“Los Endos”

There’s an angel standing in the sun,Free to get back home*

 

Da che mondo è mondo, ogni articolo scientifico che si rispetti è sottoposto alla revisione di uno – o più – peer reviewer, (per intenderci quel gruppo di massimi esperti in un determinato campo di studi) che si prendono la briga di valutare se un dato lavoro scientifico prodotto da un ricercatore con analoghe competenze (indipendente e non) sia o meno meritevole di essere pubblicato su rivista. E poi ci siamo noi, poveri giovani triennalisti che, dall’alto della nostra inesperienza, tentiamo – alle volte anche disperatamente! – di catalizzare quel (piuttosto esiguo) grado di attenzione da parte di un cosiddetto relatore che, almeno nella maggior parte dei casi, c’è ma non si vede. Della serie: ci si becca molto spesso in facoltà, magari per mera curiosità si va persino ad assistere a qualche sua lezione (ma certo che IO non l’ho fatto!!!) per studiare un poco il tipo (alla buon’ora, dato che ormai l’avevi già bello che scelto!), magari all’occorrenza ci si ritrova persino a rispondere a qualche sua domandella didattica (NO, manco questo ho fatto, ci mancherebbe!) fingendosi parte di una vivace – quanto troppo spesso disattenta – classetta che, a differenza tua, che sei ormai prossimo alla laurea (oddio, l’ho detto!), ha appena cominciato il secondo anno di università, ma LUI (il famoso relatore, esatto!) manco te conosce!

Ma d’altronde, mica possiamo fargliene una colpa (e stavolta, badate bene, non sono ironica – anche se pure prima non scherzavo!), anzi! Io nel suo piccolo studio mi ci sono “accomodata” quasi un anno fa, un minuto e mezzo circa di presenza, tra tutti e due dieci parole messe in croce, il tutto condito dalla simpaticissima mascherina, e poi… il nulla cosmico, o quasi. Almeno fino a qualche giorno fa. Diciamo pure che la corrispondenza via e-mail con il mio editor relatore non è stata, giustamente, poi così fitta. A parte gli scherzi, mi sono ritrovata spesso ad esultare per il fatto che i due professori di C. Organica cui aspiravo in precedenza mi avessero “rifiutata” perché, devo proprio dirlo, io con quest’ennesimo “mostro di bravura” questo chimico organico-fisico (eh sì, cari miei, per chi non lo sapesse esiste pure la Chimica Organica-Fisica – o Chimica-Fisica Organica, sennò gli extraterrestri i chimici fisici chi li sente!) mi ci sono trovata benissimo. Massima libertà e altrettanta disponibilità, massima prontezza nel rispondere alle e-mail; nessun genere di intoppo et similia. Proprio qualche giorno fa, ho aggiunto alcuni concetti al mio elaborato scritto – alla luce del fatto che quanto redatto inizialmente non mi soddisfaceva troppo – e gliel’ho rinviato ricordandogli (era già la seconda volta che mi diceva che l’avrebbe fatto al più presto) di controllare se andasse bene o meno, certa del fatto che comunque non avesse letto nemmeno una riga a riguardo fino a quel momento. In effetti, non mi ero sbagliata.

Non tutti i “mali” vengono per nuocere, però. Perlomeno in questo “campo”, noi umili triennalisti quasi potremmo rassomigliare – seppur mooolto vagamente – agli appassionati ricercatori che tentano con ogni mezzo possibile di farsi largo “tra la calca” e guadagnarsi un impact factor degno di nota (anche se nel caso di un autore si dovrebbe più propriamente parlare, come qualcuno ci disse, di H-index). Prima che un determinato articolo venga approvato, eventualmente revisionato (difficilmente non ci si mette mano, eh!) e solo infine pubblicato possono passare molti mesi, se non addirittura un anno. Un’attesa non da poco, non trovate anche voi?

Ebbene, io avevo inviato il mio elaborato al relatore circa un mese e mezzo fa. Quando è stato effettivamente visto?

Otto giorni fa (e dopo sole un paio d’ore di distanza dall’invio della “seconda stesura” della “tesi”!).

Certo, mi sembra ovvio che la “qualità del mio lavoro” (per quanto mi abbia soddisfatto e coinvolto l’argomento) non possa essere neanche lontanamente paragonata a un originale progetto di (vera) ricerca; un progetto di più ampio respiro che, spesso e volentieri, abbraccia pure molti campi (e soprattutto una gran mole di dati che i professoroni -furbi, eh?- possono sfruttare!), ma in ogni caso, l’attesa è d’obbligo! In effetti, quando ho notato che il mio docente si faceva “desiderare” (a tal proposito, ma quanto sono bravi in questo?!) e che quei “tempi” che all’inizio avevo erroneamente ritenuti “stretti” si allungavano sempre di più, ho comunque cercato di guardare il lato positivo della cosa. E adesso, alla luce delle altre informazioni raccolte per elaborare una “tesi” il più possibile completa, senza “buchi neri” o “punti deboli”, posso dire che questo lato positivo c’è stato e che quell’attesa che sembrava deleteria si è invece tramutata in un lavoro di cui ora sono più fiera (sempre nei limiti della mia inesperienza e del mio percorso triennale, certo!). D’altra parte, il relatore mi ha corretto tre parole di numero scrivendomi un “direi che va benissimo” che, devo ammettere anche questo, mi ha abbastanza gasata. Certo, a essere proprio sinceri un pochino mi ero alterata del fatto che nemmeno “al secondo richiamo” il professore si fosse preso la “briga” di correggere il mio umilissimo (*da leggersi con tremila s!*) scritto, ma poi mi sono detta che dovevo migliorarlo perché non mi convinceva affatto. E, cosa ancora più importante, ho continuato a fidarmi di lui poiché, di fatto, mi ispirava sicurezza e non meno onestà (per fortuna non mal riposte!) tant’è che quando gli avevo riscritto dopo circa tre settimane dal primo invio della “tesi” mi aveva confidato di non averla ancora letta perché aveva dato – giustamente – la precedenza ai laureandi di ottobre. E a tal proposito, be’… proprio oggi ho saputo sia la “fatidica data” degli appelli di dicembre che la commissione di laurea. Da premettere che io, perlomeno all’inizio, pensavo di dover discutere la tesi verso la metà di gennaio, salvo poi l’aver scoperto (niente, a me l’università frega sempre!) che esisteva l’appello “intermedio” di dicembre. Da quel momento, nella mia testa è cominciato a vorticare un “perché no?” che proprio adesso, da brava patita di musica quale sono, mi fa pensare all’omonima – e bellissima – canzone di Lucio Battisti.

