Una Corsa contro il Tempo

Se il periodo di preparazione all’esame da me sostenuto stamane si potesse paragonare a una corsa cromatografica, il tempo di ritenzione impiegato al fine di potermi considerare a tutti gli effetti come una studentessa in procinto di riporre gli appunti dello stesso in un cassetto e passare al prossimo (eh sì, avanti il prossimo!!!), sarebbe pari a circa 12 giorni. Un tempo decisamente troppo lungo a livello analitico, nel caso in cui dovessimo effettuare analisi di campioni con tale metodica il cui scopo, molto blandamente a una prima, superficiale lettura, sarebbe quello di separare e riconoscere una miscela di sostanze che usciranno dalla cosiddetta colonna cromatografica a un tempo caratteristico e specifico (il tempo di ritenzione, appunto). Tralasciando il linguaggio specialistico, che per me come per voi potrebbe risultare decisamente astruso (l’ho giusto usato per fregiarmi, una volta tanto e magari impropriamente, di aver messo su carta una sorta di metafora scientifica inerente il mio status di studentessa disperata), quest’oggi ho tutta l’intenzione di raccontarmi.

Come se non lo facessi sempre! – starete giustamente constatando nelle vostre teste. 

Generalmente, quando sparisco da questa piattaforma non è mai un buon(issimo) segno. Insomma, sapete tutti che senza la scrittura non ci posso stare (infatti ho continuato, comunque, a scribacchiare!), sapete tutti quanto mi piaccia cliccare quel benedetto tasto “Pubblica” posto sulla colonnina di default di destra a ogni post concluso. Devo anche ammettere, però, che sparire dalla circolazione per qualche tempo non è affatto un male (e forse… lo farò più spesso, d’ora in poi!). Soprattutto se la sparizione suddetta porta a dei risultati più che soddisfacenti. Certo, alcune volte la sorda tentazione di eliminare l’infelice scritta SOSPESO all’apice del blog, condita dalla stellare copertina del disco Island dei King Crimson (non ho nemmeno avuto voglia di inserirci il titolo Passion Is Life sullo sfondo, come se importasse a qualcuno 😆 ), ha preso piede nella mia mente. Ma dall’altro lato, mi sono imposta di tornare a scrivere soltanto nel momento in cui avrei finalmente rivisto la luce in fondo al tunnel o, se vogliamo continuare a metaforizzare il tutto, la luce al di fuori della colonna cromatografica nella quale mi sentivo perennemente ingabbiata. Insomma, forse avrete ormai capito che l’esame da me sostenuto riguarda Chimica Analitica (III), esame orale che paradossalmente mi ha fatto capire che, nella vita, l’imprevisto è dietro l’angolo. In un minuto, possono cambiare nettamente le sorti della vita di uno studente, in positivo e in negativo.

L’esame che ho sostenuto oggi prevedeva, inizialmente, un mastodontico programma concernente le più svariate tecniche separative, condite da formule abbastanza strane e concetti molto, molto complicati. In particolare, durante le feste natalizie mi sono sentita davvero impotente di fronte al blocco di slides inerenti la cosiddetta “Validazione di un Metodo Analitico“, ho percepito tutta la pesantezza di un’ottimizzazione del metodo di lavoro decisamente… da magistrale (in Analitica). Esattamente, da magistrale. Perché a quanto pareva, la narrazione scientifica di moltissimi concetti/particolari era a discrezione del docente. Dalla fine di Settembre, ho ascoltato quasi tutte le registrazioni della professoressa assegnata al canale A-L e mi sono letteralmente disperata su certi argomenti. Sono arrivata persino a maledire la materia con tutte le mie forze, prima di poter esclamare a gran voce, su alcuni procedimenti analitici: Ma era davvero “così semplice”? 

Questo perché le donne di scienza (anzi, le donneingenerale), come al solito, complicano il tutto. Vabbé, scherzi a parte (ma da un lato, non ci scherzo affatto e lo penso davvero!)… Ho scoperto, in soldoni, che anche il mio docente aveva registrato le lezioni mettendole in una cartella “segreta”, che mai avrei trovato se non fosse stato per un compagno di corso. Forse, vi starete chiedendo come non possa averlo scoperto io, che con gli aspetti burocratici dei programmi ci vado proprio a nozze. Ecco, se da un lato è proprio stata l’università “che mi ha fatto perdere colpi”, dall’altro… sono gli stessi docenti che ti confondono le idee. Su e-learning, in effetti, sono riportati (sulla pagina di inizio corso) ambedue i professori. Perciò, avevo erroneamente creduto che il programma fosse esattamente lo stesso per entrambi.

