“L’ultima delle (Chimiche)-Fisiche”

Ieri mattina, a seguito del mio (pseudo)-studio disperato – se cercare di sottolineare concetti comprensibili nelle terrificanti dispense di Chimica-Fisica II (un allegro passatempo che è sempre un terno a lotto) possa essere considerato come un primo approccio allo studio, io-davvero-non-lo-so! – mi sono trovata a rileggere alcuni vecchi post che avevo pubblicato su questo blog, sempre inerenti la delicata sfera universitaria. In effetti, è da molti mesi che non parlo delle mie grottesche esperienze correlate a tale istituzione tramite post semi-futili/inutili. Un po’ (più di un po’) per scelta, un po’ per noia e… un po’ perché non vorrei tirarmela o illudermi troppo di potercela fare. Ma è pur vero che molte, moltissime volte, scrivere dei post inerenti le mie cruente battaglie accademiche mi è stato assai d’aiuto; da un lato per processare quanto mi aspettava, dall’altro per tentare di smorzare lo stress o la tensione che mi attanagliavano. Spesso e (mal) volentieri, persino durante il sonno.

Poi, se soltanto ripenso agli esami di maturità, quasi mi viene da ridere. Cosa c’entra tutto questo con la Chimica-Fisica? Be’, la risposta al quesito diventa banale se vi spiego il piccolo aneddoto correlato a una tale, mostruosa disciplina. Al termine degli esami di maturità, quando risposi alla consueta domanda della commissione sul cosa volessi fare dopo, quasi mi ritrovai il professore esterno di Fisica e Matematica alle calcagna. O meglio… la sua reazione dinanzi alla mia risposta, ancora oggi, mi perplime e, al tempo stesso, mi fa (sor)ridere. Nell’istante in cui nominai la mia potenziale scelta della facoltà di Chimica all’università, entusiasmo a parte, se ne uscì con un: “Ah, ma allora quando farai Chimica-Fisica, ti ricorderai di me!”

Al che, tutta la commissione è scoppiata in una risata liberatoria mentre io, carissimi lettori, non ricordo nemmeno che faccia avessi fatto, in tutta onestà (ero ancora tramortita da tutto il colloquio e non credevo ancora che fossi giunta al termine del mio percorso liceale). So soltanto che quel docente aveva nominato la peggiore materia esistente nel mio corso di laurea (ora che, a posteriori, ci sto combattendo, posso urlarlo proprio a squarciagola!). Tuttora mi chiedo perché non abbia invece chiamato in causa Fisica e Matematica, è stato a dir poco curioso che si sia focalizzato su questa materia tanto assurda quanto ostic(issim)a! Comunque sia, avevo talmente impressionato quel professore con la mia dialettica (sempre che fare esercizi di matematica sui limiti e sulle funzioni possa considerarsi dialettica…), che era convintissimo che sarei riuscita a fronteggiare ogni singola difficoltà.

Si era persino convinto che io avessi un’ottima conoscenza della Matematica cosa che, purtroppo, sapevo bene non essere vera! Certo, durante quel colloquio lui mi aveva letteralmente bombardata di domande (non voleva proprio lasciarmi in pasto agli altri prof!) e io avevo sicuramente mostrato di avere una sicurezza e una padronanza dei concetti che mai avevo dimostrato fino a quel momento (le circostanze precedenti a quell’ultima sfida, senza entrare troppo nel dettaglio, non lo richiedevano), però non sapevo ancora che la mia disavventura era soltanto agli esordi!

Ora… cosa mi ha spinto a scrivere questo post? Forse, il sogno (l’incubo) poco lusinghiero cui mi sono imbattuta stanotte. Settimane addietro, almeno due-tre volte, ho sognato (a parte di aver sostenuto l’esame di Biochimica – MAGARI! – e di aver accettato un 22 con aria tutt’altro che rilassata – anzi, avevo un muso lungo da far paura, non chiedetemi perché!)  di dover sostenere l’orale di una delle Chimiche Organiche. In sostanza, una delle volte mi sono persino vista scrivere la formula del glucosio e a dover spiegare il meccanismo di una reazione assurda in cui io, da perfetta sciocca, avevo fatto partire le freccine di spostamento degli elettroni dai prodotti anziché dai reagenti, al ché i professori incriminati mi avevano palesato una delusione e un disprezzo infiniti e mi sono risvegliata chiedendomi, tra il serio e il faceto, se non stessi impazzendo… per poi arrivare persino a redarguirmi con un: “Ma quella non era una sostituzione nucleofila aromatica (avevo detto così nel sogno), semmai era una sostituzione elettrofila aromatica! – “voce fuori campo”: sì, alle volte, l’università vi farà uscire di senno, tenetelo in conto! – .

