonato poi tanto presto, lasciando che capissi perlomeno i passaggi salienti per ottenere il primo dei tre prodotti di reazione che ci porterebbero al composto dal nome assolutamente impronunciabile scritto qualche paragrafo prima… 

Per il resto, quest’oggi ho appreso/maturato ben quattro cose: 1) A Chimica-Fisica IV siamo tutti (e dico tutti!) nella melma; 2) Mi sono riconfermata un asso nel lavare la vetreria e nello smaltire correttamente le sostanze chimiche (come vedete, io mi consolo col nulla con poco!); 3) Perché pensare già da adesso al tirocinio? D’altronde, non si sa nemmeno se riuscirò a sopravvivere a Chimica-Fisica IV, Chimica Organica Fisica IV,  C. Organica V, Sintesi Organica, Analisi Organica, C. Bioinorganica, C. Bioorganica, C. Farmaceutica, Strutturistica Chimica Diffrattometrica ed Elettrochimica… quindi ecco, perché ammorbarsi adesso???; 4) Siamo poveri, estremamente poveri (quindi no, non chiedeteci in regalo lo Scottex che è presente su ogni lato dei banconi, e non vi azzardate nemmeno a chiederci la formula che mondi possa aprirvi – se ricordate un minimo di letteratura italiana, saprete certamente quale [illustre, e da me amatissimo] poeta sto semicitando! – perché… perché non se sa nemmeno cosa caspita uscirà/sarà uscito fuori)!

E quindi insomma, tanto per concludere questo post “in grande stile”, codesto solo, oggi, io posso dirvi: ciò che non siamo (ovvero che no, non siamo dei ricconi!), ciò che non vogliamo (tradotto: non vorremmo mai fare delle magre figure in generale ma poi, puntualmente, ci ritroviamo a farne a iosa!).

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

4 Risposte a “#2 Di Esperienze di Lab e Pesate Mediocri (e… Rese Indecenti!)”

  1. Quel tipo di esperienza mi era passata di mente, ma leggendo il tuo post mi è venuto in mente che la TLC l’avevamo fatta al laboratorio di Organica del primo anno.
    Comunque al laboratorio di Inorganica del 2° anno c’era anche da me un’assistente che per controllare cosa facessi stava proprio lì a fissarmi, il che era abbastanza stressante. Poi le andavi a chiedere qualcosa, mettendoti in coda e quando si accorgeva che eri lì in attesa di parlarle ti diceva: “Inquietante.” Che pesantezza, ‘sta gente.
    Poi ce n’era uno al terzo anno che in laboratorio faceva il pagliaccio ricalcando tipo i presentatori televisivi (“Bravissimo! Risposta esatta!”). In realtà mi hanno detto che lo faceva per prenderci per il culo, perché lui in quanto ricercatore era un espertone, e ai suoi occhi noi eravamo tutti dei poveri scemi.
    Ma dove li trovano questi, dico io?

    1. Io la TLC l'”avevo fatta” (in realtà l’avevo, come stavolta, vista fare) anche al laboratorio di Organica II, però non non me la ricordavo affatto e non l’avevo ben capita, ma adesso pare che abbia le idee abbastanza chiare… Il lab di Inorganica II? Wow, e che avete fatto, a grandi linee? Noi di Inorganica solo tanta, tantissima teoria, sia per la I che per la II…

      Comunque sia, i tuoi aneddoti mi hanno fatto tornare in mente uno degli assistenti che ho avuto al I anno, al lab di qualitativa… In pratica dovevamo metterci in fila per prendere (se non ricordo male) una boccettina contenente un paio di ioni da identificare per una delle due prove incognite previste, però la boccettina ce l’avrebbe data soltanto se avessimo risposto bene a domande (ne aveva una per ogni studente) del tipo “Qual è la geometria molecolare dell’ammoniaca”? E se sbagliavi, dovevi praticamente tornare indietro e ricominciare a fare la fila!
      Però, a differenza del pagliaccio che hai avuto tu, il nostro non faceva lo spavaldo…

      Quanto invece all’anziano, io non so se in realtà fosse un professore, perché chiamarlo “assistente” mi fa strano, fatto sta che si era messo proprio di fianco a me e si era messo a guardare “l’opera d’arte” che stavo costruendo a “colpi” di spatola… Alla fine era tranquillo, però onestamente ho desiderato ardentemente che se ne andasse, anche se, quando poi l’ha fatto (forse si è accorto che se c’era lui facevo ancora più schifo nella pesata!) la situazione non è che sia proprio migliorata!
      Per il resto, non ricordo di aver avuto assistenti particolarmente “strani” e/o idioti… Diciamo che alle volte, oltre alla valutazione di un semplice curriculum per ottenere un posto/ruolo, ci vorrebbe anche una specie di “analisi” inerente alle “qualità umane” di queste persone… Peccato che questo aspetto non venga proprio considerato, e ciò è dimostrato anche da determinati “docenti”!

  2. Al laboratorio di Inorganica del 2° anno (Chimica Inorganica B) si faceva sintesi di complessi e loro caratterizzazione (“è narrato nel racconto Nickel”).

    Secondo me puoi renderti piacevole anche senza fare il pagliaccio. Io e un mio compagno abbiamo apprezzato un’assistente che ha fatto la dimostrazione di uno strumento in maniera seria e precisa, ha solo alleggerito l’atmosfera con una battuta sulla sua gravidanza (era incinta).
    L’altro l’avevamo visto proprio come uno forzatissimo, e lo faceva proprio per prendere per il culo gli studenti. Non è l’unico, poi. A un esame una docente, a un mio compagno che l’ha sorpresa rispondendo qualcosa di più complesso, gli ha detto: “Complimenti, almeno ce n’è qualcuno che non è Banana-Banana.”
    Ma vaffanculo!
    (che poi aveva poco da fare il fenomeno, quella lì, so delle storie mica male su di lei… che non posso manco raccontare…)

    1. Capito!

      Concordo, però magari quei “cervelloni” pensano di essere divertenti… Saranno anche dei deficienti, però ammetto che, se sono arrivati al punto di diventare ricercatori, un pochetto potrei “invidiarli” (sicuramente hanno appreso/apprendono concetti scientifici con molto più successo – e velocità – della sottoscritta)… Certo, la supponenza non la sopporto, né mai la sopporterò… Ci vuole sempre almeno un briciolo di umiltà…

      Quanto a certi “professori”… Se è per questo, anche io so abbastanza cose su una docente ma, appunto, non si possono raccontare… ma calcola che è da generazioni che si sanno… Quindi figurati quanto possa perdurare la “cattiva fama” di un/una professore/prof.ssa!

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