Anno nuovo, vita nuova?!

Il nuovo anno…

Questo nuovo anno, come ogni anno, porterà con sé nuove emozioni, nuove prospettive e nuove, intriganti difficoltà. Questo nuovo anno avrà, come ogni anno, quel sapore speciale che, almeno inizialmente, riempie di gioia la nostra vita, nonché quel cuore traboccante di sogni e di belle speranze. Quelle speranze che ci fanno rialzare dopo ogni caduta, gridare a gran voce che ancora esistiamo, che siamo ancora vivi ma, soprattutto, determinati nell’affrontare la più difficile delle battaglie. Il tempo fugge via, tutto scompare, ma i ricordi restano, e resteranno per sempre.

Ecco, spesso mi trovo a dar voce a quei ricordi adolescenziali e d’infanzia di cui non posso fare a meno di sorridere. Già, ricominciare dai ricordi in modo da ricostruire il passato e, allo stesso tempo, edificare un nuovo presente… Un presente più puro, ricco e sognante.

Sì, amo perdermi nei ricordi e nella freschezza che sanno darmi nel preciso istante in cui si riaffacciano ben vividi nella mia mente, totalmente assorta e ‘ipnotizzata’ da quei dolci – quanto nostalgici – pensieri. Chissà, magari all’inizio era tutto più semplice… Insomma, questo è il tipico pensiero di chi è già cresciuto e comincia a farsi innumerevoli domande sull’esistenza e sul senso della vita.

Anch’io sono cresciuta, sebbene il mio viaggio verso la ‘vita vera’ e verso le responsabilità sia appena cominciato. Adesso, accanto a me, dentro e fuori di me, ‘si muove’ e reclama il suo spazio una realtà universitaria complicata e, per certi versi, intrisa di misteri e condita di profondi interrogativi.

Spesso, passi le giornate a chiederti se tutto ha o avrà un senso, un giorno, a chiederti se riuscirai mai a superare quegli esami così tosti, così… ‘Impossibili’. Sì, diciamo che a me piacciono le sfide sebbene, alle volte, io giunga al limite della sopportazione. Come tutti, non mi è sempre facile sostenere la pressione e il carico di studi derivante dalla mia ‘carissima’ università. In un certo senso, però, provo curiosità nel voler scoprire, a tutti i costi e non senza dolore, se riuscirò mai a vincere tutte queste infinite e ‘quasi ineluttabili’ difficoltà. Forse questa mia sorta di ‘sadismo’ nei confronti di me stessa non è normale, lo so.

La nostra unica, grande certezza è però una sola. Questo sconfinato innamoramento che proviamo ogni giorno nei confronti delle persone care e che ci hanno lasciato un qualcosa e, in primo luogo, della vita, ci conduce e ci condurrà sempre nella vera oasi della beatitudine.

Come si può, infatti, amare qualcuno se non si ama la vita e, in primo luogo, se stessi? Ecco, credo sia questo il tassello fondamentale cui ci si deve aggrappare nei momenti di sconforto, come in ogni singolo istante della nostra vita.

Continuare a sognare, per continuare a vivere e a sopravvivere nelle situazioni complicate… È questa, la vera essenza della vita. Un’essenza da cogliere ogni giorno, per poterne assaporare il delicato ma deciso profumo.

 

In questo articolo, vorrei condividere un pensiero speciale.

Premessa:

Lo so che questo non è un mio pensiero, ma non posso fare a meno di condividerne la straordinaria potenza. Pablo Neruda, scrittore cileno vissuto nel XX secolo, ci pone davanti una realtà in cui l’uomo è il protagonista assoluto, il solo e unico padrone del suo destino.  Lasciamo, dunque, che questo destino ci appartenga in pieno… 

Lasciamoci condurre dal cuore e dalle sue più straordinarie e segrete vie… Perché, come si suol dire, anche il cuore ha le sue ragioni… Delle ragioni che la ragione non conosce. 

Insomma, il componimento di Pablo Neruda è un inno alla vita. Un inno alla ribellione, un inno contro ogni singola convenzione che, ad oggi, distrugge il nostro essere noi stessi all’interno di una società ricolma di stereotipi e assurde convinzioni e condizioni.

Vogliamo tornare ad essere, dunque, noi stessi?

Se la risposta è sì, ricominciamo da qui.

Il messaggio di ‘buon anno’ del poeta

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo sempre gli stessi percorsi, chi non cambia la marea, chi non rischia e chi non cambia il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione, chi preferisce nero su bianco ed i puntini sulle “i” piuttosto che una serie di emozioniproprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ad i sentimenti.

Muore lentamente chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge e chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande su argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,  ricordandoci sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Pablo Neruda

http://Lentamente muere

Considerazioni…

Cosa aggiungere a questo messaggio? Personalmente, ho evidenziato le parole a me più care ed importanti, quelle parole che per me avranno sempre un significato. In questo nuovo anno dovrò fare (e farmi) delle nuove promesse.

Aspetta un momento… promesse… Hai detto promesse? Sì, promesse. Quelle promesse che, alle volte, sembrano impossibili da mantenere.

 

Devo promettere solennemente a me stessa che troverò sempre uno stralcio di tempo per scrivere su di me, sulle mie passioni, su quelle storie ancora rinchiuse in un cassetto che, un giorno, spero possa aprirsi e mostrarsi ai miei occhi come la più scintillante delle luci. Devo promettermi che studierò sodo e, cosa ancora più difficile, di riuscire a dare almeno quattro o cinque esami entro la fine del secondo anno (tra cui Analisi I e II).

 

Già, come al solito, sto pretendendo troppo da me stessa… Ma alle volte, se non ci si impone un obiettivo o quantomeno una data di scadenza, tutto il lavoro svolto non rimane che un ammasso di nozioni sparse qua e là e mai messe a frutto. Se non si è almeno un poco esigenti con se stessi, non si raggiungeranno (quasi) mai dei buoni risultati. In generale, però, credo che tale concezione valga per tutto… Devo anche promettermi di seguire l’istinto e il cuore poiché si dice che questi siano, alle volte, la chiave del successo. Effettivamente, è così. Ben poche volte ho seguito l’istinto. Ma quelle poche volte che ho ‘abbassato le mie difese’, ho sentito viva in me la più grande delle emozioni. Lasciar parlare il cuore e abbandonare, anche solo per un attimo, la razionalità della mente non significa necessariamente concedersi agli eccessi, anzi. Molto spesso è infatti liberatorio poter esprimere un pensiero che si ha dentro da tempo e che, ad un certo punto, ‘ti grida contro’ perché vuole evadere a tutti i costi dalle vie più segrete del tuo cuore, e dunque sfuggire alla lucida razionalità mentale.

È bello, ad esempio, poter ringraziare qualcuno, poterne mettere a frutto gli insegnamenti, seguirne o metterne in discussione i consigli… Insomma, è bello poter analizzare il tutto da una prospettiva differente, potersi confrontare con i giovani, i meno giovani, gli amici, i parenti e qualsiasi altra persona capiti sul nostro cammino. Paradossalmente, anche quelle persone con cui non si ha nulla in comune, hanno qualcosa da insegnarci. E, al liceo, posso dire con estrema certezza che non sono solo stati i professori ad insegnarmi qualcosa… Anche quei compagni con cui – almeno apparentemente – non avevo alcunché in comune, infatti, mi hanno insegnato qualcosa. Mi hanno insegnato ad essere forte alle critiche, a rafforzare le mie stesse convinzioni e, al contempo, a mettere in discussione il mio stesso carattere, non sempre molto aperto e incline alla conversazione, lo ammetto (ma se comincio a prendere confidenza, vi avverto, non ne uscirete vivi! 😆 ). Paradossalmente, ammetto anche quanto l’ambiente mi risultasse stretto, per certi aspetti. In quell’ambiente, però, sono cresciuta e, malgrado il ‘non rapporto’ con i miei compagni conservo, anche con loro, dei bei ricordi. 

L’ho sempre detto e, anche stavolta, lo ripeto (e mi ripeto).

Per me, il percorso liceale rappresenterà sempre uno dei pilastri più importanti concernenti l’avvio alla costruzione della mia personalità e della mia futura formazione culturale. Una formazione che spero di poter ampliare all’università maturando, alla fine, quella stessa passione di cui mi facevo portavoce ai tempi della ‘prima adolescenza’. Ho ancora tanto da imparare e (spero) ancora tante emozioni da vivere e raccontare in questa sorta di ‘diario di viaggio’… Nutro, esattamente come lo scorso anno, la viva speranza di riuscire finalmente a sfidare l’incessante ritmo universitario e di vincerlo (almeno un po’).

Dimentico qualcosa? Ah sì, giusto…

Per ultimo, ma non meno importante, voglio promettermi che continuerò ad ascoltare la meravigliosa musica afferente agli anni 70′ e che, entro l’anno, potrò asserire di conoscere quasi alla perfezione l’intera discografia dei Pink Floyd, il celeberrimo gruppo di cui ho tanto sentito parlare fin dalla più tenera età.

Beh, ovviamente, riguardo all’ultima promessa, gioco in casa. Infatti, cosa può esserci di più meraviglioso che ascoltare buona musica; quella musica unita al ‘suono’ delle mie mani che, picchiettando senza sosta sulla tastiera del computer, ne scandiscono il ritmo cercando, allo stesso tempo, di scrivere una storia o quello che potrebbe essere un giorno (si spera!) il mio futuro libro?

Il messaggio in lingua originale di Neruda. Un messaggio che può essere considerato, a mio avviso, come un augurio al nuovo anno e un invito alla rinascita dello spirito.
Il messaggio in lingua originale di Neruda. Un messaggio che può essere considerato, a mio avviso, come un augurio al nuovo anno e un invito alla rinascita dello spirito.

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

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