L’incubo degli incubi, che però mi ha fatto ridere non poco (sempre meglio che partire con pensieri pessimisti!), riguarda, invece, la Chimica-Fisica. Ora, immaginate di poter aprire contemporaneamente due sessioni di Google Meet e di trovarvi di fronte a due professori che devono interrogare gli studenti. Immaginate la me che sta gironzolando per casa in procinto di fare l’esame con uno dei due e che in concomitanza, nell’altra sessione di esami, ci sia un’altra studentessa nella mia stessa condizione. Immaginate, poi, che l’esame sia cominciato e che si stia parlando, proprio com’era nel sogno, della particella nella scatola (uno degli argomenti cardine del programma di CF2), e che a un certo punto, la professoressa mi rivolga una domanda. Immaginate che la stessa domanda venga posta all’altra studentessa e che lei abbia già cominciato a rispondere mentre io sto, invece, temporeggiando. Perché? – vi direte – . La risposta è molto semplice: in quel sogno così splendido e vivido, io non stavo aspettando altro che ripetere le stesse identiche parole dell’altra studentessa esaminanda. Esatto, proprio come un pappagallo (disperato, aggiungerei 🙄 ). Ora vabbè che va bene tutto… ma mi sono davvero ridotta così?

Scherzi a parte, sarei un’ipocrita ad affermare che questa disciplina sia adatta ai comuni mortali come me (bisogna, a mio avviso, avere proprio un gran cervello per capire ogni formula, ogni concetto, ogni astrattismo, ogni singola formalità!), però è pur vero che la situazione prospettatami dal sogno è, chiaramente, impossibile da attuare! Ancora una volta, il mio inconscio mi ha parlato: affronterò questo esame (l’ultimo delle (Chimiche)-Fisiche, con mia somma gioia!) con lo stesso spirito con cui ho affrontato Fisica II e Fisica I, sperando di potergli dire addio pur non essendo una cima, ecco. Perché se da un lato sostenere e superare con successo un esame è questione di fortuna, dall’altro lato è questione di saper padroneggiare l’impadroneggiabile, o almeno è così nel mio caso! Perciò, cosa dire… ancora una volta, rimarrò sospesa su di una fune sottile in attesa del sommo verdetto (che si spera comunque possa essere semi-decente); un verdetto che, comunque, non tarderà molto ad arrivare.

Detto questo, ritorno all’ovile – alias, con la testolina sui libri – (che è meglio – cit.)!

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

4 Risposte a ““L’ultima delle (Chimiche)-Fisiche””

  1. Wow, non mi è mai capitato di arrivare a sognare esami o strane situazioni di questo tipo😂 mi sa che devo ancora arrivare agli esami seri e di questa difficoltà… in ogni caso, in bocca al lupo per questo temutissimo esame. Ma sai già quando lo darai?

    1. Ma menomale!!! 😂
      Io misa che devo processare le cose assurde che vedo durante lo studio mentre dormo… a quanto pare, non c’è pace neanche in quei momenti, ahaha! Ai tempi liceali, neanche a me capitava di sognare interrogazioni o cose varie, complice il fatto “di avere la vittoria in mano”, o quasi!
      Ti auguro di non sognare mai formule assurde! Che poi la cosa “divertente” è che le vedo chiaramente nel sonno, quando mi sveglio… quasi non le ricordo più! 😂😂😂
      Grazie di cuore per il tuo in bocca al lupo!
      Quando ho l’esame?
      Tra due giorni…

  2. L’ultima? Qua a Torino mi sembra ci sia anche CF III, come laboratorio, credo (ma ai miei tempi era diverso, andavano dalla A alla F, ed erano tutte da 4 CFU…)
    Immagino si tratta di Chimica quantistica e della teoria dei gruppi, assieme a fondamenti della spettroscopia, dico bene?
    Spero non vi abbiano fatto anche la notazione Dirac per incasinare di più il tutto (io l’ho vista solo al quarto anno al corso di Chimica Computazionale…)

    1. Sisi, CFIII c’è eccome!! Fatta a Gennaio, passata con un misero 19, ma… ma chissene! 😂
      Per me, questa materia è arabo!! Ho scritto nel titolo “l’ultima” perché, appunto, mi manca solo la II… Poi, sicuramente non la vedrò mai più (pure da noi alle magistrali ci sono CF4 e CF5, ma tanto so già che non le “bazzicherò”)! 😂

      Comunque sì, CFII riguarda la meccanica quantistica, vari modelli quantomeccanici applicati poi alle spettroscopie, atomi polielettronici (incubo degli incubi), Hartree-Fock, Born-Oppenheimer, Termodinamica statistica.

      E sì, pure la notazione di Dirac! Uno dei professori del canale (una prof) ha fatto tutto il corso con questa notazione, era un qualcosa di terrificante! E io, da brava “saggia” quale sono, ho preferito svolgere l’esame con un professore (lo farò oggi alle 14) che, invece, utilizza l’approccio integrale di Schrodinger, ed è mille volte meglio! Spiega benissimo quel prof, poi che io riesca a capire tutte le formule, annessi e connessi… è tutta un’altra questione! Spero di scrivere un post oggi… che parli per l’ultima volta di questa materia!

      La teoria dei gruppi – PURTROPPO – è programma di C. Inorganica II… meglio che ora non ci pensi, anche perché forse mi butto su un altro esame, se… tutto va bene!

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