Peter Gabriel Vs. Phil Collins – Una sfida ai confini del tempo

Peter Gabriel Vs. Phil Collins – L’eterna sfida: chi vincerà?

I fan più accorti si saranno indubbiamente resi conto che la sottoscritta ha saltato volutamente una traccia del disco (sì, stiamo ancora parlando di Selling England By the Pound) e, non a caso, quella track che vede Phil Collins come assoluto protagonista.

Perché? – vi starete giustamente chiedendo.

Il tutto vi sarà chiaro tra un attimo, sebbene il titolo parli da solo, in realtà. Eh già… Effettivamente, l’eterno contrasto tra i due ‘magnum’ della musica, Peter e Phil, si respirava sin dai tempi di Nursery Cryme ( Nursery Cryme – L’eterno contrasto tra ideale e reale ), quando il giovane Phil fu incaricato di cantare una brevissima – ma a mio avviso meravigliosa – composizione: ”For Absent Friends”.

Come si nota, la voce delicata e al contempo appassionata di Phil Collins darebbe filo da torcere a chiunque, persino a Peter Gabriel! Che se ne sia accorto il nostro mitico vocalist? In fondo, al batterista è sempre spettato di diritto un posto nel mondo del canto, sebbene Peter stia ben attento a non esagerare e ad affidargli dei ruoli marginali. Effettivamente, la canzone che avete appena ascoltato dura soltanto un minuto e mezzo. In Selling England By The Pound, invece, al grande Phil sono concessi ben 3’00” minuti. Insomma, caro Peter Gabriel, apprezziamo lo sforzo, anche se avresti potuto fare di più…

E voialtri… Volete dunque sapere qual è la misteriosa traccia che fa da ponte al LATO A e B dell’album cui abbiamo parlato fino a due articoli fa? Perfetto, eccovi accontentati!

 

Una melliflua – quanto dolce – ballata trova spazio in un disco senza tempo. La voce di Collins, accompagnata dalla malinconica melodia della chitarra classica, rende giustizia ad un pezzo spesso snobbato dai più ma che, in realtà, nasconde una profondità senza eguali. Ovviamente, non si può certo affermare che questa sia la miglior traccia che i Genesis abbiano mai prodotto (anzi, questa è sicuramente la track ‘più debole’ dell’album, da un punto di vista lirico-musicale) ma, ad ogni modo, si fa ascoltare senza troppi senza se e senza troppi ma.

Il protagonista della canzone ha appena perduto l’amore e per questo si definisce uno stupido (“More Fool Me” significa proprio ‘Oh, che stupido!’) che si è lasciato trascinare dai sentimenti per poi rimanerne decisamente scottato. Ma ognuno di noi sa che la vita va vissuta fino in fondo, senza rimpianti. E siamo anche certi che il suddetto uomo della traccia lo capirà ben presto. Del resto, la sua ultima strofa non lascia in sospeso dubbi di sorta.

 

I ask myself do I really believe in your love… Yes, I’m sure it will work out alright.

 

Insomma, pare proprio che solo l’amore ci possa salvare, in un mondo i cui interessi principali sono già stati abbondantemente declamati negli scorsi articoli. Quanto al rapporto che vige tra Phil e Peter, state tranquilli… I due non erano affatto nemici, anzi. Diciamo soltanto che Peter aveva capito sin dall’inizio ‘la minaccia’ che incombeva su di lui nel momento in cui ha scoperto che persino il timido e brillante Collins poteva sfoggiare una voce da paura. Una vocalità interessante che avremo pienamente modo di scoprire a partire dal 1976 fino al lontano 1991, anno che sancì l’ultima apparizione di Phil all’interno dei Genesis. Ad ogni modo, vedere entrambi i vocalist contemporaneamente all’opera è davvero impressionante. In effetti, combinando insieme le loro vocalità si ottiene un qualcosa di fantastico. La canzone “Harrold The Barrel” ne è un chiaro esempio.

Ascoltando attentamente, ci si può accorgere del perfetto sodalizio tra i due artisti. La traccia, afferente all’album Nursery Cryme, tratta anch’essa il tema dell’apparenza e della mercificazione dei puri sentimenti umani, spesso considerati poco importanti a dispetto di una sicura prosperità economica. Ed ecco che, ancora una volta, l’unione tra il passato e il glorioso presente che i Genesis stanno vivendo si fa nuovamente viva ai loro occhi, intrisi di una passione senza confini per quella musica che, ancora oggi, lascia un segno indelebile nel cuore di noi ascoltatori.

E ai nostri occhi entrambi i musicisti appaiono fenomenali, sebbene la loro personalità sembri profondamente diversa. Ma come si suol dire, è tutta questione di apparenza. Dovremmo aspettare ancora un po’ per conoscere meglio Phil Collins (vi assicuro che anche lui non scherza!) e le sue doti di nuovo frontman. Sia chiaro, il cantante non verrà affatto considerato il nuovo Gabriel, né tantomeno cercherà di assomigliargli a tutti i costi. Egli vorrà solamente essere se stesso e mostrarsi a noi ‘poveri sventurati’, ancora innamoratissimi di un genere musicale che siamo tenuti a preservare contro la forza inesorabile del tempo.

