Il meglio e il peggio della DAD

Io volevo sparire da questa piattaforma per un po’, dico davvero. E l’ho fatto finché ho potuto, ho tirato la cinghia fin quando le “forze” me lo hanno consentito facendo economia diminuendo notevolmente il numero di post da pubblicare, ho respirato profondamente al fine di non cadere preda di un attacco isterico (e oggi ci sono caduta, a dire il vero!), insomma… ho fatto davvero di tutto. Ma quest’oggi, – che è venerdì 13, tra l’altro – ho deciso che non potevo restarmene con le mani in mano senza condividere “tutto questo ben di Dio” con voi; tutto quello che la DAD, quasi giornalmente, ci offre.

Insomma, lo sappiamo tutti: la DAD – Didattica a Distanza – ha (miseramente) fallito. Ma fino a che punto? La parola agli studenti “intervistati”…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, ok, adesso possiamo anche smettere di (sor)ridere. A parte il fatto che mi sono fatta veramente una marea di risate (e questi messaggi di Whatsapp che vi ho postato sono solo, ovviamente, una parte del tutto), oggi è stato un vero e proprio trauma cercare di entrare su Zoom per assistere, a quanto pare, al teatrino di cui sono stati testimoni alcuni studenti e, dunque, i messaggi di cui sopra. Ci ho provato un’infinità di volte e in  tutti i modi possibili, ma purtroppo il nostro caro professore ha avuto (gran?) parte della colpa, ragione per cui non ho potuto assistere alla lezione di… be’, di qualunque lezione si sia trattato, sarebbe stato “importante” seguirla in virtù del fatto che, in base alla spiegazione incomprensibile – la materia è quella che è! –, avremmo dovuto andare in laboratorio e cercare di fare questa maledetta “elaborazione dati”.

Ebbene, oggi pomeriggio sono stata preda di una sorta di attacco isterico che ha scatenato l’ilarità di mia madre e di mio fratello e, in seconda battuta, della mia. All’inizio, credevo di essere IO il problema, ma poi ho scoperto che il genio della lampada era stato lo stesso docente, che mi ha bandita dall’accesso (e non soltanto me). Ma cerchiamo di essere clementi… non è certo colpa del professore se l’audio è pessimo (anche se, magari, avrebbe potuto evitare di fare un video per poi postarlo in diretta), se la connessione internet salta ogni due per tre, se si sentono assurdi rumori di sottofondo perché alcuni di noi non si accorgono, magari, di avere il microfono acceso, se la qualità video è pessima, se non è possibile scrivere in modo decente sulla tavoletta grafica senza che il tutto appaia proprio come la calligrafia incomprensibile dei medici, e via discorrendo… Questa DAD fa impazzire chiunque, ormai lo avrete già sperimentato (e se non lo avete fatto, beati voi!). Docenti e studenti, per la prima volta, potrebbero considerarsi sullo stesso piano per quanto concerne l’uso della tecnologia, o quasi. E ora, già mi viene da pensare alla prossima (dis)avventura, quando dovremmo connetterci di nuovo con Zoom.

Eh sì, oggi è stato davvero un cinema, e a tal proposito… dovremmo forse aspettarci un altro (pessimo) film? Chi lo sa, quel che è certo è che le risate sono senz’altro il meglio della DAD, ma il disagio, l’isteria e altre problematiche mentali connesse a questa sono certamente il peggio (del peggio).

Pubblicato da Eleonora

Sono una ragazza curiosa dalle molte passioni: amo scrivere, leggere (ovviamente), disegnare fumetti, ascoltare musica - specialmente appartenente al filone del rock progressivo - e ballare, soprattutto i Latino-Americani. Mi piacerebbe molto imparare a suonare il pianoforte, nonché trovare un partner ballerino con cui condividere la mia grande passione per la danza... Lo so, forse chiedo troppo!