Insomma, della serie: ci son cascata di nuovo. Mi hanno fregata un’altra volta. Mesi e mesi di torture a suon di soluzioni standard/pre-estrazione/post-estrazioni/LOQ/LOD/ULOQ/spettroscopie con annesse formule/isotopologhi/isotopomeri/tecniche analitiche improponibili e altri panegirici che non vi sto qui a raccontare per poi scoprire… cosa? Che di tutto questo non se ne parlava proprio e che il mio docente, papale papale, aveva detto in una delle registrazioni incriminate: “Potreste osservare delle significative differenze tra il mio programma e quello della collega… Nel caso voleste approfondire, accomodatevi (o giù di lì). Per me l’approfondimento a questo livello che vi propongo è ottimo, poi chi vorrà proseguire troverà pane per i suoi denti alla magistrale di Analitica.

Della serie: Non dovete svenarvi per questo esame (e io mi sono svenata letteralmente!), non voglio un approfondimento, per così dire, da magistrale.

E ovviamente, io ho scoperto tutto questo a dodici giorni dalla verifica orale. Per essere più precisi, quando avevo ormai perso le speranze di potermi togliere un esame che stava trasformandosi in una specie di zavorra (e che avrei, per forza di cose, rimandato a Febbraio) ma che, alla fin fine, si è rivelato essere uno dei più fattibili, per lo meno a livello di contenuti. Certo, tra gli argomenti meno approfonditi ne sono comunque stati affiancati degli altri che la docente del canale A-L non aveva minimamente toccato; ma il tutto è stato condito, in prima istanza, dall’ottima e variegata esposizione dei contenuti da parte del MIO docente, che in soli dieci giorni mi ha fatto capire cose che in tre mesi non ero riuscita minimamente a comprendere, tantomeno a immaginare. Tutto questo a causa di contenuti sin troppo tecnici, specialistici e, almeno per me, poco chiari, raccontati dall’altra professoressa, che avevo seguito fino a poco tempo prima. Quindi, cosa dirvi… se ho preso 27 a questo esame (ancora non mi sembra vero!), una grandissima parte del merito va alle spiegazioni concise ed eleganti del mio docente, e ovviamente…

Alla vera me stessa, che non si è persa d’animo di fronte alle spietate tempistiche che hanno scandito le mie giornate di studio. Insomma, la preparazione di questo esame è stata una vera e propria corsa contro il tempo. Una corsa nella quale raggiungere una soddisfazione personale era molto difficile, complici i residui di rabbia che, per mia fortuna, non sono riuscita ad alimentare a cagione di una forza interiore che mi diceva –  anzi, gridava – che io questo “maledetto” esame lo dovevo estinguere a tutti i costi, dato che la sessione di Novembre era già sfumata sotto ai miei occhi.

Per concludere questo sermone, cos’altro dire? Avrei voluto sparire da questo blog per un altro mese, a dire la verità. Ma come vedete, non ci sono riuscita. La mia felicità in merito a questo ennesimo (e stavolta, di tutto rispetto!) risultato era – ed è! – talmente tanta, che non potevo proprio evitare di cominciare col botto questo 2021.

E devo proprio dirvi che io al countdown (e sapete bene di quale countdown sto parlando!), sto cominciando seriamente a pensarci.

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

6 Risposte a “Una Corsa contro il Tempo”

  1. Dai, 27! Grandissima!
    Io quell’esame l’ho dato in tre parti: c’erano Chimica Analitica Strumentale A e B (spettroscopia e cromatografia) al secondo anno e Qualità delle misure al quarto anno.
    L’ultimo tra l’altro non avevo potuto darlo quando mi ero prenotato perché mi ero dimenticato lo statino e il docente era veramente uno rigido, per cui dovetti tornare qualche giorno dopo…
    Comunque l’importante è sempre tenere conto del tempo morto… 😛

    1. Grazie infinite! 🙂
      Sono ancora troppo euforica (l’euforia terminerà domattina, quando dovrò cercare di comprendere “il sanscrito” – alias Chimica-Fisica III), non mi sembra vero di aver passato un altro ostacolo importante!
      Caspita, tre parti sono davvero un bel malloppo! D’altronde, ho detto nel post che l’esame era davvero mastodontico, per cui… immagino quanto sia stato impegnativo, soprattutto “Qualità delle misure”. Non so perché, ma questo nome non mi piace per niente!
      Comunque sia, hai proprio ragione! Il tempo morto, in cromatografia come nella vita di tutti i giorni, è davvero essenziale, e in quest’ultimo caso bisogna sempre sfruttarlo al massimo! 😛