Sulle prime, credevo che non sarei riuscita a prepararmi per tempo e a terminare la scrittura del mio elaborato; scrittura che, devo confessarvelo, è stata piuttosto impervia – e alle volte un pochino frustrante. Avere in mano tante fonti richiede un certo grado di organizzazione mentale che, per forza di cose, ho dovuto sviluppare almeno un po’. A conti fatti, ritengo sia stata una bella esperienza. Adesso mi toccherà il Power Point, però, come il “famoso discorsetto da dieci minuti” che devo ancora “imbastire” (la parte più delicata sarà senz’altro capire cosa e quanto dire di una sintesi totale di un farmaco, dato che i passaggi per ottenerlo sono piuttosto “fitti” e non meno complessi – e di certo non posso dirli tutti nel dettaglio!). Per quanto riguarda la mia commissione, che dire… questa sarà composta da tre chimici-fisici (!), due analitici (di cui uno è una giovane assegnista di ricerca), un inorganico e un organico (è proprio da quest’ultima che mi aspetto “la fatidica domandina”, in verità!). Soltanto due nomi mi sono totalmente sconosciuti, mentre con due di loro ho affrontato a mio tempo due dei tanti, mostruosi esami del mio corso di laurea (Chimica-Fisica II e Organica I). Sono stra-felice del fatto che non mi siano capitati dei mentecatti (il rischio c’era eccome!), anche se da oggi in poi, ovviamente… continuerò a pensare al fatidico giorno in un misto di ansia e trepidazione, quindi posso soltanto sperare che l’essere quasi ultimi (eh già, pure qua, esattamente come alla maturità, disputerò la tesi l’ultimo giorno della sessione!) possa portarmi fortuna!

Ps: prendete come riferimento il giorno della pubblicazione di questo post e aggiungeteci 30, sottraete ancora 30 al numero ottenuto, quindi sottraete 28 al risultato che vi è uscito dalla seconda operazione. Applicate indipendentemente la relazione fondamentale della trigonometria e mettete vicini, senza sommarli, il numerino precedente a quello ottenuto da questa relazione fondamentale e otterrete il giorno in cui mi tocca discutere (eh no, quasi non riesco ancora a dirlo senza prenderlo alla larga)!

 

*Los endos, Genesis.

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

8 Risposte a ““Los Endos””

  1. Ma come, è oggi la discussione, di sabato?! Ho calcolato male io, forse?
    Beh, qualunque giorno sia…
    49 13 16 12 20 13 71 84 !

    P.S. = Temevo avessi chiuso il blog, perché è visibile unicamente da smartphone.

    1. Mamma mia, questa cosa per me è una pessima notizia! Sono settimane che il blog non funziona, non mi fa accedere da Google Chrome perché mi dice tipo di cancellare i cookies (adesso, ironia della sorte, mi si è aperto), ma tanto anche se lo faccio non cambia nulla. A momenti si apre, a momenti no. Ho provato a usare un altro bowser (Opera) e in questi giorni ho usato quello, ma stamattina pure lui stava facendo le bizze con la storia dei cookies.. Da cellulare neanche a parlarne, sono più le volte che non funziona (solo se accedo da Wattpad mi si apre, o dalla mail con il link di attivazione). Non so proprio come risolvere la cosa, ho provato a scrivere al forum di supporto, ma nulla… eh niente, adesso sono parecchio sottotono, perché pensavo fosse solo una cosa mia, e invece a quanto pare è generalizzata…

      Quanto alla data della discussione… temevo che si facesse l’errore di sommare il 2 con l’1 (ma forse era questo il bello XD)! Proprio per questo ho scritto di unire (meglio che scrivevo “mettere vicino”, perché in effetti solo adesso sto pensando che “unire” e sommare sono sinonimi, sigh!) solo i due numeri (rigorosamente in ordine) senza sommarli… 😛

    1. Eh, ho dato per scontato il termine come quando si uniscono i puntini per formare una figura all’enigmistica 😂

      Quanto al blog, te ne sei accorto oggi che non funzionava o anche prima? Mi toccherà riprovare a scrivere al supporto, anche se temo che nessuno risponderà…

  2. Da diverse settimane, in effetti…
    A tutta prima avevo pensato a un problema temporaneo, visto che da smartphone è leggibile, ma poi visto che non pubblicavi altri post, e ho cominciato a pensare/temere che avessi deciso di chiudere e basta. L’ho già visto succedere, alcuni hanno privatizzato o eliminato il blog.

    1. Allora, ho provato a reimpostare il link del blog passando da http a https, dato che nelle impostazioni generali del blog mi veniva consigliata come opzione; adesso sembra che funzioni di nuovo anche da Google Chrome… Ti dispiacerebbe riprovare ad accedere da computer e vedere se stavolta il blog si apre? Grazie in anticipo!

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