4 Risposte a “Il meglio e il peggio della DAD”

  1. Non mi rasserena molto leggere tutto questo, dato che anch’io ci dovrei lavorare… Però sarebbe con GoogleMeet, Zoom invece con un altro ente, anche se per il momento no.
    Però ho deciso di dare ripetizioni di Biochimica via Skype, sennò…

    Comunque non è Armstrong ad aver detto “Houston, abbiamo un problema”.
    Alcune sembrano uscite da Chimica for Dummies… 🙂

    1. Ovviamente l’intento del post era di strappare un sorriso, ma ti capisco benissimo! Diciamo che non ho voluto mettere “il carico da 90” facendone uno in cui permeava uno stato di totale pessimismo, malgrado la situazione non rosea.
      A posteriori, in effetti, anche io ho pensato/penso che non ci sarebbe affatto da ridere, anzi… Ai tempi delle scuole superiori, avrei senza dubbio sofferto moltissimo se avessi dovuto seguire le lezioni via computer, credo che sia davvero triste, in un certo senso, come situazione.
      Ora come ora, la cosa “non mi tocca” più di tanto, sarà che senza viaggiare guadagno molto più tempo e perciò mi conviene rimanere a casa per gestire meglio la giornata.
      Anche se a dirla tutta, non seguo nemmeno troppo spesso, perché sinceramente stare sempre davanti a un computer mi rende nervosa.
      E a questo, ci pensano già alcune materie (tra cui Analitica III) che devo studiare, per cui non voglio certo rincarare la dose! 😂 😐
      Secondo me, comunque, per certi versi è meglio Google Meet, anche se Zoom per noi sarebbe ottimale perché può ammettere alle “chiamate” più di cento persone. A ogni modo, spero che le prossime volte riuscirò a vedere le lezioni su questa piattaforma senza troppi problemi… vedremo.

      Ma sai che alla tua rubrica ci avevo pensato? Appena ho pubblicato il post ho detto tra me e me: quasi mi sembra un post in “stile Lazzara”! 😂😀

  2. Ma su alcune ho riso di gusto…
    Il problema è che la maggior parte dei docenti che fa DAD semplicemente sta facendo un qualcosa in cui “finge” di parlare a un’aula piena di persone, invece di accettare che le persone siano distanti. Per me che un periodo l’ho fatto in streaming, notavo che era più facile deconcentrarmi e perdere il filo del discorso, quindi dovevo stare molto più sul pezzo.
    E’ tutto il modo che dev’essere cambiato. Uno schermo non è il modus più adatto, andava bene in una situazione emergenziale iniziale. Oggi andava ridiscusso, creando situazioni ad hoc, come fosse un set televisivo.
    Sarebbe servita della formazione (e andava fatto quest’estate).
    Se ti consola, Analitica III la si studia meglio su dispense e libri…

    1. Hai ragione, anche per i docenti è difficile perché, appunto, sono abituati a parlare in pubblico, interagendo. Insomma, è difficile per tutti e quanto al “fattore deconcentrazione”, ti capisco. Molti docenti che facevano la DAD lo scorso anno, invece, parlavano a ruota libera e non si accorgevano del tempo che passava e a me, alla fine, veniva soltanto un gran mal di testa. Perché ovviamente, in presenza, si fanno delle pause, si scherza e, soprattutto, si guardano le espressioni degli studenti e si può capire se il concetto è stato spiegato bene oppure se ci si deve soffermare di più sullo stesso.
      Spesso, proprio perché i docenti parlano a ruota libera, non li si può interrompere se non in chat, ma purtroppo le domande, nella maggior parte dei casi, non vengono viste.
      Concordo sul fatto che oggi si potesse trovare un altro modo di gestire la situazione scuola/università.
      Quanto ad Analitica III… Sto, effettivamente, studiando sulle dispense della professoressa, ma alcune cose non le capisco proprio! Per la disperazione, ho cassato alcune pagine con la speranza di ritornarci (forse), alla fine, quando magari avrò “perfezionato” di più lo studio di questa materia a me ostile!

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