  2. Capisco bene la pressione e la fretta (imposta) dovute al dover passare da una materia all’altra, senza un attimo di tregua. Anche se non l’ho ancora sperimentato in campo universitario, e la cosa un po’ mi spaventa! Ma d’altronde è così che deve essere, credo. Capisco molto bene anche l’arrivare impiegare ore e ore a cercare di comprendere un argomento senza davvero capire, fino a che non si trova quella cosa che ci fa dire “era davvero così facile!”.
    Dal canto mio ho appena finito (l’altro ieri) la mia prima vera sessione di esami, anche se erano solo 3, essendo il primo semestre. Inoltre mi sento molto fortunato perché buona parte degli argomenti erano già stati trattati al liceo, quindi lo studio è stato un po’ più più leggero.
    Comunque, complimentoni per il 27!! È un gran voto!! E dopo tutta questa fatica te lo meritavi! Tanto di cappello per non esserti persa d’animo e per aver perseverato di fronte alle (come dici tu) “spietate tempistiche che scandiscono le giornate di studio”. Sono contento per te! 🙂

    1. Ciao, Francesco! 🙂
      E’ un piacere rivederti da queste parti; io in questo periodo sono sempre meno presente in questo spazio, complice il fatto che, ultimamente, sto scrivendo sempre più spesso per conto mio, oltre al fatto di non essere poi così tanto spensierata, ahaha!
      A 6 esami dalla fine, comincia a sentirsi una “piccola pressione” coniugata a una grande stanchezza, diciamo così… al tempo stesso, però, noto con piacere e umile aspettativa che posso, finalmente, raggiungere il tanto agognato traguardo !
      Sono molto contenta che la tua prima sessione d’esami sia andata bene, ma non avevo dubbi in merito! Perciò, complimenti davvero! Io, alla prima sessione di esami in assoluto… ne feci solo uno (Chimica Generale). Nella sessione di Gennaio di adesso, invece 3… quindi, non mi lamento troppo, va!

      Io posso solo augurarti di avere un percorso meno impervio del mio anche se, ovviamente, all’università le difficoltà sono un po’ ovunque (chiaramente, si rapportano al nostro processo di crescita). Che siano organizzative, che siano a livello didattico, c’è sempre qualcosa che bisogna mandar giù, e alle volte non è facile! Proprio per questo, “mi piace” definire l’università come una sorta di “scuola di sopravvivenza”, oltre che di vita…
      Grazie ancora per i tuoi complimenti, ti faccio un grande in bocca al lupo per la ripresa delle lezioni (online, vero?) e per gli esami a seguire! Per me, ormai, se ne riparlerà ad Aprile per la sessione dedicata ai fuori corso… X_X

  3. È un piacere anche per me! Lo capisco, ma non ti preoccupare, “verranno tempi migliori” in cui troverai il tempo, la voglia e soprattutto la spensieratezza per scrivere più frequentemente (come magari vorresti), ma è normale che sia così con questa pressione dell’università. Sono davvero contento per te e per la tua imminente conclusione del percorso! Sono sicuro che andrà tutto per il meglio, non farti abbattere dai momenti più difficili (anche se so che non lo faresti mai), soprattutto perché sei quasi alla fine.
    Assolutamente sì, le difficoltà ci sono e ci saranno sempre, in qualunque tipo di università (e di percorso in generale), ma del resto se così non fosse, non sarebbe neanche utile, dal punto di vista della crescita personale. Il mio prof di Analisi ci ha salutato l’ultima lezione con questa interessante massima, “Ogni ostacolo della vita è un muro di mattoni messo lì per vedere quanto è forte la vostra voglia di superarlo”. Vale per gli esami universitari, naturalmente, come per ogni altra cosa.
    Sì, lezioni ovviamente online, se non per un giorno a settimana in presenza per le esercitazioni. Ci si accontenta, non mi posso davvero lamentare, per ora sta filando tutto liscio.
    In bocca al lupo anche a te, per tutto!

    1. Sono convinta anch’io che, con i giusti tempi, tornerò a scrivere sempre più spesso su questo blog – parlando soprattutto della mia adorata musica! Grazie ancora di cuore per le tue parole intrise di sostegno, entusiasmo e, non da ultimo, incoraggiamento; mi hanno strappato un gran sorriso! 🙂
      Appellarsi al fatto di essere quasi giunti in cima alla vetta, in effetti, aiuta molto ad affrontare le restanti difficoltà, sperando di “cadere” il meno possibile!

      Grandissimo il tuo prof di Analisi I! Anche io ho avuto un prof della medesima materia – al primo semestre del primo anno, chiaramente – che mi ha lasciato un segno indelebile nel cuore; lo ricorderò sempre con grande stima e ammirazione! E’ stato proprio lui a farmi “guardare” la matematica da un’altra prospettiva, a farmi capire che tutto quello che si studiava si portava dietro una logica ben precisa! Non credo di aver mai affrontato un altro corso universitario con lo stesso entusiasmo che riusciva a infondermi lui!
      A fine corso, abbiamo persino scattato una foto con tutta la “classe” al completo e ci ha recitato, tra le altre cose, la poesia “Itaca” di Konstantinos Kavafis.
      Credo proprio che il nostro perenne “peregrinare” – nella vita come all’università – non possa che essere rappresentato appieno da questo testo sublime.
      Di nuovo in bocca al lupo, e grazie ancora! 🙂

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