 

A partire da sinistra: Phil Collins e Peter Gabriel
A partire da sinistra: Phil Collins e Peter Gabriel

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

6 Risposte a “Peter Gabriel Vs. Phil Collins – Una sfida ai confini del tempo”

  1. Selling England by the Pound è il mio disco preferito dei Genesis. E tra Peter Gabriel e Phil Collins ho sempre preferito il secondo.
    Diverse persone amano i Genesis, ma in genere una sola delle loro tre principali fasi musicali.
    Invece a me piacciono tutte e tre: l’era Gabriel, l’era Collins, l’era Collins senza Hackett.
    Del resto per me è così anche con i Pink Floyd. 🙂

    1. Anche io ribadisco di amare tutte e tre le fasi artistiche dei Genesis, malgrado vi siano numerosi detrattori che purtroppo da “Duke” in poi definiscono la loro produzione alquanto mediocre e persino orribile. Ma io non sono affatto d’accordo e mi accingerò, quando sarà il momento, a descrivere anche gli album successivi al periodo del 1980. Per quanto riguarda i Pink Floyd, ammetto di avere ancora molto da imparare a parte il classico “The Dark Side Of The Moon”, che peraltro ho in parte descritto in un articolo precedente connettendolo alla “Chimica-fisica”; in particolare ai concetti di meccanica quantistica (senza approfondire troppo, ovviamente). In effetti ho intitolato il post “The Dark Side Of The Electron” rifacendomi proprio all’album dei Pink Floyd connettendolo alla doppia natura – corpuscolare e ondulatoria – dell’elettrone e quindi in contemporanea anche alla doppia natura dell’essere umano. Insomma, anche in questo caso musica, scienza e letteratura sono più vicine di quanto si pensi… 🙂

  2. Questo è il mio disco preferito dei Genesis. Alla voce comunque ho sempre preferito Phil Collins a Peter Gabriel.
    Sono in tanti ad amare i Genesis, ma in genere apprezzano solo una delle loro tre principali fasi musicali. A me piacciono tutte e tre: l’era-Gabriel, l’era-Collins e l’era-Collins-senza-Hackett.

    1. Io personalmente sono in combutta nella scelta del migliore tra i primi dischi dei Genesis (per me sono tutti eccezionali) ma credo di aver sempre mostrato un debole per Foxtrot (sebbene la prima traccia del disco “Watcher Of The Skies”, non mi ha mai fatto impazzire più di tanto), soprattutto per la suite “Supper’s Ready. Per quanto riguarda la voce, la mia propensione per Phil Collins si esplica più che altro nella sua produzione solista, mentre considerando i Genesis come gruppo non ho una particolare predilezione per uno dei frontman. Anche a me piacciono tutte le fasi della loro produzione, almeno fino alla dipartita di Collins con l’album “We Can’t Dance”.

  3. Hanno una voce straordinaria entrambi. E’ davvero incredibile che un talento vocale come quello di Phil sia emerso pienamente solo quando Peter abbandonò il gruppo e quando il gruppo rimase senza cantante non fu neppure la prima scelta. Anche se penso che con quella voce sarebbe emerso comunque anche senza la dipartita di Peter. Gabriel ha una voce più profonda ed espressiva, Phil una più potente ed estesa. Se Peter fosse rimasto il gruppo avrebbe avuto un respiro amplissimo spaziando in ogni campo musicale dal progressive al pop,al rock, world music e creando pagine leggendarie. Sarebbe stato eccezionale ascoltarli duettare ed alternarsi al canto a seconda del tipo di brano da eseguire. Tendenzialmente Phil canta meglio i brani più dolci,melodici e romantici dove è necessaria una voce più estesa e flessibile mentre Peter è più bravo nei brani più originali , atipici, a sorpresa, non convenzionali e molto ritmati. Ma potrebbero avrebbero potuto spesso scambiarsi i ruoli. Contrariamente a quello che molti pensano i due si somigliano molto nel talento,impostazione e professionalità. Con Peter nel gruppo nessuna formazione al mondo avrebbe avuto uno strumentario vocale così ricco e flessibile, capace di cantare e rappresentare ogni cosa.

    1. Concordo! Hanno entrambi una voce sublime, non saprei scegliere quale sia la migliore! Nel campo solista, però, sceglierei Phil Collins! Come hai giustamente detto, chissà quante cose meravigliose sarebbero uscite fuori se Peter fosse rimasto nel gruppo! Sicuramente, vederli duettare insieme sarebbe stato straordinario, è davvero un peccato che Peter abbia abbandonato proprio nel momento in cui avrebbe potuto continuare a produrre album sulla scia di The Lamb, spaziando anche tra tanti altri generi! Certo, ti dirò, io adoro alla follia A Trick of The Tail e Wind & Wuthering; però, come dici tu, sarebbe stato ancora più incredibile se Peter fosse rimasto insieme a Phil & compagni. Anche la dipartita di Hackett, a mio avviso, è stata davvero un brutto colpo! Quanto alle voci dei due vocalist, non potevi esprimerti meglio al riguardo! Per certi versi, i due sono tanto diversi quanto simili e, dunque, complementari!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *